27 maggio 2008

Card. Bagnasco: "Rifiuti, redditi e famiglia: fare presto" (Accornero)


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Rifiuti, redditi e famiglia: fare presto

Il presidente dei vescovi: immigrazione, occorre un patto di cittadinanza. No ai ghetti Sicurezza, servono risposte calibrate ed efficaci. Morti sul lavoro, dalle denunce ai fatti

dall'inviato
Pier Giuseppe Accornero

Città del Vaticano «Segnaliamo l'urgenza di approntare e affinare buone politiche volte a una reale integrazione dei cittadini immigrati che legittimamente soggiornano sul nostro suolo. Mentre per quelli che tentano di entrare nel nostro Paese bisogna trovare un continuo equilibrio tra esigenze e attese, tenendo alto il rispetto dei diritti delle persone, che sono poi doveri di civiltà». Dopo le elezioni «ci si attende un periodo di operosa stabilità» e che in tutti «ci sia un forte senso di responsabilità». Ai molti e grandi problemi che affliggono il Paese bisogna dare risposte «sagge» e soprattutto «sollecite» non nell'interesse dell'una o dell'altra parte «ma per il bene comune della nazione».
Tra questi problemi primeggia l'immigrazione. Lo dice il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dell'episcopato, nel passaggio politicamente cruciale della prolusione alla 58ª assemblea della Cei, aperta ieri pomeriggio in Vaticano. «Per i nuovi arrivati e le loro famiglie - spiega - bisogna evitare le enclave loro destinate che, se in un primo momento potrebbero apparire una soluzione emergenziale, diventano presto dei ghetti non tollerabili». Poi la proposta: «A chi vuole stabilirsi in Italia si deve proporre un patto di cittadinanza che, mettendo in chiaro diritti e doveri, non ricerchi scorciatoie illusorie. L'identità del nostro popolo si è consolidata in una storia secolare, che richiede rispetto ma che è capace di incontrare altre culture» nella consapevolezza che il fenomeno dell'immigrazione è planetario e globale.

Il fattore tempo

Il fatto che il capo dell'episcopato inviti ad «agire in fretta» ed insista «sul fattore tempo, elemento moralmente decisivo per una politica buona», significa che dalle mille e mille antenne che la Chiesa ha sul territorio della Penisola emerge un quadro allarmante sulla pazienza ormai esaurita della gente. Infatti Bagnasco denuncia «lungaggini e palleggiamenti irrazionali e autolesionistici che offendono i cittadini i quali attendono una risposta su beni essenziali alla vita e alla dignità umana». Anche al crescente bisogno di sicurezza, «che esprime un'esigenza incoercibile di persone e famiglie», sarà bene e urgente che i pubblici poteri diano «risposte calibrate ed efficaci». Alla radice dell'insicurezza - ragiona Bagnasco - c'è «il senso di isolamento» che molti cittadini provano a causa dell'organizzazione sociale ma anche per «le condizioni soggettive».
L'elenco dei drammi da affrontare e risolvere «è gravissimo e urgente». Anzitutto quello dei rifiuti urbani della Campania: «All'intervento delle pubbliche autorità deve corrispondere la responsabile collaborazione delle popolazioni». Bagnasco cita poi «stipendi, pensioni, difesa reale del potere d'acquisto».

Un fisco per la famiglia

Un altro capitolo strategico è la famiglia: emergenza abitativa, sostegno alla maternità e - citando Papa Benedetto nel discorso al Movimento per la vita del 12 maggio per i 30 anni della legge sull'aborto - ribadisce che «diversi problemi impediscono a tanti giovani di sposarsi e di formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono».
A nome dei vescovi, Bagnasco si fa portavoce della «realtà mortificante di tante famiglie dalle quali si leva un grido, una richiesta di aiuto che interpella le pubbliche amministrazioni». È il tormento del fisco, per cui l'episcopato «apprezza molto» l'iniziativa del «fisco a misura di famiglia» che ha visto una larga mobilitazione.
Sulla bioetica auspica «una complessiva cautela» e chiede che la comunità nazionale sia messa al riparo «da iniziative imprevidenti e precipitose». Osserva che le «linee guida relative alla legge sulla fecondazione assistita», emanate dal ministro Livia Turco alla scadenza del governo Prodi, «abbiano infranto un delicatissimo bilanciamento delle esigenze in campo e corrono il rischio di promuovere un'inaccettabile mentalità eugenetica». Bisogna evitare interventi che stravolgano «il punto di equilibrio raggiunto dal Parlamento».

Senso di responsabilità

Durissima la condanna delle morti sul lavoro: «Gli episodi luttuosi si vanno ripetendo con una cadenza stupefacente, segnale di un comparto bisognoso di maggiore attenzione». Poi un'osservazione acuta, anche questa frutto dell'esperienza di decine e decine di vescovi e di parroci che hanno svolto il doloroso ministero della consolazione per le vedove e i piccoli figli orfani, per le mamme e le fidanzate di tanti caduti sul lavoro: «Bisogna passare con prontezza dalle denunce ai fatti concreti, agli investimenti precauzionali, alle verifiche e ai controlli». Il sostantivo «prontezza» ritorna ancora una volta. «Tutti i soggetti devono fare la loro parte con responsabilità, ma è dagli imprenditori in particolare che si attendono quelle provviste e quelle innovazioni strutturali che sole possono garantire il successo degli altri interventi».

Il senso della laicità

Bagnasco dedica larga parte della prolusione, quella iniziale, ai contenuti della visita di Benedetto XVI negli Usa e all'Onu il mese scorso. Nel passaggio centrale - riprendendo l'insegnamento del Papa e della stessa Cei, più volte ribadito - il presidente sottolinea: «Esprimere liberamente la propria fede, partecipare in nome del Vangelo al dibattito pubblico, portare serenamente il proprio contributo nella formazione degli orientamenti politico-legislativi, accettando sempre le decisioni prese dalla maggioranza: ecco ciò che non può mai essere scambiato per una minaccia alla laicità dello Stato. Né in America né in Europa. La Chiesa non vuole imporre a nessuno una morale "religiosa": infatti essa enuncia da sempre, insieme ai principi tipicamente religiosi, i valori fondamentali che definiscono la persona, cuore della società».

© Copyright Eco di Bergamo, 27 maggio 2008

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