30 maggio 2008

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)


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Riflessione del cardinale Francis Arinze

Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio

La Sacra Liturgia celebra la Divina Misericordia: questo il tema al centro della riflessione proposta all'ultimo Congresso Mondiale sulla Divina Misericordia dal cardinale Francis Arinze. Di seguito ne pubblichiamo ampi stralci.

di Francis Arinze
Cardinale, Prefetto della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Il mistero profondo e confortante della misericordia di Dio permea il culto pubblico della Chiesa. La liturgia celebra, pagina dopo pagina, le meraviglie dell'amore divino che si rivela in particolare come misericordia. Si può perfino affermare che la storia della salvezza è la storia della manifestazione della misericordia amorevole di Dio. (...) Dopo il peccato originale, quando l'uomo disobbedì a Dio e perse la sua amicizia, Dio non lo abban donò al potere della morte. Ancora una volta gli offrì un'alleanza e attraverso i profeti gli insegnò a sperare nella salvezza (cfr Missale Romano: Preghiera Eucaristica iv). (...) Dio ha così tanto amato il mondo da dare, nella pienezza dei tempi, "il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna" (Giovanni 3, 16). "Dio ricco di misericordia", dice san Paolo agli Efesini "per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo" (Efesini 2, 4-5).
Il Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo ii, è stato un grande apostolo della misericordia divina. Nel 1980, all'inizio del suo pontificato, ha donato alla Chiesa e al mondo l'Enciclica Dives in Misericordia. Ha beatificato e canonizzato santa Faustina Kowalska, l'anima scelta da Cristo per diffondere la devozione al suo grande mistero. Durante il Grande Giubileo del 2000 Papa Giovanni Paolo ii ha creato una nuova parrocchia a Roma dal suggestivo titolo di Dio Padre Misericordioso, per riassumere in poche parole il significato di quello straordinario evento spirituale. Riferendosi a Papa Giovanni Paolo ii, il 15 aprile 2007, domenica della Misericordia, Papa Benedetto xvi ha affermato felicemente: "Nella parola "misericordia" egli trovava riassunto e nuovamente interpretato per il nostro tempo l'intero mistero della Redenzione" (Omelia del 15 aprile 2007, L'Osservatore Romano, 17-18 aprile 2007, p. 10).

La liturgia tramite della misericordia divina

È in particolare mediante la sacra liturgia che veniamo in contatto con la misericordia divina. Gesù Cristo, manifestazione dell'amore salvifico e misericordioso di Dio per tutta l'umanità, unico e solo mediatore fra Dio e l'uomo (cfr 1 Timoteo 2, 5), ha compiuto l'opera della nostra redenzione. Ha reso perfetta gloria a Dio. Ha istituito la sua Chiesa e le ha affidato la predicazione del suo Vangelo e la celebrazione dei suoi misteri salvifici. Gesù è sempre presente nella Chiesa, in particolare nelle sue celebrazioni liturgiche. È presente nell'assemblea liturgica orante. È presente nella parola di Dio proclamata nella liturgia. È presente nei sacramenti per mezzo della sua forza. È presente nel sacrificio della Messa non solo nella persona del celebrante, ma soprattutto nelle specie eucaristiche. Nella sacra liturgia, quindi, il culto pubblico viene esercitato dal corpo mistico di Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra (cfr Sacrosanctum Concilium, n. 7).
La liturgia è il canale principale attraverso il quale riceviamo la misericordia e la grazia di Dio. "Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dalla eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa" (Sacrosanctum Concilium, n. 10). È nella liturgia che Dio ci nutre con la sua Parola, il suo perdono, la sua misericordia e la sua vita.
Nella sacra liturgia, ogni momento è sacro. Ogni momento appartiene a Dio, ma la settimana in cui la Chiesa celebra l'evento centrale della nostra redenzione è sacra in modo particolare. La chiamiamo Settimana Santa. È la settimana in cui la Chiesa celebra il mistero pasquale della passione di Cristo, la sua morte, la sua resurrezione dai morti e la sua gloriosa ascensione, laddove "morendo, ha sconfitto la nostra morte e, risuscitando, ha ripristinato la nostra vita" (cfr Messale Romano, Praefatio pasquale i).
È il culmine della manifestazione dell'amore e della misericordia di Dio. "Dal costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa" (Sacrosanctum Concilium, n. 5). La nuova alleanza è suggellata nel Sangue di Cristo.
Nel Battesimo siamo inseriti nel mistero della misericordia di Dio. Lo celebriamo nei Sacramenti, in particolare nella Santa Eucaristia. Celebriamo e lodiamo la misericordia amorevole di Dio nella Liturgia delle Ore o preghiere della Chiesa per le varie ore del giorno.
Ciò spiega perché il crocefisso occupa un posto centrale nelle chiese, sugli altari e in altri luoghi di culto pubblico della Chiesa. Dalla Croce del Signore scaturiscono i Sacramenti del mistero pasquale (cfr Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1182). Gesù che soffre e muore sulla Croce è una manifestazione visibile e potente della misericordia amorevole di Dio per tutta l'umanità. Dio "non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha dato per tutti noi" (Romani 8, 32).

La misericordia divina e i sacramenti

Sebbene in queste riflessioni si siano menzionati i sette sacramenti quali doni della misericordia di Dio, è ora necessario esaminare ognuno di essi. Sono sacramenti di redenzione (cfr Messale Romano: Messa Votiva della Divina Misericordia, Offertorio). Sono le maggiori correnti attraverso le quali sono giunte a noi le grazie che il nostro Redentore ha procurato per noi. Sono sacramenti di fede perché non solo la presuppongono, ma con parole e oggetti la nutrono, la irrobustiscono e la esprimono (cfr Sacrosanctum Concilium, n. 59; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1123).
Il Battesimo immerge le persone nel mistero pasquale di Cristo: esse muoiono con Cristo, vengono sepolte con lui e risorgono con lui. Ricevono lo spirito di adozione di figli di Dio per mezzo del quale gridano Abbà, Padre. Vengono anche incorporate nella Chiesa come suoi membri e acquisiscono la capacità di partecipare al culto cristiano. San Pietro parla loro della dignità che possiedono e della misericordia che Dio ha mostrato loro: "Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce" (1 Pietro 2, 9).
Nella Confermazione i cristiani ricevono lo Spirito Santo come pienezza del Battesimo e perfezionamento della loro grazia battesimale. Divengono più perfettamente legati alla Chiesa e vengono arricchiti dalla forza speciale dello Spirito Santo. Come autentici testimoni di Cristo, "sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l'opera" (Lumen gentium, n. 11; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1285).
Il sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, è l'offerta di Cristo, Corpo e Anima, a Dio Padre nell'adorazione, nel rendimento di grazie, nell'espiazione e nella supplica per la misericordia e la grazia. "Questo è il mio sangue dell'alleanza" afferma Gesù "versato per molti, in remissione dei peccati" (Matteo 26, 28). Il fatto che Gesù ci nutre con il proprio corpo e resta con noi nel tabernacolo è segno del suo amore e della sua misericordia.
Il Sacramento della Penitenza ci offre il perdono e la misericordia di Dio per le offese fatte a lui. Al contempo, i peccatori si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita con il peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, con l'esempio e con la preghiera (Lumen gentium, n. 11). Gesù ha già affermato: "Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori" (Marco 2, 17; cfr 1 Timoteo 1, 15). "Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito" (Luca 15, 7). Gesù ha scioccato le autorità religiose di Israele identificando il proprio atteggiamento misericordioso verso i peccatori con l'atteggiamento di Dio verso di loro (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n. 589). La Parabola del Figliol Prodigo, meglio detta del Padre Misericordioso, mostra il processo di conversione e di pentimento e la profondità della misericordia e dell'amore di Dio (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1439). Di certo, il Sacramento della Penitenza richiede conversione e pentimento come prerequisiti per la misericordia di Dio: "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa" (1 Giovanni 1, 8-9).
Nel sacramento dell'Unzione degli Infermi, la Chiesa raccomanda i malati al Signore sofferente e glorificante e li esorta a unirsi alla passione e alla morte di Cristo. I fedeli consacrati dal sacramento dei Santi Ordini vengono nominati ad amministrare l'amore e la misericordia divini al popolo di Dio con le parole e con le azioni.
Gli sposi cristiani, con il sacramento del Matrimonio, ricevono la grazia di aiutarsi a conseguire la santità e a educare i propri figli nel timore reverenziale di Dio.
Quindi ognuno dei sette sacramenti è, a suo modo, uno strumento potente nell'opera della salvezza, nell'amore e nella misericordia di Dio e nella chiamata a essere perfetti come è perfetto il nostro Padre celeste (cfr Matteo 5, 48). Che la Beatissima Vergine Maria, Madre di Misericordia, ottenga per noi la grazia di celebrare, amare e vivere le ricchezze della Divina Misericordia così come è espressa nel culto pubblico della Chiesa.

(©L'Osservatore Romano - 31 maggio 2008)

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