26 maggio 2008
Mons. Betori nuovo arcivescovo di Firenze? (Carratù)
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La Curia verso l' era Betori
Giuseppe Betori, 61 anni, attuale segretario generale della Conferenza episcopale italiana, sembra sul punto di succedere ad Ennio Antonelli alla guida dell' arcidiocesi di Firenze. Ex braccio destro di Camillo Ruini, Betori è in pole position per il cambio della guardia dato più volte per imminente ma finora sempre rinviato. Umbro come Antonelli, per Firenze Betori rappresenterebbe in ogni caso una sorta di rottura nella continuità. Sia per lo stile pastorale che per il legame di amicizia con il cardinale Antonelli.
C'è Betori nel futuro della Curia
MARIA CRISTINA CARRATU'
SARA' molto probabilmente Giuseppe Betori, 61 anni, attuale segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il successore di Ennio Antonelli alla guida dell' arcidiocesi di Firenze. Dopo mesi di voci e di ipotesi, in pole position per il cambio della guardia dato per più volte per imminente ma finora sempre mancato, sembra proprio quello dell' ex braccio destro di Camillo Ruini, che, una volta uscito di scena il presidente con cui ha condiviso la linea di forte interventismo politico dell' assemblea dei vescovi, è rimasto in attesa di un' adeguata ricollocazione. Umbro come Antonelli, per Firenze Betori rappresenterebbe in ogni caso una sorta di rottura nella continuità. Non solo per lo stile pastorale, improntato ad una gestione più diplomatica che creativa della vita ecclesiale, simile a quello di Antonelli, ma anche per il legame di amicizia che, dopo gli anni trascorsi alla Cei quando l' attuale arcivescovo di Firenze ne era a sua volta segretario generale, è rimasta fra i due. Al punto che il nome di Betori sarebbe stato addirittura suggerito, nelle riservatissime trattative che precedono queste decisioni da parte della Santa Sede, proprio dal suo conterraneo. Mentre c' è già chi si chiede se il dinamismo in campo politico sui temi caldi dell' agenda politica che ha segnato l' era Ruini, non segnerà adesso, nell' era Betori, anche la nuova linea pastorale della diocesi di Firenze. La successione, d' altra parte, potrebbe non essere imminente, anche se un' ipotesi è che possa invece rientrare nel vasto giro di giro di nomine di esponenti di primo piano della Curia romana, previsto già per giugno e che dovrebbe riguardare, oltre a Betori, lo stesso Antonelli. Per l' arcivescovo che ha guidato la diocesi fiorentina dal 2001, anche lui arrivando direttamente dalla segreteria generale della Cei, nonostante i quasi 72 anni di età si profila infatti quasi certamente un incarico di rilievo, che potrebbe essere o la guida della Congregazione per la causa dei santi (che la probabile causa di beatificazione di Chiara Lubich troverebbe in lui, da sempre amico dei «focolarini», una sponda sicura), o, ancora più prestigiosa, quella del Pontificio consiglio per la famiglia, da poco vacante dopo la comparsa del cardinale Truijllo. Un incarico, questo, che Antonelli si sarebbe guadagnato per le sue prese di posizione decisamente in linea con quelle dei Cei anti-Dico, in particolare con la lettera alle famiglie fiorentine della Pasqua del 2007, subito fatta propria da Ruini e distribuita anche nella diocesi di Roma. Non è detto, però, che la nomina, particolarmente delicata, avvenga in tempi rapidi. E questo potrebbe far slittare anche il nuovo insediamento di Betori. Né sembra escluso, anche se arduo visto il suo rango, che il segretario uscente della Cei arrivi a Firenze col ruolo di coadiutore con diritto di successione, cioè resti per un periodo a fianco di Antonelli per preparare la transizione. Nulla si sa, in compenso, dell' altra importante sostituzione che è da tempo nell' aria, cioè quella del vescovo ausiliare Claudio Maniago. Della sostituzione di Antonelli, infatti, - che pure non ha ancora compiuto i 75 anni, soglia inesorabile delle pensione per i vescovi - si parla almeno da un anno, da quando, cioè, l' 8 aprile 2007, è esploso il caso don Cantini, il parroco della Regina della pace accusato dai suoi ex parrocchiani di aver compiuto gravi violenze sessuali su di loro quando erano bambini, su cui la Procura ha aperto un' inchiesta ma punito dall' arcivescovo, dopo un processo canonico amministrativo, con pene giudicate dalle vittime troppo lievi rispetto alla enorme gravità dei reati del parroco, oggi anziano e malato.
Al punto che la Santa Sede, a cui le vittime si sono rivolte, ha affidato a un padre carmelitano un supplemento di indagine, ormai conclusa, e che potrebbe imporre a don Cantini pene molto più severe di quelle decise da Antonelli, riduzione allo stato laicale compreso. Ma ben più che su Antonelli, a causa della eccessiva cautela dei suoi provvedimenti, la vicenda ha gettato una grave ombra soprattutto sul comportamento del vescovo Maniago, anche lui ex parrocchiano della Regina della pace e pupillo di don Cantini, a cui fin dall' anno prima le vittime si erano rivolte in prima istanza, ma senza alcun risultato e ricevendone l' invito a non fare denuncia. Un boato, che ha fatto tremare la Chiesa fiorentina, diffuso un profondo senso di disagio nei fedeli e nel clero e come paralizzato la vita di una delle arcidiocesi più prestigiose d' Italia. Da allora, voci sempre più insistenti hanno cominciato a dare per certo un cambio della guardia ai vertici della Curia di Firenze, una sorta di azzeramento necessario per rilanciare l' attività pastorale. Voci rimaste finora senza fondamento. Quello di Betori è sicuramente un nome di grande prestigio, che conferma l' importanza che la Santa sede attribuisce alla Curia di Firenze, e che, nonostante il tormentato contesto in cui si inserisce, sembra indicare l' intenzione di «salvare» in qualche modo la figura del cardinale Antonelli, all' ultimo conclave da qualcuno proposto perfino per la rosa dei papabili.
© Copyright Repubblica (Firenze), 25 maggio 2008
Certo che questa rosa dei papabili aveva davvero tanti petali nel 2005...sara' stata un fenomeno? :-)
Comunque lo Spirito Santo, che sa sempre cio' che fa, ha scelto il "petalo" piu' forte e preparato per il compito immane che lo attendeva...
R.
Antonelli, la porpora prudente che qualcuno voleva fare Papa
MARIA CRISTINA CARRATU'
IL cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, compirà i 72 anni il prossimo 18 novembre. Umbro di Todi, laureato in lettere classiche all' Università di Perugia, insegnante di lettere e storia dell' arte nei licei classici e negli istituti d' arte, poi vescovo di Gubbio e arcivescovo di Perugia. Se davvero dovesse quanto prima lasciare il posto a Giuseppe Betori, avrà trascorso a Firenze sette anni. Quando arriva, nel 2001, sembra che la città dell' arte, diocesi prestigiosa ma non particolarmente difficile una volta finita l' epoca delle intemperanze dei cattolici del dissenso, sia la destinazione ideale per un' indole moderata e più portata a una ordinaria gestione della pastorale che alle grandi battaglie. Segretario generale della Cei dal 1995 e riconfermato nel 2000, Antonelli ha lavorato nella commissione per la dottrina della fede e la catechesi, e alla redazione del nuovo Catechismo per gli adulti. Uomo di Curia, di apparato, capace di tessere e coltivare rapporti, non li trascura nemmeno quando arriva a Firenze, ciò a cui, probabilmente, dovrà adesso la sua onorevole uscita di scena. Delle sue iniziative fiorentine di maggior rilievo, resta, insieme alla istituzione del convegno annuale delle associazioni e dei movimenti, la visita pastorale, iniziata nel 2005e che lo porta in tutte le parrocchie delle diocesi.
Scarse le prese di posizione, salvo, nel 2007, la famosa lettera alle famiglie, chiaramente improntata a una visione anti-Dico, che Ruini farà sua diffondendola anche a Roma. Una carriera improntata alla prudenza, senza grandi voli, che però paga. E all' ultimo conclave, c' è chi propone l' arcivescovo di Firenze come papa. Quanto al governo pratico della Curia, Antonelli si affida completamente al giovane e dinamico vescovo ausiliare, Claudio Maniago, già pro-vicario, dal 2003 più giovane vescovo d' Italia, e che ha già dato prova di sé durante il Giubileo. Il caso Cantini esplode perciò come una bomba su una affiatata gestione a due che sembrava avviata a concludersi senza sorprese, e proprio mentre per Maniago sembra profilarsi una ulteriore, prestigiosa carriera ecclesiastica. Antonelli riceve il memoriale delle vittime dell' ex parroco, tramite l' ex arcivescovo Silvano Piovanelli, ben un anno dopo la loro prima denuncia (nel 2004) a Maniago, che ne aveva taciuto all' arcivescovo i termini reali. L' arcivescovo istruisce quindi un processo canonico amministrativo che si conclude con una serie di pene a carico dell' ex parroco della Regina della pace subito contestate dalle vittime, come la sospensione dalla celebrazione dei sacramenti per cinque anni e la recita di litanie alla Madonna. Per loro insistenza si apre perciò, nel luglio del 2007, un supplemento di indagine, affidata a un padre carmelitano indicato direttamente da Roma. Appena chiusa e di cui Antonelli dovrà inviare i verbali integrali direttamente alla Santa Sede, per il giudizio finale. Mentre ci si chiede, adesso, quale potrà essere, una volta uscito di scena Antonelli, la sorte del suo giovane ausiliare, che, secondo alcune voci, dipenderebbe strettamente proprio dai risultati dell' istruttoria bis su don Cantini.
© Copyright Repubblica (Firenze), 25 maggio 2008
Prudenza, cari giornalisti!
L'inchiesta della Santa Sede e' in corso e non si puo' accusare un vescovo senza visionare le prove.
R.
Quella verve politica stile Ruini
Braccio destro del cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana di Camillo Ruini, uomo della gerarchia e gran traduttore di strategie politiche, più che versato nell' azione pastorale, di grandi interventi più che di quotidiana e feriale presenza in una diocesi lacerata come quella fiorentina. Voci per ora anonime giudicano, così, a caldo, la figura di Giuseppe Betori nel suo possibile impatto con Firenze. Nato a Foligno 61 anni fa, umbro come il cardinale Ennio Antonelli, Betori è consacrato vescovo nel 2001 dallo stesso presidente della Cei, «coordinanti» proprio Antonelli, già arcivescovo di Firenze, e l' arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani. Come dire che in Toscana, nonostante tutto, Betori sembra aver già avuta una sorta di benevola introduzione. Segretario generale della Cei dallo stesso 2001, Betori è stato riconfermato nell' incarico per altri cinque anni nel 2006, ciò che non gli impedirà, come è già successo ad Antonelli, di interrompere anzitempo l' incarico. Con la definitiva uscita di scena, qualche mese fa, del presidente che più di ogni altro ha connotato politicamente la Conferenza dei vescovi italiani, anche per Betori, che ne ha seguito e rimarcato le prese di posizione, si è, giocoforza, aperta la fase del «ricollocamento». Suggerita, oltretutto, da un rapporto con il nuovo presidente della Conferenza dei vescovi, Angelo Bagnasco, che fin dall' inizio non è mai apparso del tutto disteso, sebbene formalmente della massima correttezza. Dato il prestigio della persona, era scontata la sua destinazione ad un incarico di particolare prestigio, quale appunto Firenze, che è sede cardinalizia. Ma di cui non si era ancora parlato e dove (come invece è avvenuto a Pisa con la successione, qualche mese fa, di Paolo Benotto ad Alessandro Plotti), la successione di Antonelli non è stata, almeno finora, preceduta da alcuna consultazione con il clero locale. Il nome di Betori, d' altra parte, era già circolato per la diocesi di Perugia, mentre per Firenze sembrava più accreditato quello Rino Fisichella, il rettore Pontificia Università Lateranense, e che dovrebbe invece essere destinato, nel prossimo giro di nomine, a segretario della Congregazione per la dottrina della fede. La stessa che si sta occupando del caso don Cantini. Non mancano, comunque, i segni della presenza di Betori in Toscana. A Pisa, per esempio, nell' ottobre del 2007, per la settimana sociale dei cattolici: «Sì ai cattolici in politica, ma i religiosi non devono schierarsi», disse in quell' occasione, difendendo le agevolazioni fiscali per la chiesa, attaccando le suore che si erano presentate ai seggi per le primarie del Pd ma spiegando anche che i cattolici «non possono essere cittadini di serie B».
© Copyright Repubblica (Firenze), 25 maggio 2008
Tutte persone di grande prestigio e preparazione per Firenze, fedeli al Santo Padre, e molto capaci sia dal punto di vista teologico sia pastorale.
R.
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7 commenti:
L'importante è che Firenze sia liberata dal peggior vescovo degli ultimi 100 anni (insieme a Florit, che si salva perché ha collaborato alla stesura della Dei Verbum).
Il Cardinale Antonelli è un grandissimo pastore. Se davvero verrà nominato Prefetto di qualsiasi congregazione sono sicuro che non potrà che fare bene per la Chiesa. Umanamente mi dispiace che lasci la nostra diocesi di Firenze.
Roberto P.
Antonelli è un grande Vescovo altro che il peggiore... ma come fate a pubblicare questi commenti!?
Caro anonimo, prima togliti la trave dall' occhio e poi pensa alle pagliuzze degl' altri!
Davide
Abbiamo avuto un Grande Cardinale.Peccato che tanti ciechi non lo abbiano saputo apprezzare fermandosi soltanto alle ciaccolerie di cronaca,evitando quasi diabolicamente come sempre, di andare al centro e di parlare una buona volta di Dio,soffermandosi su fatti vergognosi supposi o presupposti o forse...o come i può darsi...Offuscando tutto il buon lavoro,lo zelo,l'amore per il Signore che Antonelli ha dimostrato nel suo operato.Ho avuto la grazia di essere presente alcune volte alle sue omelie, incontri pastorali...E'una grande persona,quando parlava di Dio il mio cuore esultava di gioia e rimaneva infiammato dalle sue esortazioni.Spero tanto che il signore ci doni un nuovo Vescovo almeno al pari di lui.Abbiamo bisogno di Pastori non di dotti e poi quando cominceremo ad obbedire? Nel Vescovo obbediamo a Dio. Povertà-castità-obbedienza-dove sono andate a finire?
Tutte le attestazioni di stima e di affetto perosnale nei confornti di un Pastore cone quelle psese per il Cardinale debbono essere rispettati. Viene però da sottolineare che sia l'azione pastorale che politica dell'Arcivescov sia stata segnata da episodi quanto mend discutibili(Sui quali non dobbiamo giudicre ed entrare nel merito perchè ci sono autorità che le verificheranno in modo chiaro e definitivo). NOn mi pare che abbia lsciato un vuoto pastorale: se , solo per un attimo, temtiamo di fare un paragone con chi lo h apreceduto credo troveremo unanimi consenso nell'indicare Piovanelli su un livello pastorale di relazione umana e di crescita culturale della diocesi e non solo, ad un livello tale ch eil paragone è quasi irriverente.
Credo che Antonelli abbiapagato in ogni caso la vicenda CAntini/Maniago magari anch eoltre i propri errori. E' un Conservatore ed è quindi nellalinea di Papa RAtzinger: non a casa la su annomina al pontificio consiglio della famiglia è andata ad Antonelli e non ad un progressista. Ritengo ch e Betori sia senz'altro il successore ma dovrà trovare campo libero con la conseguente esclusione e spostamento anche del Vescov Ausiliare destinato temporanemamente a qualche ufficio di Cura Romana nell'attesa di rientratere in una Diocesi tra qualch eanno ad acque ferme. Betori è comunque un cosnervatore quindinon sarà molto diverso da Antonelli ma , certamente, anche per l'esperienza maturata in Cei epr l'età , avrà senz'altro una marcia in più per rilanciare l?Arcidiocesi e la Toscana tutta con nuovi percorsi di evangelizzazione di pastorale del territorio e di politica in senso alto.
Chiunque sia il nuovo vescovo, speriamo bene...e cioè:
1 - Che il nuovo Pastore voglia essere vela dello spirito e non "fine giurista", che di danni alla Chiesa i giuristi ne hanno fati fin troppi.
2 - Che riesca a pensare la Chiesa come corpo con a capo il Cristo, non il clero.
3 - Che invochi sinceramente una nuova Pentecoste tra i cristiani (almeno quelli della chiesa fiorentina) di cui si parla da decenni, ma che ci manca ancora come il pane!
Allora - se Dio vuole - troveremo risposte alla secolarizzazione, alle crisi vocazionali... i pastori non sono chiamati a porsi i problemi in termini sociologici, ma spirituali!
Avendo conosciuto personalmente l'attuale Arcivescovo di Firenze, devo confessare di non averne ricavato buona impressione: approssimitivo, fin troppo diplomatico, uomo 'curiale' e incapace di costruire un saldo legame con i preti della sua diocesi, che riceve su appuntamento dopo circa un mese dalla richiesta... bel Pastore!
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