20 ottobre 2008

L'ex ambasciatore Minervi pretende di vedere le prove sull'operato di Pio XII e, intanto, mette in dubbio le parole del card. Bertone (Caprile)


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"Sconvolgenti" rivelazioni su Pio XII: parlava bene dei Tedeschi...

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Ma Pacelli resta controverso

RENATO CAPRILE

TEL AVIV - «Se Benedetto XVI vorrà visitare Israele sarà un ospite gradito e amato». Yossi Levy, portavoce del ministero degli Esteri di Gerusalemme, ribadisce un concetto già espresso in altre occasioni.
«Papa Ratzinger è già stato ufficialmente invitato e il fatto che accetti o meno ora dipende soltanto dalla sua volontà». Circa la questione della rimozione da parte del Museo della Shoah di Yad Vashem di Gerusalemme di una didascalia «irriguardosa» su Pio XII - un ostacolo al viaggio di Ratzinger secondo padre Grumpel, il postulatore della causa di beatificazione di papa Pacelli - Levy fa però notare che «nel contesto del dialogo aperto e buono con la Chiesa cattolica non possiamo chiudere gli occhi di fronte al controverso ruolo storico di Pio XII e al suo comportamento nei giorni in cui migliaia di ebrei venivano quotidianamente mandati al massacro».
Un portavoce del museo, intanto, ha fatto sapere che servono ancora alcuni chiarimenti e un commento sulla vicenda arriverà probabilmente oggi. La ferita è ancora aperta, dunque. E molto più di quanto non dicano le dichiarazioni ufficiali. Sergio Itzhak Minervi, ex ambasciatore israeliano a Bruxelles e storico, respinge l' eventualità che la didascalia relativa a papa Pacelli, definito tra l' altro «figura controversa», possa essere oggetto di trattative.
«Nessun ente morale - spiega Minervi - e lo Yad Vashem meno che meno può affrontare questioni storiche come se si fosse al mercato, come vorrebbe invece padre Gumpel: se non cancelli quella frase, io non vengo. Siamo seri. La storia ha bisogno di prove, di documenti che se ci sono la Chiesa farebbe bene a mostrare al mondo». «La verità - secondo Minervi - è che di prove non ce ne sono anche se il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone ha di recente affermato di aver rinvenuto un documento inedito, datato 25 ottobre 1943. Se è davvero così, e io ne dubito fortemente, perché non ne è stata mostrata nemmeno una fotocopia?». E che le notizie provenienti dal Vaticano non siano solo materia per storici, lo testimonia il forte impatto che stanno avendo sui media israeliani. «Canale 10» ieri sera, alla fine dello Shabbat ha subito dato ampio risalto a quella che ha definito «la nuova crisi» che sta sviluppandosi fra la Santa Sede ed Israele sul tema della beatificazione di Papa Pio XII. «Le relazioni bilaterali si trovano adesso al punto più basso degli ultimi 15 anni», ha spiegato un commentatore. «Pacelli santo», dunque, non sta proprio bene agli ebrei. Già il rabbino di Haifa, Shera Yshuv Cohen, invitato come «uditore» al sinodo dei vescovi in corso in Vaticano, ha attaccato più volte quella beatificazione. E ieri l' altro l' organismo rappresentativo delle comunità ebraiche francesi ha preso una posizione ufficiale in materia, annunciando che «quella beatificazione» assesterebbe un duro colpo alle relazioni fra Chiesa cattolica e mondo ebraico.

© Copyright Repubblica, 19 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

euge ha detto...

adesso ditemi che delle due parti in contrasto sta soffiando sul fuoco!!!! Il punto più basso del rapporto diplomatico degli ultimi 15 anni e ti pareva!!!!!!!!! Diciamolo senza peli sulla lingua che questo benedetto dialogo non c'è mai stato almeno non seriamente; che si è sempre andati avanti magari dicendo :"io non contesto questo a te tu non contestare questo a me e saremo amici"!L'ennesima riprova di quanto fragili siano state in passato certi dialoghi sbandierati ai quattro venti ma, che probabilmente alla base non avevano nulla di solido; tanto fumo e niente arrosto. Minacce ritorsioni sui rapporti diplomatici questo e quello che si sente rispondere il Papa disposto al dialogo con tutti e con una pazienza ed un grado di sopportazione lontano da ogni limite umano. Un monologo non un dialogo; un muro che non vulo crollare.