20 ottobre 2008
Camorra, parola evitata per scelta. Il Vaticano: «Il pontefice ha voluto rispettare la gente onesta. Ma invita all’impegno» (Il Mattino)
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Camorra, parola evitata per scelta
Il Vaticano: «Il pontefice ha voluto rispettare la gente onesta. Ma invita all’impegno»
DALL’INVIATO
Pompei.
In molti nella piazza gremita di Pompei si attendevano ieri un riferimento diretto del Papa alla criminalità organizzata che insanguina Napoli e il suo hinterland. Nel solco della sua precedente visita proprio nel capoluogo nell’ottobre dell’anno scorso, quando sotto l’acqua battente a piazza Plebiscito Benedetto XVI non esitò a indicare nell’intreccio tra impegno anticamorra e sviluppo del lavoro le autentiche chances per il riscatto della metropoli simbolo del Mezzogiorno. Ieri, invece, mai la parola «camorra» ha fatto ricorso, neppure una volta, nell’omelia di papa Ratzinger. Eppure non si tratta di una svista, men che meno di una dimenticanza. La ribalta delle cronache insanguinate dalla Campania giunge nei palazzi apostolici come un allarme pressocché quotidiano. Né poteva passare inosservata al pontefice la denuncia del vescovo di Pompei Liberati nell’intervista al Mattino proprio nel giorno della visita. Ecco allora il Papa - che aveva concluso l’omelia con un richiamo molto fermo definendo il Rosario «arma spirituale contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo» - evitare per scelta la parola «camorra». Ma ugualmente traspare dal suo messaggio l’invito all’impegno spirituale e al riscatto sociale. È una chiave di lettura forse impegnativa ma che il Vaticano tiene a evidenziare con l’intervento in prima persona del vicedirettore della Sala stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini. Le sollecitazioni dei cronisti lo inducono, dopo un primo scambio di vedute informali sull’assenza di un richiamo esplicito al fenomeno camorristico, a spiegare che «il Papa ha escluso di proposito di pronunciare la parola camorra». Una scelta lungamente maturata in vista del viaggio a Pompei. Il vicedirettore della Sala stampa vaticana la riconduce a molteplici ragioni: anzitutto, rimarca, è stata dettata dal fatto che «quello del Papa a Pompei è un pellegrinaggio, e dunque a dimensione strettamente spirituale». Di più, ed è la motivazione forse più densa di implicazioni: Benedetto XVI è stato mosso «da una questione di rispetto» per il fatto che la maggioranza dei campani sono persone oneste e non camorristi.
Per padre Benedettini «il Papa ha inteso incoraggiare l’impegno delle persone nella difesa dei valori e nella costruzione di una civiltà dell’amore, che rappresenta certamente anche un impegno anticamorra». Dunque, una serie di stimoli in positivo per attingere senza risparmiarsi alle energie attraverso cui si può sconfiggere la criminalità organizzata: di qui il ripetuto invito ai fedeli a essere fermento sociale, a non cedere ai compromessi, a difendere la famiglia, a combattere contro ogni violenza. Sicché padre Benedettini sceglie, in conclusione, di affidarsi alla saggezza di un antico proverbio cinese quando afferma che «è meglio accendere una candela che maledire l’oscurita». Una finalità, d’altra parte, ben presente a Benedetto XVI, anche nel riscontro ad alto impatto nel prosieguo pomeridiano della visita: quando il «sono con voi, il mio cuore è con voi» pronunciato dal sagrato del Santuario accende la piazza.
A riprova che questo papa teologo ha un suo personalissimo stile comunicativo, dal ragionamento raffinato al filo diretto con i fedeli.
Senza che lo sprone all’impegno appaia in sordina, semmai da decifrare in tutti i suoi molteplici orizzonti. fa. sca.
© Copyright Il Mattino, 20 ottobre 2008 consultabile online anche qui.
Leggo:
A riprova che questo papa teologo ha un suo personalissimo stile comunicativo, dal ragionamento raffinato al filo diretto con i fedeli.
Perfetto!
R.
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