3 ottobre 2007

Cio' che i giornaloni omettono: l'intervento di Alessio II a Strasburgo


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Strasburgo Alessio II all’Europa: «Fronte comune sui valori»

DAL NOSTRO INVIATO A STRASBURGO CARLO BARONI

Viene da Mosca, dal Paese che per settant’anni ha pensato di potere fare a meno di Dio, della religione. Che l’ha soffocata e oppressa.
Credendo così di ridare «libertà» ai suoi cittadini. Invece ha creato solo milioni di schiavi disperati. E un vuoto che fa paura solo a guar­darlo. Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, ieri era nel cuore del continente, ospite del Consiglio d’Europa, a Stra­sburgo. È in Francia su invito del­la Chiesa cattolica transalpina.
Un viaggio, per molti versi, stori­co. Il leader degli ortodossi ha ri­volto un appello all’Assemblea per la «difesa dei valori», una bat­taglia di civiltà che l’Europa non può permettersi di perdere o, peggio, di non combattere. Nel luogo che ha fatto dei Diritti del­l’uomo una bandiera, il patriar­ca ha ricordato come per il cri­stianesimo la dignità umana sia un valore imprescindibile. «L’es­sere umano non deve diventare un bene di consumo, un oggetto di esperimenti, un qualcuno che vive sotto il controllo delle nuo­ve tecnologie» ha detto Alessio II. Già, l’essere umano che non è mai un mezzo, come diceva Kant, filosofo «laico». Il patriarca ha ri­cordato come dai comporta­menti morali discenda un bene per tutta la società: «La moralità è libertà in azione». Concetti che sembrano controcorrente in un’Europa che va in tutt’altra di­rezione.
Il leader ortodosso punta il dito contro il «relativismo morale» ma ricorda altresì che la moralità «di­pende dalle scelte individuali e non c’è potere dello Stato che possa interferire in ciò». Ma è sba­gliato pensare di «estromettere la religione dalla sfera pubblica per relegarla nel privato». Alessio II ha ribadito l’importanza dello studio della religione nelle scuo­le, strumento, appunto, per indi­rizzare a quel comportamento morale che è uno dei pilastri sui quali si regge la società.
Il patriarca ha anche risposto al­le domande che gli hanno rivol­to i rappresentanti di tutti i grup­pi politici presenti al Consiglio d’Europa. Toccando anche temi sociali e politici. Ha opposto un secco «no» alla pena di morte ri­cordando come la Chiesa sia a «favore della tutela della vita in tutte le sue fasi». Un deputato lo ha accusato di «intolleranza» per aver manifestato contrarietà al gay pride che si era tenuto a Mo­sca. Alessio II ha ribadito che il cristianesimo insegna «l’amore e la compassione per tutti gli esse­ri umani. Ma scostarsi dagli inse­gnamenti morali con l’adulterio, l’infedeltà, rapporti sessuali di­sordinati, sfruttamento della don­na, porta la coscienza dell’uomo a soffrire». Quindi, nessuna di­scriminazione verso gli omoses­suali ma no alla propaganda del gay pride che fa pubblicità ad un comportamento peccaminoso. I comportamenti omossessuali, ha detto, «cambiano la personalità dell’uomo, in questo senso sono una distorsione, una malattia».
Un accenno anche agli estremi­smi e alterrorismo che minaccia­no il vecchio Continente. «Alcu­ni mascherano sotto spoglie reli­giose queste azioni – ha detto il leader ortodosso – e un terreno favorevole per questa forza di­struttrice è proprio l’ignoranza re­ligiosa ». Infine la vicenda del Kosovo. Il pa­triarca ha ricordato come la re­gione sia la «culla della nazione serba», piena di monumenti che testimoniano questo legame profondo. Concetto ripreso più tardi dal primo ministro di Bel­grado, Vojislav Kostunica, dispo­sto a concedere uno status privi­legiato alla comunità albanese che vive nell’area, ma di indipen­denza, nemmeno a parlarne. Per il capo del governo serbo è ne­cessario che la comunità inter­nazionale si spenda per non arri­vare a soluzioni unilaterali che a­vebberol’unico risultato di irrigi­dire Belgrado e allontanare tutte le parti in causa da uno sbocco positivo. Kostunica ha chiesto al Consiglio d’Europa che nel diri­mere la questione del Kosovo si tenga conto di tre principi irri­nunciabili: «Il rispetto dei diritti umani, la salvaguardia della de­mocrazia e il rispetto del Diritto intrnazionale».
Appello davanti al Consiglio di Strasburgo del patriarca ortodosso: «L’essere umano non deve diventare un bene di consumo». Polemica per le dichiarazioni sugli omosessuali «malati»

© Copyright Avvenire, 3 ottobre 2007

Alessio II al Consiglio d’Europa: “inaccettabile” escludere la religione dalla sfera pubblica
Visita del Patriarca ortodosso russo a Strasburgo e Parigi

ROMA, martedì, 2 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Giunto a Strasburgo, in occasione della sua visita in Francia, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II ha parlato all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sottolineando il contributo positivo della religione alla vita pubblica.
“Riteniamo – ha dichiarato il Patriarca ortodosso russo – che relegare la religione fuori dalla sfera pubblica sia inaccettabile. E’ tempo di riconoscere che la motivazione religiosa ha diritto di esistere ovunque, compresa la sfera pubblica”.
“Il concetto dei diritti umani, la più alta idea politica europea, si è potuta sviluppare grazie all’insegnamento cristiano sulla dignità, la libertà e il carattere morale dell’essere umano”, ha aggiunto, secondo quanto riferito dall'agenzia dell'episcopato italiano “Sir”.
“Eppure oggi ci troviamo di fronte ad una rottura tra i diritti e la moralità e questa rottura rappresenta una minaccia per la civiltà europea”, ha continuato.
Alla vigilia della partenza per la Francia, invece, in un’intervista rilasciata al settimanale “La Vie”, il Patriarca si era detto “convinto che uno dei principali doveri delle nostre Chiese oggi sia la proclamazione dei valori del Vangelo e della vita cristiana”.
“E’ evidente – aveva aggiunto – che alcune tendenze del mondo contemporaneo, come la secolarizzazione, il relativismo religioso, la marginalizzazione della religione rispetto alla vita sociale, la propaganda di una cultura del consumo, la revisione delle norme etiche, esigono una risposta comune che ortodossi e cattolici possono e devono dare”.
“Dobbiamo insieme difendere la famiglia e avvertire la società del carattere nefasto della cultura della morte propagata oggi che vuole farci accettare l’aborto, l’eutanasia e le unioni dello stesso sesso”, aveva poi sottolineato.
Il 1° ottobre il Patriarca Alessio II si è incontrato con l’Arcivescovo di Strasburgo, monsignor Jean-Pierre Grallet, ed ha cenato con il presule e con i rappresentanti delle comunità protestanti.
Secondo quanto riferito dalla “Sir”, l’Arcivescovo ha quindi accompagnato il Patriarca Alessio II alla Cattedrale di Strasburgo dove c’era una assemblea di oltre mille persone ad attenderlo per una preghiera ed un concerto di musica religiosa russa.
Nel suo saluto, il Patriarca ha detto: “Nel mondo di oggi ogni credente ha una responsabilità enorme ed una missione difficile, quella di testimoniare la sua fede. E’ bene che i cattolici e gli ortodossi possano unire i loro sforzi e lavorare insieme. Possiamo e dobbiamo affermare insieme i valori cristiani, di fronte al rifiuto e alla indifferenza”.
“Spero sinceramente che il mio soggiorno in questo Paese, l’incontro con i Vescovi e i fedeli della Chiesa cattolica in Francia, porterà frutti e contribuirà al progresso del dialogo tra ortodossi e cattolici in Europa e nel mondo”, ha auspicato.
Martedì sera, il Patriarca è infine partito per Parigi dove è stato accolto dall'Arcivescovo cattolico della capitale, monsignor André Vingt-Trois, e dal Presidente della Conferenza dei Vescovi francesi, il Cardinale Jean-Pierre Ricard.

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