3 ottobre 2007

Chiesa e tv spazzatura...


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Preti e omosessualità La tv spara nel mucchio

DI UMBERTO FOLENA

Facciamoci tutti un esame di co­scienza » conclude l’economista Renato Brunetta. Seduto su una delle poltroncine scarlatte dello studio di «Exit», lunedì sera su La7, chiudeva il servizio sulle raccomandazioni nell’amministrazione pubblica. Ilaria D’Amico, la conduttrice, ri­lanciava: «A proposito di coscienza…». Era giunto il momento più atteso della serata: i preti gay, come anticipato nei giorni prece­denti (addirittura mezza pagina del Corriere della sera), con «filmati sconvolgenti».
Si capiva subito che il programma era a tesi: «Ci siamo chiesti se era giusto dibattere que­sto tema – spiegava la D’Amico – un dibattito che nella Chiesa non c’è». Non c’è? Forte di questa sua fragile certezza, che non sentiva il bisogno di motivare, la D’Amico spiega­va la genesi dei «documenti»: «Abbiamo avuto la segnala­zione di un ragazzo omoses­suale che frequenta le chat gay, dove ha incontrato mol­ti preti. E abbiamo deciso di non tacere: era una notizia».
Dunque: un ragazzo omoses­suale si rivolge a «Exit», si fa dare microcamere e microfo­no e incontra dei preti per re­gistrarli. Gli incontri sono tri­sti e avvilenti. Umilianti per tutti. Potrebbero essere preti veri (è la tv ad in­segnarci a diffidare di se stessa) con una dop­pia, tripla vita. Ma che giornalismo è questo che fruga di nascosto nel privato, bello o brut­to che sia? E carpisce confidenze con l’ingan­no?

Quanto poi al monsignore che riceve il ra­gazzo- esca addirittura in Vaticano, lì i dubbi si moltiplicano, a cominciare dall’improbabile ascensore e da qualsiasi traccia dell’ingresso in Vaticano, facilmente documentabile. L’uni­co documento che aveva una parvenza di se­rietà era la «confessione» di un parroco che racconta pacatamente la propria omosessua­lità.

Con simili «prove», lo studio si trasformava in un tribunale dell’inquisizione laicista, soft, ma sempre tribunale dove qualcuno accusa e qualcun altro è chiamato a difendersi. In mez­zo una poltroncina vuota: «La Cei non ha ac­cettato il nostro invito». In realtà era presente lo psichiatra, psicoterapeuta e diacono Toni­no Cantelmi; ma gli autori vanno compresi, puntavano a una tonaca di quelle importanti, forse come a «Matrix», per rinvigorire gli ascolti che di fatto sono stati deludenti: 593mila tele­spettatori, 2,55 per cento di share. Cantelmi, da laico autentico, con tono pacato e raziona­le cercava, invano, di deviare dai luoghi co­muni e le generalizzazioni. Luigi Amicone di «Tempi» reagiva ad ogni provocazione.

Marco Politi della «Repubblica», autore del libro «Io, prete gay», distribuiva sicurezze e grandi cifre («Tanti preti sono così, se tutti uscissero allo scoperto i parroci si dimezzerebbero»).

Don Franco Barbero, della Comunità di base di Pi­nerolo, lui che gli omosessuali «li sposa», par­lava sorridente di una Chiesa misericordiosa e mite, ma sui titoli di coda sibilava: «Dio be­nedice anche quando il Papa maledice», sen­za che la conduttrice, assai puntigliosa e per­fino aggressiva con Amicone, gli chiedesse spiegazioni sul «Papa maledicente».

Recitava invece la frase di commiato: «Abbiamo deci­so che parlarne era meglio che non parlarne, nell’interesse di chi crede e di chi non crede». Nell’interesse di chi? Ieri Rocco Berardo, vice­segretario dell’Associazione Coscioni, gongo­lava: «Una perfetta rappresentazione dell’ipo­crisia clericale (…). La politica italiana, inve­ce, è sommersa da diktat vaticani su tutto, dal testamento biologico alla ricerca scientifica, dai pacs all’aborto».

Il solito proclama ideolo­gico che rivela a cosa in realtà si miri: la legge 40, i Pacs, eccetera. L’importante è gettare di­scredito sui preti, tutti, sparando nel mucchio. E tutto fa brodo, vedi l’inchiesta lacunosa e tendenziosa sui soldi del clero di venerdì scor­so. Soldi e sesso: gli argomenti del giornalismo più pigro.

© Copyright Avvenire, 3 ottobre 2007

No comment...non ho visto la trasmissione...per scelta!
R.

2 commenti:

euge ha detto...

Cara Raffaella condivido la tua scelta di non aver voluto vedere questa trasmissione spazzatura che è dire poco!!!!!!!!! Meglio leggere le tante bellissime omelie di Benedetto XVI che ti riempiono il cuore e l'anima di serenità di gioia ma anche, di consapevolezza dei valori cristiani oggi tanto bistrattati!!!!!!!!

Luisa ha detto...

Beh il dato che mi pare consolante è la bassa udienza. Che gli Italiani stiano stancandosi di queste pseudo "inchieste" ?
L`emissione non l`ho vista , ma vedendo i nomi degli invitati " à charge" , con il grande amico della Chiesa, il moralista Politi, lo scenario era più che prevedibile.
Da noi si dice "télévision poubelle" che dà pressapoco "televisione pattumiera", che la gente si stia stufando di questi odori nauseabondi che con gran tam tam mediatico escono una volta i coperchi sollevati?
E Politi è così disperato da dover partecipare a tali emissioni ? Crede dare autorevolezza e credibilità con la sua presenza ?
Mah.... se esisteva ancora una persona che ignorava lo sguardo rispettuoso e oggettivo di Politi sulla Chiesa...adesso è informata.