18 aprile 2008

Il Papa agli Ebrei: "La nostra Pasqua e il vostro Pesah, sebbene distinti e differenti, ci uniscono nella comune speranza centrata su Dio"

Clicca qui per leggere il testo del Messaggio che il Santo Padre ha indirizzato ai rappresentanti della Comunità ebraica e consegna loro un Messaggio augurale in occasione della Pesah, festa della Pasqua ebraica che inizia sabato 19 aprile.

5 commenti:

mariateresa ha detto...

per chi legge in inglese, il nostro papa sorprendente in questo altrettanto sorprendente articolo di Tablet
http://www.thetablet.co.uk/articles/11315/
rivista "liberal" inglese.
La rivalutazione del nostro Benedetto perchè nel caso del Tablet si tratta di una rivalutazione, è fatta soprattutto sotto il profilo umano.Il che non è poco.

mariateresa ha detto...

Ho guardato un video di Repubblica, lo speciale, con Politi che commentava, Paolo Garimberti, il prof. Naso e il solito giovanotto in camicia che fa vedere i grafici. Solita minestra. Il prof. Naso è persona che si presenta bene e si vede che conosce la realtà americana , ma insomma, anche nel suo caso argomenta quello che rientra in una certa interpretazione , il resto che non rientra non esiste o se lo dimentica.
Insomma, la solita operazione ideologica, anche se nel caso del prof. Naso un po’ più raffinata del solito. In sintesi, sfrondando, sfrondando, l’obiettivo di tutta la trasmissione si riduce a dimostrare che il papa finora non ha parlato di Iraq, seguendo il copione prevedibile del “ha mantenuto il silenzio”che abbiamo già sperimentato sul Tibet e in altri casi del genere. Ricordo che una volta anche Pippo Baudo ha usato questo copione lamentandosi di un Angelus, per gli incidenti dopo la partita di calcio, quando un agente è morto.
Insomma, siamo sempre lì: se si può si distorcono le parole, se non si può si va a cercare quello che non c’è, via via interpretando. Siccome non ne ha parlato, almeno pubblicamente, chissà che strategia c’è sotto e GPII, ecc.ecc. Politi ve lo risparmio, quando parla non sembra che esprima le sue opinioni, ma che legga un bollettino medico ai parenti, un bollettino severo naturalmente e me lo immagino mentre si gratta la barba con un’espressione del tipo “non so se se la caverà”.
Ma perché perdo il mio tempo guardando certi video?

Raffaella ha detto...

Mia madre mi ha insegnato a non riscaldare troppe volte la minestra perche' rischia di diventare acida...infatti...
Della guerra in Iraq il Papa ha parlato piu' volte e non e' colpa sua se i giornalisti, per la smania di fare polemica sul Tibet, se ne sono dimenticati.
I ragionamenti vanno bene ma quando restano nel "salotto buono" non servono a nessuno...R.

mariateresa ha detto...

è soprattutto la sceneggiata del conduttore che se ne sta lì scodinzolante ad ascoltare il professorone che dice le stesse cose ma più in forbito dell'inviato Politi. E' questo che mi fa venire l'eczema.
Vado a vedere un video con Paperino che è meglio.

gemma ha detto...

Il Papa non credo sia andato negli Usa per fare politica antiamericana e non è il "politico del mondo". Il suo scopo era quello di rilanciare fiducia tra i cattolici americani nei confronti della Chiesa. Chi si stupisce di questo, è solo in malafede. E il problema "pedofilia" era il nodo centrale. Lo sarebbe stato anche per i cronisti di Repubblica, se non lo avesse affrontato. Ma lo ha fatto, costringendoli alla seconda scelta, l'Iraq. Da oggi pomeriggio magari, verrà rispolverato anche il Tibet.
E' strano che il Papa che non può immischiarsi negli affari interni italiani, avrebbe dovuto presentarsi, ospite straniero alla Casa Bianca per contrastarne il presidente e la politica estera americana. La guerra purtroppo c'è stata e nessun proclama tuonante, per quanto bello fosse, è riuscito ad impedirla. Gli appelli sono belli, ma è inutile ricamarci su a vita quando sono inefficaci. Molto più proficuo può essere provare a trovare soluzioni. Ora si tratta di contenere i danni, aiutando un paese martoriato a ritrovare se stesso e non lo si può certo fare abbandonandolo all'anarchia e alle scorribande terroristiche da un giorno all'altro, in nome della pace parlata ma mai attuata. Servono fatti concreti, non proclami piaciosi. E del gusto estetico di repubblica e di Politi poco ci importa