8 ottobre 2008

Nuove tematiche emergenti nel Sinodo dei vescovi: "La Parola di Dio contro il proselitismo delle sette" (Osservatore Romano)


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BOLLETTINO UFFICIALE DEL SINODO DEI VESCOVI

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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

OMELIE, DISCORSI E MEDITAZIONI IN OCCASIONE DEL SINODO DEI VESCOVI 2008

Nuove tematiche emergenti nel Sinodo dei vescovi

La Parola di Dio contro il proselitismo delle sette

Due motivi, tra quelli emergenti sin dalle prime battute dell'assemblea sinodale sulla Parola di Dio, hanno animato i lavori della quarta congregazione generale, svoltasi nel pomeriggio di martedì 7, presieduta dal cardinale Levada, alla quale hanno partecipato 236 padri sinodali.
Anzitutto la preoccupazione, manifestata da molti dei 26 intervenuti nella discussione libera, per l'inaridirsi della comunità ecclesiale in diversi Paesi del mondo, fatto che presta il fianco a proditorie aggressioni del proselitismo delle sette. Quindi una rinnovata volontà, manifestata dalle Chiese cristiane, di trovare nella Parola di Dio lo stimolo necessario per portare finalmente a compimento il cammino verso l'unità. Significativo in questo senso il messaggio del segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, che è stato letto ai padri sinodali durante i lavori.
Di pari passo però vanno anche la ricerca di nuove motivazioni per valorizzare il patrimonio comune con altre fedi religiose e la necessità di promuovere l'approfondimento della conoscenza delle Sacre Scritture per quanti sono chiamati ad annunciare e a far conoscere ai fedeli la Parola di Dio nella sua interezza.
Tematiche che, se sono risultate più evidenti nella sintetica esposizione degli interventi liberi - visto che a questa fase è stata riservata un'ora di tempo - tuttavia erano state in qualche modo anticipate già negli undici interventi preordinati per la discussione generale.
Soprattutto si è fatto cenno a quelle che possono essere ritenute le cause dell'inaridirsi della comunità ecclesiale. Per esempio, il vicario apostolico di Bengasi, monsignor Sylvester Carmel Magro, ha denunciato la violenza nei confronti di diverse Chiese africane da parte di chi aveva tutto l'interesse a disperdere i fedeli cristiani, le sette in primo luogo. La cosa più dolorosa, ha detto il vescovo, è che tra queste persone ci sono molti cristiani che, abbandonata la fede, ora si rivoltano quasi con odio contro la Chiesa. Ciò è dovuto, secondo il presule, proprio alla poca coscienza del ruolo della Chiesa nel mondo, all'assoluta mancanza di conoscenza della Parola di Dio nel suo più profondo significato. L'indice è stato puntato nuovamente contro le omelie. Il vescovo tanzaniano Desiderius Rwoma ha detto chiaramente che se così tanti cristiani abbandonano la fede certamente una delle cause principali è da ricercarsi nell'incapacità di trasmettere la Parola attraverso la predicazione. La proposta che è stata formulata a questo proposito dai padri sinodali è quella di istituire dei corsi specifici per i predicatori. C'è stato anche chi, negli interventi liberi, ha suggerito di proporre, soprattutto per la prima lettura della messa, tratta dall'Antico Testamento, dei testi più semplici per il sacerdote che non abbia profonde conoscenze bibliche da comunicare ai fedeli.
Sul secondo motivo emergente in questa congregazione, una caratterizzazione decisiva l'ha data il messaggio che il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Samuel Kobia, ha indirizzato ai padri sinodali. È stato letto, al termine degli interventi preordinati, dall'arcivescovo metropolita di Târgoviste, Patriarcato ortodosso di Romania, Mihâita Nifon. "È la parola viva di Dio - si legge nel messaggio - a edificare la Chiesa e a trasformare la vita delle persone affinché diventino discepoli credibili e visibili di Cristo attraverso la santa eucaristia, la meditazione dei testi biblici e la testimonianza quotidiana dei fedeli nelle loro case, per strada e nel posto di lavoro. Il modo in cui la Parola di Dio risuona nella nostra vita sollecita atti di amore tra di noi ed è il fatto centrale della missione olistica della Chiesa". Per questo motivo "è tanto necessario il discepolato - si legge ancora nel documento - in un mondo lacerato da conflitti e guerre, diviso tra ricchi e poveri, afflitto da odio sociale e violenza. Attraverso la croce di Gesù vediamo la sofferenza e la disperazione del mondo. Nel Cristo risorto la nostra speranza è reale. Le conseguenze del peccato possono essere vinte". Il messaggio si conclude con l'augurio per lo svolgimento del Sinodo: "La ricerca dell'unità visibile della Chiesa è una dimensione indispensabile della vita e della missione della Chiesa. Nello spirito di questa affermazione posso assicurarvi le nostre preghiere per questo Sinodo dei Vescovi. Possa Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, essere con voi e benedire le vostre deliberazioni". E il segretario del Consiglio si firma "Il vostro umile fratello nel nome di Cristo".
Il messaggio è stato accolto in spirito di fraternità dall'assemblea sinodale. Se ne è fatto interprete il presidente delegato, cardinale Levada.
Durante la congregazione si è svolta la seconda sessione di votazioni per l'elezione della Commissione per il messaggio. I partecipanti al Sinodo hanno ricevuto in omaggio una copia plurilingue della Bibbia. Questa mattina, mercoledì 8, i lavori sono proseguiti con la prima sessione dei circoli minori. Sono stati eletti moderatori e relatori e si è discusso sulla relatio ante disceptatione.

(©L'Osservatore Romano - 9 ottobre 2008)

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