8 ottobre 2008

Gli interrogativi del Papa: è veramente cambiato Joseph Ratzinger da quando è stato eletto Pontefice? (L'Opinione)


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Radiografia delle parole

Gli interrogativi del Papa

di Lo Svizzero

Ma è veramente cambiato Joseph Ratzinger da quando è stato eletto pontefice massimo? E se la risposta è un “sì”, c’è da chiedersi ancora di quanto e perché. Non è questo, intendiamoci, un passatempo per iniziati; si tratta piuttosto di una sorta di caterpillar di sorprese che coinvolge non soltanto cardinali e curiali di ogni rango, ma piuttosto una insolita, e per di più inaspettata, catena di stupori capace di colpire anche i più impeccabili e irreprensibili osservatori. I quali hanno cominciato a meravigliarsi sin dalle prime battute di questo anomalo, se si vuole, regno sacro e profano insieme, quando si è visto in continuo e irrefrenabile l’aumento pressoché quotidiano dei fedeli che accorrono per vedere il pontefice e sentirlo quando si concede alle udienze, collettive o generali che siano: in quelle circostanze le piazze rigurgitano di gente, specialmente giovane e sempre entusiasta.

Analoga, fors’anche più inaspettata, è stata la sorpresa riguardante i discorsi, le iniziative ma anche i duri richiami che sono peraltro formulati con disarmante umiltà, senza che ne soffrano il tono e la logica, ambedue porti in una maniera accattivante.

Ratzinger insomma sembra voler dimostrare con il suo comportamento, un inedito modo di essere che colpisce prima ancora di convincere, anche se affronta argomenti ostici o comunque difficili da digerire. Lo si è visto in modo del tutto particolare nelle ultime performances di fine settembre e dei primi giorni di ottobre, in occasione di eventi di notevole peso e di grande attualità: la visita di Stato nel palazzo del Quirinale e al Sinodo mondiale dei vescovi a san Paolo fuori le mura, per tacere della recente affermazione, questa sì controcorrente ad limina, secondo cui “i soldi non sono niente”, così come controcorrente sono, sempre in senso negativo, rispetto al mondo laico, le sue uscite sul testamento biologico, sulla contraccezione e sull’aborto. E se ne parla anche in Curia con non poche note dense di meraviglia. Sulla visita al Quirinale è stato sottolineato un dato piuttosto sconcertante da taluni punti di vista. Un aspetto di valore politico che ha visto Ratzinger assai più acculturato in quella materia del suo interlocutore con radici marxiste Napolitano, presentando i rapporti tra la Chiesa e lo Stato in una maniera storicisticamente valida e non incapsulata nei gorghi melmosi del politichese. È risultato altrettanto valido dal punto di vista ecclesiale l’intervento di Ratzinger al Sinodo mondiale dei vescovi, per le sue visioni apocalittiche del futuro di una umanità che non ascolta più la Parola divina, ma si perde nel vortice di tre elementi negativi: l’arbitrio, l’ingiustizia, lo sfruttamento.

Di qui la domanda, peraltro implicitamente affermativa, agli uomini che tolgono Dio dal proprio orizzonte: “sono veramente più felici?” Si tratta di interrogativi che dovrebbero nelle intenzioni di questo papa essere stimolanti per quei circa trecento Padri sinodali chiamati dai quattro angoli del mondo a rivedere in chiave futuribile la Sacra scrittura. Però domande del genere sono quasi inficiate da un’altra riguardante la dottrina della Chiesa in materia sessuale. Questa: “Perché non siamo ascoltati sulla morale sessuale e si preferisce seguire mode, istinti e infedeltà?”. I vescovi dei cinque continenti sono sollecitati a rispondere a siffatti interrogativi ratzingeriani, e non sarà per essi una impresa facile. Tanto più che l’uomo “unico padrone del creato” non può “veramente costruire una società dove regnino la libertà, la giustizia e la pace”. Forse è proprio in virtù di tali quesiti etici che la popolarità di Joseph Ratzinger e delle relative risposte a misura d’uomo raggiungono l’apice, il che meraviglia molti un poco dappertutto nel mondo e perfino in Vaticano.

© Copyright L'Opinione, 8 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

Questo articolo mi fa veramente piacere sia perche' di solito il giornalista che si nasconde dietro lo pseudonimo de "Lo Svizzero" non e' molto benevolo verso il Papa sia perche' la riflessione e' molto articolata e ben approfondita.
In realta' Joseph Ratzinger non e' cambiato in nulla.
Forse sono i giornalisti che iniziano a guardarlo con maggiore obiettivita'.
Non accade sempre ma, quando succede, e' giusto prenderne atto e rallegrarsi
.
R.

1 commento:

euge ha detto...

Sarebbe ora che i giornalisti in questione, comincino a vedere con obiettività il nostro Pontefice. Dopo tre anni credo che qulsiasi luogo comune dovrebbe essere superato.