8 ottobre 2008

Gotti Tedeschi sul crollo delle borse: "Nel mondo anglosassone vige l´etica protestante, più avventurosa di quella cattolica" (Greco)


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Gotti Tedeschi, ex McKinsey ora al Banco Santander, è editorialista dell´"Osservatore Romano" sulla finanza

Il banchiere con un piede in Vaticano "Noi italiani più prudenti dei protestanti"

Negli Usa i finanzieri hanno peccato molto, ora ripara lo Stato. Da noi queste cose non si sono mai viste
L´etica è individuale, non del sistema. Nelle società quotate spesso c´è smania di ottenere utili in breve tempo


ANDREA GRECO

MILANO - Di Dio e di Mammona se ne intende, Ettore Gotti Tedeschi. Una vita passata a fare il consulente - in McKinsey prima e ora "ambasciatore" dello spagnolo Banco Santander in Italia - e un magistero cattolico rigoroso - è opinionista dell' Osservatore Romano -gli danno titolo per parlare di Denaro e Paradiso, come recita il titolo di un suo libro.

Professor Gotti Tedeschi, non le sembra che il Papa potesse glissare, anziché rischiare l´assist agli speculatori?

«Il Papa come sempre si rivolge alla coscienza e parla in modo soprannaturale: pensa alla vita eterna, è il suo ruolo. Non parla come un capo di Stato, di cose terrene. Quel che ha detto è bellissimo, perché ci consola e ci richiama alle cose eterne».

Non le pare un po´ "millenaristico" come messaggio, in queste condizioni?

«Non proprio. Ci vedo solo un richiamo assolutamente lecito da parte di un maestro di etica. Il Papa ritorna alle basi: non si può costruire una vita solo su carriera e soldi, perché quella è idolatria, confusione tra fini e mezzi. Chi costruisce la sua casa sui valori terreni rischia di perdere tutto. Richiamando un fatto essenziale, il Papa diffida chi trascura la vera crescita reale di un individuo: non certo quella che si rifà al puro impiego di se stessi per raggiungere obiettivi terreni. Questi non sono fini, ma mezzi. Il papa ribadisce la fondamentale distinzione».

Lei che è banchiere, come giudica il grado di etica nella categoria?

«Non esiste l´etica oggettiva di un sistema, solo quella dell´individuo. Poi errori se ne possono fare: le società quotate inseguono troppo gli utili nel breve termine, e spesso i loro manager usano strumenti leciti in modo un po´ avventato. Comunque a me pare che in Italia i banchieri siano in grandissima parte seri, trasparenti e dotati di visione etica. Forse è legato al fatto che quasi tutti hanno radici cattoliche».

Non tutti si comportano da cattolici però...

«Parlo anche di chi si comporta da laico. Alessandro Profumo, per esempio, per me è un banchiere con un senso morale ed etico altissimo».

E all´estero? Tra scandali ed eccessi bancari, tutti buoni anche lì?

«Nel mondo anglosassone vige l´etica protestante, più avventurosa di quella cattolica. Per i protestanti vale la fede senza opere, non si è obbligati a mostrare la fede nel vissuto. "Pecca finché vuoi poi pentiti fortemente", diceva Lutero. Negli Usa i banchieri hanno peccato molto, ora ripara lo Stato con un piano da 700 miliardi. In Italia queste cose non si sono mai viste, almeno in banca».

Ma lei di questa crisi, tutta finanziaria, che idea s´è fatto?

«Si è creata una crescita del Pil fittizia, contrapposta alla crescita del Pil reale. Costruita finanziando ciò che non era finanziabile, anche tradendo il mercato, mentre si inneggiava a una solo ipotetica crescita di valore per gli azionisti che non si è rivelata tale. Nel caso dei mutui subprime si è creata una domanda che altrimenti non ci sarebbe stata, e difatti è crollata miseramente. Da qui il richiamo del Papa: è realista chi costruisce, non chi inventa. Ascoltiamolo, anziché dire che si occupa di temi non suoi».

© Copyright Repubblica, 7 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

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