27 aprile 2007
LA RIVOLUZIONE DI RATZINGER SUL SINODO DEI VESCOVI
Cari amici, alla faccia di chi considera Benedetto un Papa "eurocentrico" e conservatore, ecco che "Repubblica" (la fonte non e', quindi, "sospetta") anticipa la rivoluzione del Pontefice per quanto riguarda le norme che regolano il funzionamento del Sinodo dei Vescovi.
Si tratta di una vera e propria "rivoluzione copernicana" che, in nome della collegialita', assegna ai Vescovi un potere deliberativo, e non solo consultivo. Si puo' parlare, quindi, anche di mossa "ecumenica" che aiutera' senza dubbio il dialogo con Ortodossi e Protestanti.
Politi parla di Papa Benedetto come del Papa "delle sorprese".
Bravo Politi :-))
Secondo il politologo di "Repubblica" e' riforma quella delle regole sinodali e controriforma la liberalizzazione della Messa tridentina.
Come ho detto piu' volte, a mio parere, non si tratta affatto di un ritorno al passato ma, semmai, di un'apertura verso tutti, anche verso chi predilige il vecchio Messale. Nessun attrito con le altre confessioni cristiane, con i musulmani e con gli ebrei, perche' vengono eliminati termini che il Concilio ha cancellato.
Grandi aperture, quindi, quelle di Papa Ratzinger che si conferma, ancora una volta, il Pontefice della svolta.
Raffaella
LA NOVITÀ
Avevano solo facoltà consultive, ora possono decidere su alcune questioni
Sinodo, più potere ai vescovi la rivoluzione di Ratzinger
Attesa per il "Motu proprio" che darà il via libera alla messa in latino
MARCO POLITI
CITTA´ DEL VATICANO - Più poteri ai vescovi. Benedetto XVI inizia il suo terzo anno di regno con una riforma importante. Al prossimo Sinodo il pontefice potrà concedere ai rappresentanti dell´episcopato mondiale un potere deliberativo su questioni precise, superando il carattere consultivo del parlamento episcopale che si era attirato molte critiche per la sua scarsa incidenza.
La novità è contenuta nell´ultimo numero della gazzetta ufficiale vaticana Acta Apostolicae Sedis, che riproduce il nuovo statuto del Sinodo, e verrà annunciata oggi. Prossimamente è anche atteso il decreto papale sulla messa di Pio V in latino, che verrà largamente autorizzata pur se con qualche significativo cambiamento rispetto al messale del 1570.
Così papa Ratzinger si rivela pontefice capace di sorprese, di riforme e di controriforme. La modifica della maniera di lavorare del Sinodo è tale da suscitare attenzione anche tra le altre Chiese cristiane. Dice il nuovo statuto, elencando i poteri del Romano Pontefice nell´articolo 1, che tocca a lui decidere circa i pronunciamenti espressi dalla riunione dei vescovi e ratificare le decisioni prese «qualora, in certi casi, abbia dotato il Sinodo di potestà deliberativa».
Dotare il Sinodo di poteri decisionali, come il Concilio - pur permanendo necessaria la ratifica papale delle scelte fatte dai vescovi - è una mossa decisiva per fare decollare il ruolo di questo parlamento dell´episcopato mondiale. Un´apertura in questo senso era contenuta nel Codice di diritto canonico, promulgato negli anni Novanta, ma sotto Giovanni Paolo II le potenziali novità non erano mai state concretizzate nello statuto sinodale. Secondo le regole vigenti (del 1971) al Papa toccava «decidere in merito ai pareri espressi» dai vescovi.
La riforma di Benedetto XVI indica l´intenzione di procedere - seppure a piccoli, prudenti passi - sulla via di una maggiore partecipazione dell´episcopato mondiale al governo della Chiesa. Nel linguaggio ecclesiale si chiama «collegialità». Prima della sua elezione Ratzinger aveva sottolineato che «la Chiesa non è una monarchia assoluta». Ora comincia a introdurre mutamenti nel sistema. La riforma aiuta il dialogo con gli Ortodossi in vista di una riunificazione delle Chiese cristiane, perché nella tradizione ortodossa la partecipazione dei vescovi al governo supremo - attraverso organismi sinodali - è fondamentale. Lo ha ripetuto recentemente il metropolita Zizioulas, inviato speciale del patriarca ecumenico Bartolomeo I, che ha incontrato il Papa in occasione del suo compleanno.
Grande attesa circonda anche l´imminente pubblicazione del Motu proprio papale, che autorizzerà ampiamente le comunità cattoliche tradizionaliste a celebrare la messa in latino secondo il rito di Pio V. Papa Ratzinger spiegherà nel documento le regole da seguire, ma il testo del messale è già pronto e nelle librerie sono già in vendita le nuove copie. Il messale risulta emendato rispetto all´originale di Pio V, seguendo decisioni prese in Vaticano già nel 1962 e prima ancora da Giovanni XXIII.
Sparisce ovviamente l´accenno ai «perfidi giudei», ma spariscono anche le deprecationes, le maledizioni contro «scismatici ed eretici» cioè gli ortodossi e i protestanti, come anche i passaggi che suonavano anti-musulmani. Colpisce nella lettura del vecchio rito l´abolizione totale del ruolo attivo dei fedeli, relegati di nuovo ad una funzione di gregge che segue l´officiante. Curiosamente - per i seguaci dell´assoluta necessità di conservare il testo tradizionale e di celebrare la messa in latino - i messali recano il testo a fronte in italiano.
Repubblica, 27 aprile 2007
I LINEAMENTA DEL SINODO DEI VESCOVI "LA PAROLA DI DIO NELLA VITA E NELLA MISSIONE DELLA CHIESA" (VATICANO, 5-26 OTTOBRE 2008)
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