22 aprile 2007

IL PAPA RIDEFINISCE LA CHIESA


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In attesa della pubblicazione del testo dell'omelia pronunciata poco fa dal Papa di fronte all'urna con i resti mortali di Sant'Agostino, riporto alcuni lanci di agenzia:

PAPA: LA CHIESA VA CONTROCORRENTE MA CON RISPETTO E CORDIALITA'
Ultimo discorso a Pavia prima del rientro in Vaticano

Pavia, 22 apr. (Apcom) - Una Chiesa "controcorrente rispetto ai criteri del mondo", che testimonia i propri valori anche in uno "stile di vita", ma sempre con "stile umile, rispettoso e cordiale". E' quella delineata a Pavia da Papa Benedetto a conclusione della sua prima visita pastorale ad una diocesi italiana da quando, due anni fa, è stato eletto al soglio pontificio.

"La Chiesa non è una semplice organizzazione di manifestazioni collettive né, all'opposto, la somma di individui che vivono una religiosità privata", ha spiegato il Papa in un passaggio-chiave dell'omelia pronunciata durante la celebrazione dei vespri, nella basilica di san Pietro in Ciel d'Oro. La Chiesa, ha spiegato, è una comunità di persone che "si impegnano a vivere nel mondo il comandamento della carità", non senza "leggere e interpretare il tempo presente alla luce del Vangelo". La predica del Papa è stata tutta incentrata sulla figura di Sant'Agostino, di cui, durante la cerimonia, ha incensato le reliquie. "Servire Cristo è anzitutto questione di amore", ha detto il Papa richiamando, al contempo, il vescovo di Ippona e la sua enciclica, 'Deus caritas est'.

"Vi incoraggio a perseguire la misura alta della vita cristiana, che trova nella carità il vincolo della perfezione e che deve tradursi anche in uno stile di vita morale ispirato dal Vangelo, inevitabilmente controcorrente rispetto ai criteri del mondo, ma da testimoniare sempre con stile umile, rispettoso e cordiale", ha poi detto il Papa.


PAPA: RILANCIA ENCICLICA SU DIO AMORE E RIDEFINISCE LA CHIESA

(ASCA) - Pavia, 22 apr - Davanti alla tomba di sant'Agostino benedetto XVi dispiega il segreto intento della sua visita a Pavia: rilanciare l'enciclica su Dio amore e di conseguenza ridefinire la Chiesa, cosi' da metterla in sintonia con il nostro tempo cosi' come Agostino riusci' a mettere in sintonia i suoi cristiani con le sfide del proprio tempo. Stare in sintonia, per Ratzinger non signfica adattarsi allo spirito del tempo, ma essere in grado dir ispondere alle domande di vita e di cultura che si pongono nel proprio tempo. In questa omelia, pronunciata nella basilica di san Pietro in Ciel d'oro dove si custodiscono le reliquie di sant'Agostino, torna in tutta la sua forza la proposta dell'enciclica di Benedetto XVI che lui stesso rivela ispirata alla vita e all'insegnamento di sant'Agostino, qui ricordato come ''Doctor gratiae'', il Dottore della grazia, ossia della gratuita' del dono di Dio che salva. ''In questo sta l'amore - ha ricordato il papa citando un passo della prima lettera dell'apostolo Giovanni -: non siamo stati noi ad amare Dio, ma e' lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati''. Qui e' il cuore del Vangelo, il nucleo centrale del Cristianesimo. La luce di questo amore ha aperto gli occhi di Agostino, gli ha fatto incontrare la ''bellezza antica e sempre nuova'' (Conf. X,27) in cui soltanto trova pace il cuore dell'uomo. Cari fratelli e sorelle - ha proseguito Benedetto XVI - qui, davanti alla tomba di sant'Agostino, vorrei idealmente riconsegnare alla Chiesa e al mondo la mia prima Enciclica, che contiene proprio questo messaggio centrale del Vangelo: Deus caritas est, Dio e' amore (1 Gv 4,8.16). Questa Enciclica, soprattutto la sua prima parte, e' largamente debitrice al pensiero di sant'Agostino, che e' stato un innamorato dell'Amore di Dio, e lo ha cantato, meditato, predicato in tutti isuoi scritti, e soprattutto testimoniato nel suo ministero pastorale. Sono convinto, ponendomi nella scia degli insegnamenti del Concilio Vaticano II e dei miei venerati Predecessori Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, che l'umanita' contemporanea ha bisogno di questo messaggio essenziale, incarnato in Cristo Gesu': Dio e' amore. Tutto deve partire da qui e tutto qui deve condurre: ogni azione pastorale, ogni trattazione teologica. Come dice san Paolo: ''Se non avessi la carita', nulla mi giova'' (cfr 1 Cor 13,3): tutti i carismi perdono di senso e di valore senza l'amore, grazie al quale invece tutti concorrono a edificare il Corpo mistico di Cristo. Ecco allora il messaggio che ancora oggi sant'Agostino ripete a tutta la Chiesa e, in particolare, a questa Comunita' diocesana che con tanta venerazione custodisce le sue reliquie: l'Amore e' l'anima della vita della Chiesa e della sua azione pastorale. L'abbiamo ascoltato stamani nel dialogo tra Gesu' e Simon Pietro: ''Mi ami tu? ... Pasci le mie pecorelle'' (cfr Gv 21,15-17). Solo chi vive nell'esperienza personale dell'amore del Signore e' in grado di esercitare il compito di guidare e accompagnare altri nel cammino della sequela di Cristo. Alla scuola di sant'Agostino ripeto questa verita' per voi come Vescovo di Roma, mentre, con gioia sempre nuova, la accolgo con voi come cristiano''. L'amore diventa la cifra che guida e governa il modo di essere della Chiesa. ''Servire Cristo - dice Ratzinger - e' anzitutto questione d'amore. Cari fratelli e sorelle, la vostra appartenenza alla Chiesa e il vostro apostolato risplendano sempre per la liberta' da ogni interesse individuale e per l'adesione senza riserve all'amore di Cristo. I giovani, in particolare, hanno bisogno di ricevere l'annuncio della liberta' e della gioia, il cui segreto sta in Cristo. E' Lui la risposta piu' vera all'attesa dei loro cuori inquieti per le tante domande che si portano dentro. Solo in Lui, Parola pronunciata dal Padre per noi, si trova quel connubio di verita' e amore in cui e' posto il senso pieno della vita. Agostino ha vissuto in prima persona ed esplorato fino in fondo gli interrogativi che l'uomo si porta nel cuore ed ha sondato le capacita' che egli ha di aprirsi all'infinito di Dio. Sulle orme di Agostino, siate anche voi una Chiesa che annuncia con franchezza la ''lieta notizia'' di Cristo, la sua proposta di vita, il suo messaggio di riconciliazione e di perdono. Ho veduto che il primo vostro obiettivo pastorale e' di condurre le persone alla maturita' cristiana. Apprezzo questa priorita' accordata alla formazione personale, perche' la Chiesa non e' una semplice organizzazione di manifestazioni collettive ne', all'opposto, la somma di individui che vivono una religiosita' privata. La Chiesa e' una comunita' di persone che credono nel Dio di Gesu' Cristo e si impegnano a vivere nel mondo il comandamento della carita' che Egli ha lasciato. E' dunque una comunita' in cui si e' educati all'amore, e questa educazione avviene non malgrado, ma attraverso gli avvenimenti della vita. Cosi' e' stato per Pietro, per Agostino e per tutti i santi''. E poi la conclusione: ''Ripartiamo da qui portando nel cuore la gioia di essere discepoli dell'Amore''.

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