10 ottobre 2007

Perché oggi si vuole ridurre al silenzio i cattolici? Editoriale di Famiglia Cristiana


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Adesso, finalmente, sappiamo qual è il vero problema che affligge l’Italia: è la "questione cattolica". Il padre fondatore della "Repubblica di carta", Eugenio Scalfari, ha schiacciato il pulsante dell’allarme generale e i suoi scudieri sono corsi solerti a rivoltare come un calzino la Chiesa cattolica, multinazionale del denaro ramificata nel Paese, setacciando bilanci e lanciando, per interposto articolo, messaggi radicali al limite dell’intimidazione. È la "questione cattolica" che segna la "diversità italiana", ha detto Scalfari; che poi ci spiega come «noi non saremo mai un Paese normale».

Perché? Perché accade che in Italia l’Angelus del Papa sia un appuntamento fisso in Tv, che le dichiarazioni di cattolici impegnati in politica ingombrino le pagine dei giornali e gli schermi televisivi, e che i contribuenti possano decidere di destinare una quota dei loro soldi, cioè l’otto per mille delle loro tasse, alla Chiesa cattolica. Ecco qual è il grande scandalo! Ci ricorda ancora Scalfari che in altre parti d’Europa non c’è nulla di simile.
Eppure capita che nella laicissima Francia (che al tempo della Rivoluzione aveva addirittura intronizzato la dea Ragione sull’altare di Notre-Dame), il cardinale Lustiger, scomparso di recente, era stato annoverato tra gli "Immortali", i membri dell’Accademia di Francia, seppure non avesse mai fatto sconti allo Stato francese e al relativismo etico. Da noi i cardinali più in vista, per impegno pubblico e culturale, non hanno mai ricevuto nemmeno uno straccio di medaglia. I preti vengono visti e raccontati come libertini pedofili e molestatori sessuali, veri figli di Sodoma e Gomorra, mentre la Chiesa è rappresentata come un carrozzone fallimentare, simile alla Cassa del Mezzogiorno dei tempi passati, destinataria di aiuti di Stato, che violano la legge sulla libera concorrenza.
Non c’è nulla di meglio di storie di sesso e soldi (che, comunque, riguardano singoli individui verso i quali la giustizia farà il suo corso) per stuzzicare istinti morbosi e per gettare discredito su tante benemerite istituzioni religiose e su uomini e donne di questo Paese che, in assenza dello Stato, operano per sanare le "ferite" di una società contraddistinta da una massa sempre più ampia di nuovi poveri ed emarginati. Il "Paese normale" è senz’altro migliore della rappresentazione che ne fa la "Repubblica della demagogia".
La presenza cattolica nel pensiero, nella cultura, nell’esperienza sociale e politica ha costituito nella storia italiana un fattore fondamentale. La stagione costituente ha visto i cattolici in prima fila nella costruzione dello Stato democratico e nella definizione delle linee di politica economica, che hanno permesso all’Italia di entrare nel consesso dei Grandi. Ed è il mondo cattolico che ha pagato il prezzo più alto del terrorismo e della violenza mafiosa.
In nessun Paese occidentale la criminalità ha sparato a due preti, don Puglisi e don Diana, e bruciato le cooperative sociali sulle terre confiscate alle mafie. I terroristi hanno ammazzato Moro, Bachelet, Ruffilli, Taliercio; la mafia il giudice Livatino..., gente che aveva chiara la propria responsabilità di cattolici e cittadini servitori dello Stato.

Perché oggi si vuole ridurre al silenzio i cattolici? Perché si pretende di bandire l’intelligenza cattolica dallo spazio pubblico? Chi ha interesse ad allargare nuovamente le rive del Tevere, contribuendo a lacerare un Paese già stremato da instabilità e risse quotidiane?

Una risposta al crescente anticlericalismo è venuta dalle parole che Benedetto XVI ha rivolto al nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, il 4 ottobre scorso. «La Chiesa», ha detto il Papa, «non si propone mire di potere, né pretende privilegi o aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale. Suo solo scopo è servire l’uomo, ispirandosi, come norma suprema di condotta, alle parole e all’esempio di Gesù Cristo che "passò beneficando e risanando tutti"... Pertanto la Chiesa cattolica chiede di essere considerata per la sua specifica natura e di poter svolgere liberamente la sua peculiare missione per il bene non solo dei propri fedeli, ma di tutti gli italiani».

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