8 ottobre 2007

Mons. Fragnelli commenta per Radio Vaticana l'Angelus di ieri


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Benedetto XVI riconsegna all’uomo di oggi la centralità del Vangelo: così, il vescovo di Castellaneta, Fragnelli, commenta le parole del Papa all’Angelus domenicale

“L’annuncio del Vangelo resta il primo servizio che la Chiesa deve all’umanità”: è il forte richiamo che Benedetto XVI ha pronunciato ieri all’Angelus domenicale. Un impegno, ha proseguito, necessario “per offrire la salvezza di Cristo all’uomo del nostro tempo, in tante forme umiliato e oppresso, e per orientare in senso cristiano le trasformazioni culturali, sociali ed etiche che sono in atto nel mondo”. Su queste parole del Pontefice, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo di Castellaneta, Pietro Maria Fragnelli:

R. - Il dono che il Papa ci ha fatto con questa riflessione, che viene a confermare tutto il Magistero del Santo Padre, sottolinea in ogni occasione l’importanza di riconsegnare il Vangelo all’uomo di oggi. Questo è il primo servizio e noi sappiamo che dall’apertura del cuore degli uomini e delle istituzioni al Vangelo dipende anche il cammino vero della pace. L’apertura al Vangelo è sorgente di pace. Il messaggio che il Papa ci consegna con le parole dell’Angelus è anzitutto un atto di fede nella forza del Vangelo, che apre i cuori e le istituzioni ad un senso forte della dignità dell’uomo.

D. – Il Papa, ancora una volta, mette l’accento sull’origine, sulla fonte della nostra fede. Pensiamo anche al ciclo di catechesi del mercoledì sugli Apostoli ed ora sui Padri della Chiesa...

R. – Il Papa continuamente richiama la nostra attenzione sul fatto che in tutti i secoli della storia cristiana è avvenuto questo servizio, primo servizio di annuncio del Vangelo, un primo servizio che è stato svolto in un modo specifico, illuminato e illuminante dai Padri della Chiesa. Questo richiamo costante che il Papa fa ai grandi catechisti della storia cristiana, ci incoraggia, ci infonde fiducia a non avere paura di fronte alle difficoltà del momento presente, di fronte alla crisi delle istituzioni, le diverse istituzioni sociali, pedagogiche, economiche.

D. – Come testimoniare oggi, soprattutto ai più giovani, la gioia che deriva dal mettersi al servizio di Gesù?

R. – Penso che sia molto importante presentare testimonianze positive dell’oggi, non solo dei grandi catechisti del passato ma anche dei grandi testimoni di Gesù Risorto dell’oggi, coloro che pagano personalmente il prezzo, per esempio, del dialogo impegnativo con culture nuove che si affacciano nello scenario universale nel quale siamo chiamati a testimoniare la fede. Tutto questo ha un linguaggio convincente che i giovani sicuramente sono pronti ad accogliere. Noi vogliamo per questo dire grazie anche al Papa che non smette di ricordare il 50.mo anniversario della Fidei Donum che è in sostanza un’opportunità importante per ridare visibilità a tanti missionari e missionarie che hanno tessuto la speranza tra le diverse chiese del mondo in questi ultimi 50 anni.

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