17 ottobre 2007

Voci sull'annuncio del concistoro: il commento de "Il Giornale"


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Nuovi cardinali, Palermo rischia l’esclusione

di Andrea Tornielli

La comunicazione è attesa per oggi: Benedetto XVI al termine dell’udienza generale annuncerà il concistoro per la creazione di una ventina cardinali che si terrà a Roma il 24 novembre. A quella data saranno diciassette i posti vacanti per porporati con meno di ottant’anni e dunque votanti in caso di conclave. A questi, come ormai è tradizione il Papa aggiungerà alcuni outsider ultraottantenni, quattro o cinque.

Gli italiani presenti nella lista sono i curiali Giovanni Lajolo (Governatorato vaticano), Raffaele Farina (Bibliotecario), Angelo Comastri (arciprete di San Pietro) e il residenziale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Mancherebbe – ma il condizionale è d’obbligo fino a stamattina – nell’elenco il nome dell’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo. La sua esclusione potrebbe essere stata decisa per il fatto che Palermo ha ancora un cardinale emerito votante in conclave, Salvatore De Giorgi. Questo stesso criterio non è stato però adottato per altri porporati italiani: nel 2006 Papa Ratzinger creò cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna pur essendo il suo predecessore Giacomo Biffi non ancora ottantenne.

Due anni fa Romeo – da nunzio in Italia – insieme al cardinale Sodano gestì il famoso e inedito «sondaggio» per la successione di Ruini presso tutti i vescovi italiani, ed è noto che lo stesso arcivescovo di Palermo si sia espresso in termini negativi sul Motu proprio di Benedetto XVI per la liberalizzazione del rito antico. Durante gli ultimi 30 anni non era mai accaduto che un arcivescovo di sede cardinalizia nel nostro Paese saltasse il turno, come invece si è verificato spesso fuori Italia.

Tra i nuovi cardinali ci sono poi i curiali Leonardo Sandri (argentino, Prefetto delle Chiese orientali), l’americano John Patrick Foley (pro-gran maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro), il polacco Stanislaw Rylko (presidente del Pontificio consiglio per la famiglia), il tedesco Paul Jozef Cordes (presidente di Cor Unum). Altre porpore date per certe sono quelle dell’indiano Gracias (Bombay) dei brasiliani Odilo Scherer (San Paolo) e Joao Braz de Aviz (Brasilia), dello spagnolo Lluis Sistach (Barcellona), del kenyota Ndingi Mwana’ a Nzeki (Nairobi). Altri possibili candidati sono l’arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois (in lista d’attesa già dal precedente concistoro), quello di Washington Wuerl, quello di Dublino Diarmuid Martin, quello di Varsavia, Kazimierz Nycz, il nuovo arcivescovo di Minsk Tadeusz Kondrusiewicz. Tra gli ultraottantenni, il Papa aveva deciso di includere il più anziano vescovo polacco, il novantatreenne Ignacy Ludwik Jez, che aveva trascorso tre anni nel lager di Dachau. Ma il prelato, che si trovava a Roma con un pellegrinaggio, si è sentito male ieri mattina mentre faceva colazione ed è deceduto sull’ambulanza che lo stava portando d’urgenza al Policlinico Gemelli.

© Copyright Il Giornale, 17 ottobre 2007


Spero tanto che il Papa, nei limiti del possibile, ci riservi tante sorprese :-)
Non e' strano che ad un Conclave partecipino sia il cardinale titolare di una diocesi sia il vescovo emerito. Ricordo almeno due casi nell'ultimo Conclave (ma potrebbero essercene altri): per l'arcidiocesi di Monaco di Baviera erano presenti sia il vescovo emerito (Ratzinger) sia il vescovo titolare (Wetter); per quella di Milano parteciparono sia il cardinale emerito (Martini) sia quello in carica (Tettamanzi).
Ritengo anche io che non sia questa la ragione per cui il Papa decide di escludere un candidato dalla porpora.
Ecco come Melloni giustifico' l'esclusione dell'arcivescovo di Parigi dal precedente concistoro
:


Lo schiaffo a Parigi, escluso l' erede di Lustiger

di Alberto Melloni

LA SCELTA Forse è uno schiaffo, forse è una punizione. Ma l' assenza di monsignor André Vingt-Trois dall' elenco dei cardinali creati ieri da Benedetto XVI è almeno un colpo che fa rumore. Un colpo alla Francia che solo pochi anni fa dava a papa Wojtyla tre consiglieri del rango del cardinal Jean-Louis Tauran (il ministro degli esteri del Vaticano), del cardinal Roger Etchegarray (l' addetto ad impossibilia per la pace) e naturalmente del cardinal Jean-Marie Lustiger (l' arcivescovo di Parigi la cui vicenda di ebreo convertito e la cui statura avevano un ascendente significativo sul papa polacco). Oggi di questa presenza francese nell' entourage romano resta un insieme di nostalgie e macerie, su cui l' esclusione di Vingt-Trois dalla lista dei cardinali sparge sale. Nessuno chiederà conto di questo che qualcuno chiama già un «affronto tedesco». I cardinali sono «creature del papa», che sceglie senza dover dar conto di ciò che fa o non fa (Wojtyla, ad esempio, per anni escluse l' ora cardinal Lehmann dal collegio). Tuttavia l' assenza di Vingt-Trois non si spiega con una dimenticanza o un criterio applicato a Parigi e non a Bologna. Una ragione va forse cercata nell' inverno del 2005: il cardinale di Parigi ormai in età di dimissioni venne a Roma, nell' angoscioso interstizio tra i due ricoveri di Giovanni Paolo II al Gemelli. Ma dall' udienza Lustiger uscì con in tasca la nomina del suo successore. Il 5 marzo venne reso noto che il papa nominava sulla cattedra parigina, mons. Vingt-Trois, dal 1981 al 1999 vicario e ausiliare di Lustiger. Non era anormale che un cardinale avesse voce in capitolo nella sua successione. Ma la precipitazione di quelle ore sembrò subito indelicata, se non imprudente rispetto al decoro della Santa Sede in un momento di incertezza. Non era la «sporcizia della chiesa», ma ineleganza, oggi sottolineata con un tratto d' umiliazione della chiesa e della nazione francese, che non si consolerà con la creazione del cardinale Ricard, arcivescovo di Bordeaux. Una nuova «infornata» potrà dare a Parigi la porpora oggi negata: ma oggi essa non c' è.

© Copyright Corriere della sera, 23 febbraio 2006

Ricordiamo pero' che il Papa non decide in base alle sue simpatie personali ma esclusivamente per il bene della Chiesa!
R.

2 commenti:

brustef1 ha detto...

Ma il Collegio cardinalizio è o non è il "Senato del Papa"? Il Pontefice ha e deve avere discrezionalità totale sulle nomine, ed è legittimo che, di fronte a dissensi e ribellioni più o meno marcati, preferisca "premiare" chi è in linea con il Magistero. O vogliamo accettare il principio secolare della "promozione automatica", come per i magistrati italiani? Credo che l'errore sia sempre il solito: giudicare in base a criteri secolari quanto avviene nella Chiesa. Basterebbe non dico un po' di cultura, ma almeno di informazione in più.

euge ha detto...

Ma Melloni è fissato con gli schiaffi!!!!!!!!!!!!!!prima quello al Concilio ora quello a Parigi!!!!!!!!!!! Ma insomma Melloni basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La sua è una mania!!!!!!!!!
Eugenia