16 ottobre 2007
Il Papa: liberare milioni di persone dalla fame è una delle sfide più urgenti del nostro tempo
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Il testo del Messaggio del Santo Padre in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2007 è consultabile qui.
Per adesso il testo e' solo in spagnolo, ma nei prossimi giorni verra' tradotto anche nelle altre lingue.
Raffaella
La lotta alla fame riguarda ognuno di noi: l’esortazione del Papa nel Messaggio al direttore della FAO, per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Liberare milioni di persone dalla fame “è una delle sfide più urgenti del nostro tempo”. E’ il richiamo del Papa nel Messaggio al direttore generale della FAO, Jacques Diouf, in occasione dell’odierna Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Il Papa sottolinea che è inaccettabile la condizione di tanti esseri umani la cui vita è in pericolo “per mancanza del pane quotidiano”. Ancora oggi, secondo stime dell’ONU, oltre 850 milioni di persone soffrono la fame. Sui contenuti del Messaggio di Benedetto XVI, il servizio di Alessandro Gisotti:
Ognuno di noi deve sentirsi impegnato a cooperare “per rendere possibile il diritto all’alimentazione”: è la viva esortazione di Benedetto XVI, che per sconfiggere la fame nel mondo chiede sforzi tanto individuali quanto internazionali. Il Papa ricorda che si avvicina il 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Un’occasione, scrive, per mettere l’accento sulla centralità del diritto all’alimentazione dal quale derivano tutti gli altri a partire da quello fondamentale della vita. Con rammarico, il Pontefice constata che gli sforzi impiegati fino ad oggi non sembrano aver diminuito significativamente il numero degli affamati nel mondo. D’altro canto, il Papa si sofferma sulla dimensione etica del “dare da mangiare a chi ha fame”. E’ questa, ribadisce, una priorità che richiama al sentimento di solidarietà proprio dell’essere umano che “porta a condividere gli uni con gli altri non solo i beni materiali, ma anche l’amore di cui ognuno ha bisogno”. Se offriamo solo cose materiali, avverte, allora stiamo dando troppo poco.
La violazione del diritto all’alimentazione, prosegue, “non si deve solo a cause di tipo naturale”, ma soprattutto a “situazioni provocate dal comportamento dell’uomo” che produce un deterioramento generale di tipo sociale, economico e umano. Ancora, aggiunge, sono sempre di più le persone che “a causa della miseria e dei conflitti si vedono obbligati a lasciare la propria casa e i propri cari per cercare di sopravvivere”. E’ perciò “necessario che maturi nei membri della Comunità delle nazioni, una coscienza solidale che consideri l’alimentazione come un diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”. L’obiettivo dello sradicamento della fame e di un’alimentazione sana e sufficiente per tutti richiede inoltre l’applicazione di metodi che rispettino il patrimonio della Creazione. In particolare, Benedetto XVI chiede che si tenga conto dei ritmi della natura, conosciuti dalla gente delle zone rurali. Allo stesso modo, avverte, è importante proteggere gli usi tradizionali delle comunità indigene, lasciando da parte le considerazioni egoiste ed esclusivamente economiche.
Il Papa rivolge un pensiero particolare ai bambini, “prime vittime di questa tragedia”, obbligati “a un lavoro forzato o reclutati dai gruppi armati in cambio di un po’ di cibo”. In tale contesto, auspica che le iniziative prese a livello multilaterale permettano a intere comunità di guardare con maggiore fiducia al futuro. Il messaggio si conclude con l’incoraggiamento del Papa alla FAO, affinché continui il suo lavoro per garantire il diritto all’alimentazione di ogni essere umano. Uno sforzo, assicura, che vedrà il fattivo contributo della Chiesa Cattolica attraverso le sue diverse istituzioni.
Dal canto suo, nel messaggio per la ricorrenza, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, sottolinea che “dobbiamo riconoscere il ruolo che i diritti umani possono svolgere nello sradicare la fame e la povertà e lavorare assieme per far valere il diritto inalienabile al cibo per tutti”. Sull’evento - promosso dalla FAO e che coinvolge 150 Paesi - Cecilia Seppia ha intervistato Andrea Von Brandt, direttore dell’Unità per il Diritto all’Alimentazione della FAO:
R. – Vogliamo enfatizzare il fatto che abbiamo cibo nel mondo sufficiente per nutrire 12 miliardi di persone. Quello che manca è l’accesso a livello individuale, l’accesso a livello dei vari gruppi sociali, quelli esclusi, quelli emarginati, che sono soprattutto donne, bambini, anziani, minoranze linguistiche, etniche, quelli che non hanno voce e non hanno possibilità di nutrirsi in dignità. La maggioranza delle persone vuole lavorare: i piccoli agricoltori vogliono avere la possibilità di nutrirsi da soli. Non è un problema tecnico. Certamente ci sono problemi tecnici, climatici, sempre maggiori forse, ma soprattutto è un problema di distribuzione, di accesso, di politica, di emarginazione, di esclusione.
D. – La FAO ha anche elaborato delle linee guida pratiche che forniscono ai governi dei suggerimenti coerenti per affrontare e ridurre il problema della fame...
R. – Le guide volontarie negoziate e accettate da tutti gli Stati membri della FAO forniscono ai governi raccomandazioni specifiche su come incorporare i principi del diritto all’alimentazione, per esempio nella legislazione, nelle politiche agricole nazionali. Speriamo che questa giornata contribuisca a mettere ancora più in alto nell'agenda politica il tema della fame, dell’alimentazione. Non si deve dimenticare che la fame è la prima causa di morte nel mondo.
D. – Quante persone soffrono ancora la fame oggi?
R. – Soffrono di fame cronica ancora 856 milioni di persone, secondo le nostre statistiche: ciò vuol dire, più o meno, l’Europa e l’America del Nord messe assieme.
D. – Qual è il messaggio chiave di questa 27.ma Giornata Mondiale dell’Alimentazione?
R. – Sono principalmente due i grandi messaggi. Il diritto all’alimentazione è vincolante e la sua realizzazione è possibile. Secondo, gli Stati hanno l’obbligo di mettere in pratica subito gli impegni che a livello internazionale devono essere incorporati e messi in pratica a livello nazionale.
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