17 gennaio 2008

Il discorso "negato" del Papa: non posso imporre la fede (Gasparroni)


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Censura integralista al Papa: decisiva una telefonata di Amato. Il Papa rinuncia per evitare incidenti,non certo per questioni di immagine (Tornielli)

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Ezio Mauro attacca la censura integralista al Papa. Eppure è stata proprio Repubblica a dare voce ai contestatori...

Nel testo che avrebbe dovuto pronunciare stamani, il Pontefice fa appello anche al "coraggio della verità"

Il discorso "negato" del Papa: non posso imporre la fede

Fausto Gasparroni

CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa non può imporre «ad altri in modo autoritario la fede», ma può «mantenere desta la sensibilità per la verità».
Nel discorso che avrebbe dovuto pronunciare stamani alla «Sapienza», e che è stato inviato alla comunità universitaria con una lettera del card. Tarcisio Bertone al rettore Renato Guarini, Benedetto XVI sottolinea la «laicità» e «l'autonomia» dell'ateneo romano, istituzione libera da «autorità politiche ed ecclesiastiche», ma chiede anche che la ragione non resti «sorda al grande messaggio della fede cristiana», cioè che non perda quello che chiama «il coraggio della verità».
Il testo, diffuso dalla sala stampa vaticana e pubblicato sull'«Osservatore Romano», non appare modificato nei riferimenti alla presenza del Pontefice nell'Aula Magna dell'ateneo romano.
Non ci sono accenni neanche al tema scelto dall'università per l'inaugurazione dell'anno accademico, cioè i diritti umani e la pena di morte.

Ratzinger parla di tutt'altro: del ruolo dell'università, della missione del Papato, della verità che «ci rende buoni», della struttura dell'università medievale, e anche del rischio che l'Occidente si arrenda definitivamente «davanti alla questione della verità».

Cita filosofi come John Rawls e Juergen Habermas, padri della Chiesa come Sant'Agostino e San Tommaso. Ricorda persino la lezione di Ratisbona, dove – dice – «ho parlato, sì, da Papa, ma soprattutto ho parlato nella veste del già professore di quella mia università, cercando di collegare ricordi e attualità».
«"La Sapienza" era un tempo l'università del Papa – sottolinea in un passaggio particolarmente significativo in rapporto agli eventi –, ma oggi è un'università laica con quell'autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di università, la quale deve essere legata esclusivamente all'autorità della verità».
«Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche – osserva ancora Benedetto XVI – l'università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un'istituzione del genere».
E in tale contesto, cioè nell'incontro con «l'università della sua città», il vescovo di Roma «parla come rappresentante di una comunità credente, nella quale durante i secoli della sua esistenza è maturata una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di una comunità che custodisce in sé un tesoro di conoscenza e di esperienza etiche, che risulta importante per l'intera umanità: in questo senso parla come rappresentante di una ragione etica».
Giungendo ai nodi cruciali dell'intervento, particolarmente complesso sul piano teologico-filosofico, Ratzinger sottolinea che «il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità e così una forza contro la pressione del potere e degli interessi».
E anche se «varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono», tuttavia, ciò non deve provocare chiusure «davanti a ciò che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno ricevuto e donato all'umanità come indicazione di cammino».

© Copyright Gazzetta del sud, 17 gennaio 2008


Benedetto XVI accolto ieri nell'udienza generale da applausi e ovazioni di migliaia di fedeli, tra i quali un gruppo di universitari di Comunione e liberazione

L'invito di Ruini: domenica tutti a San Pietro

Il vicario di Roma lancia l'appello per una manifestazione di solidarietà. Già numerose le adesioni

Elisa Pinna

CITTÀ DEL VATICANO
Papa Benedetto XVI, dopo la rinuncia a recarsi alla «Sapienza», ha ricevuto ieri in Aula Nervi gli applausi e l'affetto dei suoi fedeli.
Durante l'udienza generale di stamane, tra alcune migliaia di persone applaudenti e in piedi all'ingresso di Ratzinger, un gruppo di una trentina di studenti di Cl ha innalzato uno striscione con la scritta «Comunione e Liberazione - Universitari La Sapienza» e ha gridato più volte «Libertà, libertà». Il Papa, con il sorriso sulle labbra ma il viso tirato, li ha salutati con un cenno della mano e poi, al termine dell'incontro pubblico ha stretto la mano ad alcuni di loro.
In molti, tra i presenti ammessi al baciamano personale di onore, gli hanno espresso affetto e vicinanza. Benedetto XVI non ha però fatto alcun accenno nel discorso pubblico, dedicato peraltro a Sant'Agostino, alla sua decisione di rinunciare a presenziare all'inaugurazione dell'Anno accademico dell'Ateneo romano, dopo le contestazioni di un gruppo di docenti e di studenti. Alcuni dei collettivi universitari, promotori della protesta contro la presenza del Papa, ieri hanno espresso soddisfazione per la mancata presenza di Benedetto XVI e hanno esposto uno striscione all'esterno della facoltà di Fisica.
Intanto il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini, ha invitato tutti i fedeli a una manifestazione riparatoria e di solidarietà con Benedetto XVI. Appuntamento per le 12 di domenica prossima in piazza San Pietro per la preghiera dell'Angelus.
L'iniziativa del porporato ha già raccolto l'adesione di partiti politici, da Forza Italia ad Alleanza nazionale, e ha catalizzato l'entusiasmo di movimenti e organizzazioni cattoliche, tra cui quel Forum delle Famiglie, che il 12 maggio a San Giovanni radunò centinaia di migliaia di persone.
Anche se il vicariato parla sopratutto di una manifestazione di «amore e gratitudine» verso il Papa, dopo una vicenda «che colpisce dolorosamente tutta la città di Roma», è probabile che ciò si trasformi in una prova di forza della mobilitazione cattolica contro le «ristrettezze dell'ideologia», come le ha definite Ruini.
Stavolta la Chiesa non ha aspettato o voluto che fossero altri a cavalcare l'ondata dell'indignazione provocata dalla mancata visita del Papa nell'Ateno romano. Ha agito in prima persona.
E, al Tg2, il porporato ha dichiarato: «È stata una vicenda triste e anche in fondo banale, perchè non c'era nessun motivo per ostacolare la visita del Papa», ha detto.

«Gli studenti mi hanno fatto veramente tristezza – ha aggiunto –. Li ho sentiti anche in televisione dopo l'annuncio, l'esultanza, e pensavo: questi giovani, purtroppo, non hanno senso della realtà e sono fermi almeno a 40 anni fa, come se adesso, nel 2008, vivessimo la stagione del '68». «Penso il contrario – ha affermato -, il Tevere non è mai diventato realmente più largo, diventa più largo nelle immagini pubbliche ma non nel sentimento della gente».

E così, l'iniziativa di domenica servirà anche a dimostrare, secondo Ruini , che a Roma vive «un popolo solo».
In una lettera al rettore della «Sapienza», il segretario di Stato, Tarciso Bertone spiega tra le altre cose che il Vaticano ha «giudicato opportuno soprassedere alla visita per togliere ogni pretesto a manifestazioni che si sarebbero rivelate incresciose per tutti».

© Copyright Gazzetta del sud, 17 gennaio 2008

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