16 gennaio 2008

Censura integralista al Papa: decisiva una telefonata di Amato. Il Papa rinuncia per evitare incidenti,non certo per questioni di immagine (Tornielli)


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Niente Sapienza per il Papa

di Andrea Tornielli

Roma - La decisione è maturata alla fine di una lunga mattinata nei sacri palazzi vaticani, dopo ore di febbrili consultazioni, ma già lunedì sera si poteva percepire che c’era aria di rinuncia.

Dopo la recrudescenza delle polemiche - quelle dei collettivi studenteschi, dei no global pronti ad accorrere a Roma, ma anche quelle pretestuose dei professori che hanno accusato Ratzinger di aver difeso il processo a Galileo senza premurarsi di controllare la citazione, come il Giornale ha fatto due giorni fa e come ribadisce oggi l’Osservatore Romano -, era stata presa in considerazione la possibilità di rinunciare all’invito della Sapienza.

La giornata di lunedì, e gli echi rilanciati dai quotidiani ieri mattina, hanno rimesso in discussione la presenza di Ratzinger, che desiderava comunque andare perché invitato dal rettore e dagli studenti cattolici per una visita alla cappella universitaria.

Qual è stata, allora, la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Non certo il timore per l’incolumità del Pontefice, che sarebbe stata comunque garantita, come ha rilevato un sopralluogo effettuato dai gendarmi vaticani guidati da Domenico Giani. Lo stesso responsabile della polizia vaticana, ieri mattina, ha partecipato alla riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico in prefettura. Dall’incontro non sarebbero emersi gravi motivi per la cancellazione, come gli stessi partecipanti hanno riferito.

Ma un segnale decisivo sembra sia arrivato al colle Vaticano da un altro dei sette colli romani, il Viminale, dal palazzo che ospita il ministero dell’Interno guidato da Giuliano Amato. Nei colloqui informali con le autorità vaticane si è infatti parlato del rischio concreto di disordini. Il ministro, confermando le telefonate delle ultime ore, ha tenuto a precisare che non si è trattato di «una questione di sicurezza» del Papa. Ma la preoccupazione per possibili incidenti era comunque alta.Benedetto XVI e i suoi più stretti collaboratori della Segreteria di Stato hanno preso in considerazione i pro e i contro: fare comunque una visita blindatissima in un’università che dista ben poco in linea d’aria dalla Santa Sede, con il rischio che qualcuno dei manifestanti o dei poliziotti si facesse male; oppure rinunciare, come segno distensivo e per motivi di «opportunità»?

Alla fine sia il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, che ha giocato un ruolo chiave in quanto «primo ministro» del Pontefice, sia il cardinale Vicario Camillo Ruini, avrebbero espresso parere favorevole alla cancellazione della visita, e così Ratzinger - certamente non avvezzo alle rinunce né nuovo al confronto nelle aule universitarie, dato che era professore negli atenei tedeschi durante la contestazione del ’68 -, seppure a malincuore, ha deciso di soprassedere, proprio per svelenire il clima, per non esasperare le frange minoritarie (e già esasperatissime) dei suoi oppositori, di coloro che non lo ritenevano degno di prendere la parola nell’aula magna della Sapienza.

Non una rinuncia per motivi di «immagine», dunque, come qualcuno ha pensato, né per paura delle contestazioni, ma un gesto di responsabilità, per il timore che il suo passaggio all’ateneo, così osteggiato a motivo di pregiudizi, venisse caricato di significati ideologici, finendo per offrire l’occasione per scontri e tafferugli anche gravi.

Il governo è stato prontamente avvertito, così come il rettore, anche se si è atteso il comunicato ufficiale del pomeriggio per confermare la notizia che già aleggiava all’ora di pranzo nelle aule universitarie.

© Copyright Il Giornale, 16 gennaio 2008

Non so davvero come ringraziare Tornielli per quello che ha fatto nei giorni scorsi (l'unico vaticanista a scrivere...i suoi colleghi sono riapparsi solo oggi). So che e' molto bene informato e gli sono grata per il suo lavoro.
Ma quale immagine? Ma va'! I giornalisti hanno fatto a pezzi Joseph Ratzinger per tutta la vita e lui, di fronte alla sua immagine, direbbe, come Clark Gable, "Francamente me ne infischio!".

R.

Altri commenti ed editoriali (non si ritiene di pubblicarli per esteso per ragioni di "opportunita'...)

IL RETROSCENA. Bertone convince il Papa: rischioso l'effetto mediatico di una visita con la scorta della polizia (Politi)

Nella Sapienza sfuggita di mano
Nel vuoto politico 150 ragazzi si fanno sentire. E i prof di fisica ora temono: siamo preoccupati
(Annunziata)

Sconfitta dei laici (Rusconi)

3 commenti:

gemma ha detto...

dobbiamo proprio leggerle anche oggi le solite elucubrazione di Politi e le sottili allusioni al Pontefice che divide (perchè? I rappresentanti della Chiesa delle origini forse univano? Chi finiva in croce o veniva preso a sassate, univa???) ai fantasmi del suo passato, alle indiscrezioni dei suoi soliti amici prelati, all'immancabile monsignore anonimo di turno (che non manca mai e stavolta fa pure citazioni in latino), alle questioni di immagine (Ma quanto gliene frega a Benedetto XVI dell'immagine...).
Un monsignore che ho incontrato davanti ad una chiesa anonima di una città anonima e che, naturalmente vuole restare coraggiosamente anonimo, mi diceva in greco antico che forse in qualche sala anonima della segreteria di stato ci sono troppi spifferi, anche loro anonimi. Chissà se è vero...chi può dirlo, quando è tutto anonimo, diventa automaticamente aria fritta

gemma ha detto...

con una parte del ragionamento di Rusconi, invece, mi trovo una volta tanto d'accordo, quando lancia l'ipotesi del confronto diretto, della "disputatio medioevale", al posto della lectio magistralis, che comunque non era in programma. Non credo che il Papa avrebbe avuto alcun timore ad accettare il confronto, cosa che ha già fatto egregiamente in passato, da cardinale, anche in aule per lui poco accoglienti. Non sarei così sicura della controparte e anche la "macchina" vaticana forse lo avrebbe sconsigliato.
Riguardo al racconto dell'Annunziata sui fisici, sia ieri che oggi, da parte di chi è stato intervistato ho visto tutt'altra determinazione nel perseverare e nessuna preoccupazione.
Bachelet, se la pensava come loro, avrebbe fatto meglio a firmare. E' sempre utile per tutti, l'un l'altro, sapere sinceramente come la pensiamo

euge ha detto...

Beh non mi stupisce il fatto che non sia stato garantita al Papa la sicurezza riguardo all'ordine pubblico......... Non è la prima volta ricordate Prodi quando nel caso del viaggio in Turchia disse che dovevano difenderlo le sue guardie?
In questa occasione, l'Italia è stata peggio della Turchia che di fatto, ha garantito non solo la sicurezza del Papa, ma, lo ha accolto con il rispetto che meritava.
Quella Turchia che ci ha fatto tanta paura.............