16 gennaio 2008

Bel risultato della laicità intollerante (Il Foglio)


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Giuliano Ferrara: Vergogna, sentimento laico

COMUNICATO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PAPABOYS

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Napolitano: "Inammissibile intolleranza"

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Bel risultato della laicità intollerante

Per Claudia Mancina è “una cosa fuori dal mondo” e “ci sarà pure qualcuno che griderà alla vittoria”. Il filosofo Trincia condanna le contestazioni e dice che il Papa dimostra “intelligenza politica”

Roma. “Non mi sembra un gran risultato politico e nemmeno culturale aver fatto fare al Papa la parte della vittima. E magari ci sarà anche qualcuno che griderà alla vittoria”. Così Claudia Mancina, docente di Etica dei diritti nella facoltà di Filosofia alla Sapienza, commenta la notizia della visita annullata di Benedetto XVI.

Al Foglio, dice che gli appelli e le iniziative contro la visita del Papa sono un segnale “dell’incredibile e piuttosto sconvolgente clima di guerra di religione nel quale stiamo precipitando. Forse il rettore avrebbe fatto meglio a non invitare Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico, perché non poteva non immaginare le polemiche che sarebbero seguite a quell’invito. Però, che si manifesti una simile resistenza alla presenza del Pontefice all’Università mi sembra una cosa fuori dal mondo”.
In quella resistenza variamente espressa si concretizza, prosegue Claudia Mancina, “un’idea di laicità intollerante”. Un ossimoro, a ben vedere, “che indica come i laici debbano imparare a capire che la laicità senza tolleranza non ha senso.

Non merita, semplicemente, il nome di laicità. Non pensoche il gruppo di docenti di fisica contrari alla visita dovesse tacere la propria disapprovazione. Penso semplicemente che dovevano essere trovate forme non intolleranti per esprimere il dissenso”. Quei professori potevano, per esempio, “dichiarare pubblicamente che non sarebbero stati presenti all’inaugurazione dell’anno accademico e spiegare diffusamente le loro ragioni”.

E invece, pretendere “di non far entrare il Papa all’Università e di non farlo parlare è, oltretutto, una cosa irrispettosa verso la comunità della Sapienza, nella quale sono presenti molti cattolici”.

E’ legittimo pensare, conclude Mancina “che il clima di guerra di religione di cui parlavo all’inizio possa essere originato da atteggiamenti di revanche fondamentalista da parte cattolica. Certo è che la risposta di chi non vuole il Papa alla Sapienza manifesta una idea e una pratica della laicità che non sono all’altezza del problema”.

Il calogeriano Francesco Saverio Trincia, ordinario di Etica sociale alla Sapienza, concorda. Della visita annullata pensa “che il Papa abbia fatto bene, e in questa situazione non posso che riconoscerne l’intelligenza politica. Di fronte all’occupazione del rettorato da parte di un gruppo studenti, il Papa non poteva trovarsi nella condizione di essere considerato il responsabile, sia pure indiretto, di disordini che alla Sapienza evocano il peggiore dei passati”.

Dell’invito all’inaugurazione dell’anno accademico fatto a Ratzinger, Trincia pensa “sia stata una forzatura, dal punto di vista politico e della civiltà del paese”.

© Copyright Il Foglio, 16 gennaio 2008

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