16 gennaio 2008

Mons. Fisichella: l'Università è diventata un centro sociale. Oltraggio e intolleranza che non sembravano possibili (Corriere)


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L'intervista Il vescovo ausiliare di Roma: è stato un oltraggio e un atto di intolleranza che non sembrava possibile

Fisichella: l'Università è diventata un centro sociale

Luigi Accattoli

ROMA — «È un oltraggio al Papa, un atto di intolleranza che non si immaginava possibile nella Roma di oggi. Ma è anche un'umiliazione per l'Università la Sapienza che patisce un danno di immagine di fronte al mondo, risultando ostaggio di una piccola frangia di studenti e docenti che si ispirano a un'idea settaria di laicità »: è il commento del vescovo ausiliare di Roma e rettore dell'Università lateranense Rino Fisichella.

Lei è uomo di università: come prende questa notizia?

«Il primo sentimento è di tristezza al vedere come una grande università, la più grande d'Europa, viva in un regime di intolleranza di fatto, che la mette in contraddizione con se stessa, cioè con quello che dovrebbe essere un'università: un luogo del confronto più aperto tra le diverse posizioni culturali. Sessanta professori ne condizionano quattromila e un gruppo di studenti emargina un'intera popolazione studentesca».

In questa vicenda «triste» trova qualche insegnamento?

«Sì, che ormai viviamo sotto il fattore "i"...».

«I» come informazione, suppongo. Eccellenza se la prende con i media?

«No, "i" come ignoranza, come intolleranza e come intransigenza laicista. Intolleranza di un ambiente accademico nei confronti di una persona che fu docente universitario e che è uno dei più grandi teologi del XX secolo. Intransigenza laicista che corre il rischio di sfociare in un fondamentalismo scientista di cui non si sentiva proprio il bisogno. I cultori di questa posizione non vogliono neanche ascoltare chi la pensa in altro modo».

Diceva anche «ignoranza»...

«È ignoranza rivendicare la qualifica di "scienza" alle sole materie matematiche e fisiche, come è stato fatto in questa occasione quasi non esistessero le scienze umanistiche ed è ignoranza estrapolare una frase da un testo del cardinale Ratzinger per attribuirgli un atteggiamento di denigrazione di Galileo che mai egli ha avuto ».

Non sarà che semplicemente ha vinto una posizione coerentemente laica?

«No! Abbiamo assistito a un sopruso di una minoranza facinorosa.

Che è poi una vittoria di Pirro, perché il Papa subisce l'umiliazione di non poter andare all'Università ma quella minoranza ha infangato la Sapienza, dandone un'immagine da Centro sociale o da Circolo culturale dei no-global.

Io mi auguro che questo triste episodio dia luogo a uno scatto di responsabilità che aiuti al recupero della dignità che spetta a quell'istituzione ».

E se di mezzo ci fosse anche un di più di rigore nella predicazione del Papa, che gli attira l'avversione laicista?

«Per la predicazione del Papa si può parlare di chiarezza e non di "rigore", a meno che non si intenda il rigore scientifico».

Se la Chiesa si profila sulla scena pubblica non dovrà attendersi di andare incontro a reazioni critiche?

«È certo che le dovrà attendere ed è giusto che tali reazioni si facciano sentire, ma questa non è critica: questo è impedimento a parlare».

Quale sarà stata la ragione ultima della decisione del Papa?

«Egli è uomo di pensiero e la figura papale è segno di unità. Vedendo che non c'erano le condizioni per ragionare e che la sua presenza diveniva pretesto per violenze, ha scelto di togliere il pretesto».

© Copyright Corriere della sera, 16 gennaio 2008 consultabile online anche qui

4 commenti:

Syriacus ha detto...

E ora Fisichella Vicario di Roma!


(Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare...)

Luisa ha detto...

Una volta staccati e piegati con cura i loro cartelloni e striscioni dal contenuto altamente intellettuale,per riporli in un cassetto (non si sa mai potrebbero riservire) ,consiglio ai sapienti docenti e studenti di aprire gli occhi, le orecchie e chiudere la loro bocca.
Una volta tolte le fette di salame e i paraocchi, sturate le orecchie, lasciati i loro grotteshi slogans in fondo alla gola,insomma quando la saracinesca del loro sgabuzzino polveroso, sarà alzata, potranno finalmente guardare all`esterno, e vedranno che il mondo li sta guardando sì, ma non certo con lo sguardo che vorrebbero, il mondo li guarda con diversi sentimenti che vanno dalla commiserazione al disprezzo...nessun applauso..nessun complimento.
Questo gruppetto ha solo discreditato se stesso, l`università e l`Italia.

Però, tutto sommato , ripassando il film degli avvenimenti, non posso che concludere che sono stati i media, televisione, stampa, siti on-line che come dei veri porta-voce , hanno amplificato, in maniera smisurata e progressiva, la protesta trasformando quello che avrebbe dovuto e potuto restare un epifenomeno, una delle tante manifestazioni all`interno dell`Università, in quel vergognoso "spettacolo".

Che tutti riflettano : come si può permettere a qualche decina di studenti e insegnanti di creare un clima tale da condurre il Papa a dover rinunciare non certo per la sua sicurezza ma per quella di chi non lo voleva ?

Anonimo ha detto...

Credo sia utile, in un blog ben fatto come questo un testimonianza. Gli striscioni non verrano riposti, poichè gli studenti hanno protestato per poter avere uno spazio per un'assemblea sul ruolo della scienza e la sua presunta libertà, in contemporanea alla lettura del papa. Ottenuto il luogo l'assemblea si farà comunque a prescindere dal quello che farà il papa, sperando che Mussi, invitato dagli studenti voglia intervenire.

Ciao, lele

euge ha detto...

Condivido pienamente la definizione che Mons. Fisichella ha dato dell'università.
Anch'io lo vorrei come Vicario di Roma oppure perchè no alla Congregazione per la Dottrina della Fede ma come Prefetto!