17 gennaio 2008
Che tristezza, ha vinto l’ideologia (Aldo Maria Valli per "Europa")
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Che tristezza, ha vinto l’ideologia
ALDO MARIA VALLI
Un giorno triste, una sconfitta per la libertà e la cultura, una vittoria degli intolleranti e degli ignoranti. In queste ore bisogna parlare chiaro. Non si tratta tanto di difendere un papa, ma la libertà, il rispetto, l’intelligenza. Nato male, subito contrassegnato da incomprensioni ed equivoci, l’invito rivolto a Benedetto XVI è stato poi gestito ancora peggio, ma tutto ciò non giustifica l’inqualificabile attacco contro di lui e contro la possibilità di ascoltarlo alla Sapienza, la più grande università d’Europa, fondata più di settecento anni fa proprio da un pontefice.
In quanto uomo di università e di studi, l’attuale papa ha poi un rapporto speciale con il mondo accademico, ma neanche questa considerazione è stata sufficiente per i facinorosi e gli intolleranti, che ora saranno soddisfatti del bel lavoro svolto. In questi giorni bastava fare un giro per il campus universitario per rendersi conto che la stragrande maggioranza degli studenti era divisa in due schieramenti: quelli sostanzialmente indifferenti alla visita del papa e quelli favorevoli. I contrari erano e sono una minoranza, così come sono minoranza probabilmente anche fra i docenti.
Però questa minoranza illiberale ha vinto, togliendo alla cultura un’opportunità di confronto e scrivendo una pagina triste per la libertà in questo nostro povero paese che sembra non riuscire proprio a emanciparsi, a sottrarsi ai vecchi schematismi, alle battaglie fatte con lo sguardo rivolto al passato anziché al futuro.
Non è un caso, forse, che la protesta dei docenti sia nata dall’iniziativa di un docente in pensione, di 85 anni. Niente di personale contro di lui, simpatica persona che ho conosciuto, né tanto meno contro la sua età, che anzi va rispettata. Ma in tutta questa vicenda c’è un sentore di vecchio. L’ingiustizia più palese è stata fatta proprio ai danni degli studenti. L’università dovrebbe essere al loro servizio, e con la presenza del papa, di questo papa intellettuale che sa parlare con tanta chiarezza e finezza ai giovani, la Sapienza avrebbe vissuto una giornata di alta cultura. Liberi tutti, l’indomani, di dirsi non d’accordo con le parole del capo della Chiesa cattolica, ma solo dopo averlo ascoltato con attenzione, solo dopo avergli dato la possibilità di esprimersi.
Invece ha vinto l’inciviltà e anche l’ignoranza, perché le parole che il papa, allora cardinale, avrebbe pronunciato nel 1990 contro Galileo e alle quali si sono appellati i contestatori in realtà non sono mai state dette, ma sono una citazione di Feyerabend dalla quale Ratzinger prese anzi le distanze. Da docenti universitari ci si aspetta che sappiano almeno consultare le fonti e riportarle esattamente, invece…
Invece quando si è accecati dall’ideologia tutto diventa possibile, anche che la menzogna sia trasformata in verità e utilizzata per alzare steccati che non hanno ragione d’essere.
Non solo i cattolici ma anche tutti i veri liberali dovrebbero oggi sentirsi tristi e sconfitti. Sì, non c’è altro commento: che tristezza!
© Copyright Europa, 16 gennaio 2008 consultabile online anche qui
Bellissimo commento che sottoscrivo in pieno!
Io, pero', non provo solo tristezza ma anche un profondo, sincero, sentimento di vergogna.
R.
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