16 gennaio 2008

Casavola: «Si sperava che fossero passati i tempi bui del pensiero unico» (Avvenire)


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IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG

Francesco Paolo Casavola

«Si sperava che fossero passati i tempi bui del pensiero unico»

DA ROMA GIOVANNI GRASSO

«Un brutto precedente, figlio dei tempi, non belli, che stiamo vivendo».

Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, non esita a esprimere tutto il suo «sconcerto» per l’esito della contestazione a Benedetto XVI, che ha portato alla cancellazione della sua partecipazione all’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza.

«Stiamo assistendo da qualche anno a questa parte – spiega il giurista cattolico – a una sorta di imbarbarimento nei rapporti politici, sociali e civili, che producono spesso un linguaggio e delle manifestazioni inaccettabili.

Basta vedere quello che si sente e si vede nelle nostre televisioni. Però si poteva sperare che almeno il mondo dell’università rimanesse immune da queste forme di intolleranza: prendiamo atto che, almeno per quanto riguarda questa vicenda, così non è stato.

Con grande rammarico».

Professor Casa­vola, insomma, non le è piaciuta l’iniziativa degli scienziati dell’u­niversità roma­na...

No e soprattutto perché prove­niente da illustri 'cervelli' accademici. L’uni­versità è da sempre il luogo deputato della cultura, del pluralismo, dove si può e si deve ascoltare di tutto da tutti, argomentando criticamente, stimolando la riflessione, il di­battito e il confronto.

Mi illu­devo che l’intolleranza, le af­fermazioni unilaterali e, in fondo, autoritarie fossero state bandite per sempre dalle aule universitarie. Non abbiamo a­vuto nella nostra storia esempi positivi del pensiero unico nelle università; quando ci so­no stati è perché c’era priva­zione di libertà in tutto il Pae­se: si sperava che quei tempi bui fossero tramontati.

Le motivazioni addotte dai contestatori si muovono su due piani: il primo è la pretesa condanna che il Papa avrebbe fatto a Galileo Galilei...

Questa è una motivazione pretestuosa, che in altre circostanze farebbe persino sorridere per la sua inconsistenza.

Il secondo è che anche loro, dicono, difenderebbero la propria libertà di pensiero...

La loro libertà di espressione nessuno l’ha toccata o messa in discussione. Qua nessuno sta dicendo: ascoltate il Papa e conformatevi al suo pensiero.

Il problema è che per loro il Pontefice non dovrebbe parlare e basta. Viene la voglia di citare loro Voltaire: «Non sono d’accordo con le tue idee, ma mi batterò sino alla morte perché tu possa esprimerle». I rischi storicamente vengono dai pensieri unici, non dal dialogo o dal confronto. Ma c’è anche un’altra questione...

Quale?

Mi hanno colpito anche i modi della protesta: ultimativa, pre­potente. Una volta si poteva dire che questo modo di com­portarsi apparteneva alle fasce emarginate o poco istruite.

Oggi sembra che abbia conta­giato anche gli strati intellet­tuali.

Il Papa è il capo della Chiesa cattolica, era stato invi­tato per parlare di diritti uma­ni, in particolare dell’impegno per l’abolizione della pena di morte. Si può anche essere in disaccordo con lui, ma non si ha il diritto di farlo tacere.

Rimane comunque il fatto che una minoranza, per quanto chiassosa, ha impedito a tutti gli altri di ascoltare le parole del Papa...

Questo è un nervo scoperto delle moderne democrazie. Le minoranze hanno il diritto di esistere, di parlare, di esprimere liberamente il loro pensiero.
Ma se pretendono di ergersi a interpreti dell’intera comunità, impedendo fisicamente alla maggioranza di esprimere le proprie scelte, compiono un atto profondamente antidemocratico.

Dopo tanti anni, tornano gli antichi steccati tra laici e credenti?

Intanto bisogna intendersi sul significato della parola laicità, che viene troppo spesso fraintesa. Ho l’impressione che se fosse usata come fanno gli scienziati firmatari del documento, si verificherebbe l’equazione «laicità uguale difesa dello Stato contro la religione». Così arriveremmo a una scienza dello Stato laico: e mi piacerebbe proprio vedere di quale libertà essa vivrebbe.
Credo che qui ci sia per certi aspetti ancora un nodo irrisolto, che affonda le radici nei secoli scorsi e che riguarda ancora il tema delle due culture. Senza contare, inoltre, che fenomeni di questo genere rischiano di alimentare da parte cattolica fenomeni di reazione. E una nuova guerra tra clericali e anticlericali è esattamente quello di cui non solo la comunità scientifica, ma tutto il Paese ha in questo momento meno bisogno.

© Copyright Avvenire, 16 gennaio 2008

3 commenti:

euge ha detto...

Ma non era il Papa l'oscurantista?

Ma ringraziate Dio in ginocchio per averci fatto questo dono l'oscurantismo da ora in poi sarà solo laicista.

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella, volevo accendere il computer ieri sera quando ho saputo dell'annullamento, ma dovevo studiare... Io speravo che il Santo Padre ci andasse comunque, ma sarebbe stato probabilmente molto difficile mantenere l'ordine non solo per il papa stesso e seguito, ma per i docenti e gli altri studenti. Meglio così.

La cosa che più mi ha stupito (e infastidito) è stato il cambiamento dei Tg e dei media stamattina. Bastava chiarire l'affermazione citata e il rapporto con Galileo e forse tutto si risolveva. Certo, quei ragazzi prima o poi dovevano fare qualche polemica, ma almeno avrebbero avuto meno pretesti. Io una gran parte di colpa la attribuisco ai MEDIA nonostante ieri sera e oggi siano molto migliorati e "carini".

Alcuni continuano a dire che ha vinto la laicità e la libertà contro il papa oscurantista, ma se poi si ascoltano i loro commenti si capisce che sono privi di qualsiasi fondamento (continuano a non capire o leggere le posizioni vere del papa identiche a quelle del predecessore), a partire dal prof Cini che ha innescato il tutto, alla Hack, a Odifreddi, Pannella e amici vari. Quindi non fanno testo. Io posso solo capire quando un non cattolico dice di non condividere, ma l'attacco è ingiustificato (quando il papa non attacca mai, cosa che invece i media ripetono sempre).

Alla fine mi dispiace per gli studenti che ora dovranno tornare a studiare perchè non c'è più nulla su cui polemizzare. Poverini, loro che vanno all'università per fare baldoria e proclamare la santità della "laicità", della scienza e della libertà fittizia. Ora cosa fanno? No, devono tornare a studiare, questa non ci voleva...

Mi ha confortato l'udienza di oggi, il papa era sereno e tranquillo. L'inno alla libertà dei giovani mi ha colpito. Grandi! Un saluto, Marco.

P.S.: raffaella, hai sentito che Aldo Maria Valli ieri sera nel concludere il suo preciso servizio ha detto: "un blog dice che da oggi l'Italia non è più un paese civile". Ho pensato a questo blog e infatti ho visto che l'avevi scritto tu... Grande! MARCO

Anonimo ha detto...

Nel mare degli articoli odierni ti segnalo le interviste del corriere a Ciampi e al rabbino Di Segni. Marco