6 aprile 2007
Al Colosseo in migliaia per Ratzinger
Per la seconda volta Papa Bendetto XVI guida la via dolorosa nel luogo simbolo del martirio cristiano
La solenne funzione diffusa attraverso le televisioni di 41 nazioni sparse in tutto il mondo
Via Crucis, un inno alla donna
Al Colosseo in migliaia per Ratzinger
Alla nona stazione la meditazione "femminista": "Preghiamo per le umiliate e le violentate"
Nel pomeriggio la Messa del venerdì santo a San Pietro: "Si apra un'era al femminile"
ROMA - E' stata la via Crucis delle donne, quelle "umiliate e violentate, quelle emarginate e sottoposte a pratiche tribali indegne, le donne in crisi, e sole di fronte alla loro maternità, le madri ebree o palestinesi e quelle di tutte le terre in guerra le vedove e le anziane dimenticate dai loro figli". Un inno alle donne, quelle che erano sul Golgota e quelle a cui il Signore si rivelò per prime, le donne di ogni tempo. Benedetto XVI vuole imprimere una spinta verso una maggiore valorizzazione della donna nella Chiesa. Lo ha fatto attraverso le meditazioni affidate al biblista Gianfranco Ravasi, prefetto della biblioteca Ambrosiana, che alla nona stazione, quella dove Gesù incontra un gruppo di donne, si richiama alle donne dolenti d'ogni tempo e luogo, quelle "umiliate e violentate, di tutte le terre in guerra".
Molte giovani fedeli, tra cui una cinese, hanno portato la croce nella suggestiva cornice del Colosseo illuminato, da sempre legato per i cristiani alla memoria dei martiri. Davanti a migliaia di pellegrini che stringono tra le mani piccole croci in legno o ceri bianchi, osservato da milioni di spettatori in 41 nazioni sparse in tutto il mondo compresa Cuba, Papa Ratzinger ha dato il via al rito della via Crucis, portando personalmente la croce alla prima e all'ultima stazione.
E' stata la seconda volta che Papa Bendetto XVI è tornato all'Anfiteatro Flavio per ripercorrere la Passione di Gesù seguendo l'esempio di Paolo VI che nel 1964 riportò nel luogo simbolo del martirio cristiano l'antica tradizione della "via dolorosa", e di Giovanni Paolo II, che in 27 anni di pontificato saltò solo l'ultimo appuntamento del venerdì santo costretto dalla malattia a seguire il rito dalla sua cappella privata.
Alla seconda stazione, la croce è passata al cardinale vicario Camillo Ruini, e poi si sono susseguiti gli altri cirenei: una giovane della diocesi di Brazzaville in Congo; una famiglia della diocesi di Roma; un giovane cileno e due frati francescani della Custodia di Terra Santa.
Un venerdì santo che può essere definito speciale perché all'insegna del neofemminismo cattolico. "Dopo tante ere che hanno preso il nome dall'uomo, homo erectus, homo faber, fino all'homo sapiens-sapiens, cioè sapientissimo, di oggi, c'è da augurarsi che si apra finalmente, per l'umanità, un'era della donna". L'auspicio era già risuonato con forza nell'omelia pronunciata nella Basilica di San Pietro durante la solenne funzione che ricorda la Morte e la passione di Gesù Cristo. Papa, cardinali e vescovi hanno reso oggi omaggio alle donne: alla loro dignità e al ruolo sempre maggiore che hanno conquistato nella Chiesa e nella società. E si sono uniti alla più ferma condanna delle violenze di cui sono ancora troppo spesso vittime nel mondo.
Partendo dalle figure femminili del Vangelo, il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, nell'omelia della tradizionale Adorazione delle Croce letta davanti a Benedetto XVI e all'intera Curia Romana, ha detto: "Con una certa condiscendenza maschile le chiamano le pie donne, ma esse sono ben di più: sono altrettante Madri Coraggio. Hanno sfidato il pericolo che c'era nel mostrarsi così apertamente in favore di un condannato a morte". L'invito di padre Cantalamessa è stato però quello di evitare nella Chiesa "di ripetere l'antico errore gnostico secondo cui la donna, per salvarsi, deve cessare di essere donna e trasformarsi in uomo".
Repubblica (sito)
PAPA: IL COLOSSEO ILLUMINATO DA MIGLIAIA DI FIACCOLE
Con una presenza massiccia e un calore straordinario, i fedeli hanno premiato Benedetto XVI che, alla vigilia ormai del suo 80esimo compleanno, non si e' sottratto a nessuno dei gesti delle impegnative liturgie del Triduo Pasquale: ieri ha lavato e asciugato i piedi a dodici fedeli in San Giovanni il Laterano, oggi pomeriggio in San Pietro si e' prostrato a terra, su un tappeto rosso, per l'Adorazione della Croce, stasera alla XIV stazione della Via Crucis del Colosseo, ha preso di nuovo a portare la croce, salendo fino alla terrazza del Palatino dove Giovanni Paolo II negli ultimi anni era costretto a fermarsi per assistere al rito. Le immagini suggestive del Colosseo illuminato dalle migliaia di fiaccole dei fedeli e l'emozione visibile sul volto del Papa sono riflesse negli occhi dei bambini africani, asiatici e europei che hanno seguito la croce in rappresentanza dei Continenti.
PAPA/ BENEDETTO XVI: IL NOSTRO DIO HA UN CUORE DI CARNE
Conclude la Via crucis al Colosseo: siamo vicini ai bisognosi
Roma, 6 apr. (Apcom) - Il Dio cristiano "ha un cuore di carne": con queste parole Papa Benedetto XVI ha concluso la Via crucis al Colosseo del venerdì santo. Un lungo applauso delle migliaia di fedeli ha salutato le parole conclusive di Ratzinger, che si è rivolto loro dalla terrazza che domina il monte palatino e l'Anfiteatro flavio.
"Seguendo Gesù nella via della sua passione - ha detto il Papa - vediamo non solo la passione di Gesù ma quella di tutti i sofferenti del mondo. Questa è la profonda intenzione della preghiera della Via crucis: aprire i nostri cuori e aiutarci a vedere col cuore. I padri della Chiesa - ha proseguito Benedetto XVI - hanno considerato come il più grande peccato del mondo pagando la insensiblità e la durezza del cuore. Per questo amavano il profeta Ezechiele, che diceva: 'Vi toglierò il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne".
"Convertirsi a Cristo - ha detto il Papa - voleva dire ricevere un cuore di carne, sensibile per la passione e per la sofferenza degli altri. Il nostro Dio non è un Dio lontano, intoccabile nella sua beatitudine, ma ha un cuore. Anzi - ha precisato il Papa - ha un cuore di carne, si è fatto carne proprio per porter soffrire con noi e essere con noi nelle nostre sofferenze. Si è fatto uomo per darci un cuore di carne e risvegliare in noi l'amore per i sofferenti e i bisognosi. Preghiamo per tutti i sofferenti del mondo, perchè Dio ci dia realmente un cuore di carne, ci faccia messaggeri non solo con le parole ma con tutta nostra vita".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento