5 aprile 2007

Rassegna stampa del 5 aprile 2007


Oggi i quotidiani riportano notizie di varia umanita' sul Papa e la Chiesa. In questo post prenderemo in esame i titoli meno impegnativi. Seguiranno alcuni articoli a commento del libro di Benedetto XVI su Gesu', uno speciale di "Repubblica" sulle meditazioni scritte da Mons. Ravasi per la Via Crucis di domani al colosseo e qualche editoriale decisamente decisamente innovativo che propone un gioco che finora nessuno aveva inventato: il tiro al bersaglio su Papa Ratzinger...che novita'!
In particolare commenteremo un articolo di Merlo, veramente divertente :-))

Raffaella


Bertone consolida il suo potere nominato "camerlengo" del Papa

Nella storia recente della Chiesa due soli casi analoghi: Pacelli e Villot. Il più fidato collaboratore di Ratzinger ha la passione della musica e del calcio. Parlò di Gesù allo stadio

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - Tarcisio Bertone, segretario di Stato, è il nuovo Camerlengo della Santa Sede. Lo ha nominato ieri papa Ratzinger in sostituzione del cardinale spagnolo Edoardo Martinez Somalo, dimessosi a norma del Codice di diritto canonico avendo compiuto 80 anni il 31 marzo. Un doppio incarico per Bertone, che consolida così il suo potere in Vaticano, secondo solo al Papa. Come segretario di Stato era già il responsabile della politica nazionale ed internazionale della Curia vaticana, quasi una sorta di premier. Ora, col titolo di Camerlengo, Bertone - 63 anni compiuti il 2 dicembre scorso - dovrà curare anche l´amministrazione vaticana al posto del Papa quando questi è fuori sede per viaggi o per visite pastorali di lungo periodo. Ma il suo ruolo diventa determinante alla morte del Pontefice e può condizionare la scelta del successore. Spetta infatti al Camerlengo verificare il decesso del pontefice, rompere l´anello del Pescatore - il simbolo del potere papale - e poi, coadiuvato da due porporati eletti dal collegio cardinalizio, organizzare il Conclave. Il Camerlengo sigilla l´appartamento papale, apre il testamento del pontefice e prende possesso dei palazzi pontifici. Si tratta, quindi, di un ruolo di grande responsabilità.
Forse proprio per questo, l´incarico di Camerlengo è stato quasi sempre tenuto distinto dal Segretario di Stato. Due le sole eccezioni nella storia recente della Chiesa, con Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, e col cardinale Jean-Marie Villot sostituito nel 1979 da Agostino Casaroli.
Papa Ratzinger con questa decisione premia dunque il suo primo collaboratore cucendogli addosso un ruolo quasi "pacelliano" a coronamento di una carriera ecclesiastica caratterizzata anche da interessi extrareligiosi. Da seminarista Bertone amava molto giocare a calcio. Da sacerdote, tra l´altro, è stato vicino ai carcerati. Ma Bertone è anche affascinato dalla musica: una passione ereditata dal padre organista che lo ha spinto persino a comporre alcune arie sinfoniche, una delle quali - eseguita lo scorso anno ad Ivrea e intitolata "Frenesia Primaverile" - scritta su un testo di un detenuto suo amico del carcere di Fossano dove è stato cappellano. In seguito, Bertone è stato docente e rettore della Pontificia università salesiana, vescovo di Vercelli, segretario alla Congregazione della dottrina della fede con lo stesso Ratzinger, e arcivescovo di Genova prima di diventare segretario di Stato.
Bertone ha sempre amato affiancare ai suoi compiti pastoriali una buona dose di intraprendenza e fantasia. A volte le sue iniziative hanno avuto un carattere sorprendente rispetto al cliché dell´ecclesiatico rinchiuso in curia. E´ stato ad esempio il primo cardinale a commentare in tv partite di calcio di serie A e a parlare della Passione in uno stadio, Marassi di Genova, prima di un derby Genoa-Sampodoria. Ma non è da meno anche il suo interesse per le fiction a carattere sacro: martedì scorso durante l´omelia al Ceis di don Mario Picchi, Bertone ha elogiato l´Inchiesta di Giulio Base trasmessa su Raiuno, soffermandosi, in particolare, nell´analisi della prima comunità cristiana così come è raccontata nel film e dove, ha detto, «è riportata molto bene la figura del centurione Longino che sostituì Giuda il traditore e guidò i primi cristiani». Adora inoltre la musica di Verdi e dei grandi classici, ma è anche ammiratore dei Nomadi di Beppe Carletti specialmente - ha confessato - quando cantano "Io Vagabondo" e "Trovare Dio".

Repubblica, 5 aprile 2007


TESTAMENTO BIOLOGICO
D'Agostino: noi cattolici traditi Il testo del Comitato era diverso

Angela Frenda

MILANO — «E io che mi ero quasi scordato tutto». Francesco D'Agostino, giurista ed editorialista del quotidiano della Cei, Avvenire, usa toni ironici per spiegare quel che sta accadendo. Da presidente del Comitato nazionale di bioetica, nel 2003, riuscì a far approvare, dopo un lungo dibattito, un documento formale che invitava «il Parlamento italiano a legiferare sul testamento biologico». Era un passo avanti nel dialogo tra laici e cattolici, perché su molti aspetti era stata raggiunta una sintesi delle rispettive posizioni. «Sì — racconta D'Agostino — c'era stata una mediazione su molti punti. All'unanimità si era deciso, ad esempio, che il medico deve prendere in considerazione il testamento, ma non è vincolato a eseguirlo. Motivando però per iscritto la sua decisione. Era un modello intelligente: garantiva malato e medico. L'unica piccola eccezione c'era stata sul tema dei pazienti in coma persistente e in particolare sulla possibilità di inserire nel testamento biologico il rifiuto di alimentazione e idratazione: qui c'era dissenso. Per il resto, il nostro documento era un'ottima base di lavoro».
Ma da ieri, con le parole del segretario della Cei, monsignor Betori, sul testamento biologico si assiste a un rinnovato scontro. Un irrigidimento improvviso della Chiesa. «Naturale — spiega D'Agostino preoccupato —. Negli otto disegni di legge depositati in Parlamento, infatti, ci sono delle fughe in avanti rispetto al documento che avevamo approvato noi. Fughe, sinceramente, non previste».
Tra i punti caldi, l'ex presidente del Comitato di bioetica ne individua tre: «Il primo: la figura del medico in molti disegni di legge viene vincolata a rispettare la volontà del paziente in modo quasi meccanico, il che è gravissimo perché umilia la deontologia professionale. Il secondo e più problematico: si vuole far rientrare l'alimentazione e l'idratazione tra le cure mediche e quindi sindacabili da parte del paziente. E l'ultima faccenda è che oramai sempre più spesso sono intrecciate le questioni legate al caso Welby a quelle del testamento biologico. E per me è chiaro che c'è un tentativo mediatico di confondere le idee perché, anche se ci fosse stato il testamento biologico, non avrebbe aiutato Welby. Purtroppo anche Ignazio Marino è cascato in questa trappola.... E dunque capisco le preoccupazioni della Chiesa. Hanno ragione: il lavoro del Comitato non ha avuto dai laici l'adeguato riconoscimento. È stato tradito».
Francesco d'Agostino è dispiaciuto. Dispiaciuto che il suo documento sia stato «disatteso. Io, che sono un ingenuo, ero convinto che avrebbero preso in considerazione il nostro testo. Insomma, sarebbero partiti da quello e lo avrebbero trasformato in legge. Nella certezza, così, di non avere grane, perché tutte le grandi famiglie ideologiche erano concordi sulla sintesi che avevamo raggiunto dopo una faticosissima mediazione». E invece? «Invece il Parlamento si è bloccato. Dopo le elezioni hanno riaperto il discorso e, con mia grande meraviglia, ho visto che il senatore Marino, invece di partire dal nostro testo, ha cominciato a fare una serie di audizioni senza dare al nostro lavoro alcun rilievo particolare. Marino ha organizzato un convegno sul tema al quale Casavola, attuale presidente del Comitato, è stato invitato solo come uditore, ma non per intervenire».
È polemico, D'Agostino, anche su un'altra proposta: «Il senatore Ignazio Marino ha suggerito l'obbligatorietà del testamento biologico. Ma ciò sarebbe limitante della libertà di ognuno di noi». La soluzione che l'ex presidente del Comitato di bioetica suggerisce, a questo punto, è una sola: «Ripartire dalla nostra proposta, dal nostro documento. Che è ancora capace di rappresentare l'autentica mediazione. Altrimenti, vedo solo una grande confusione».

Corriere della sera, 5 aprile 2007


Eutanasia e dintorni. La deriva dell'eroismo compassionevole

di Redazione

Il fratello che tenta di iniettare eroina alla sorella in coma, Moana Pozzi morta con l'aiuto del marito, Sandra Milo che fa altrettanto con la madre. Sempre più spesso, l'eutanasia spacciata come atto d'amore. La logica di un eroismo alla rovescia.

Non si parla mai abbastanza di vita, degli interrogativi profondi che nascono davanti a chi soffre, della realtà umanamente incomprensibile del dolore, dei sentimenti contraddittori che il cuore umano può provare. L'eutanasia continua ad essere al centro della cronaca: non solo il caso Welby (forse più problematico da dibattere), ma anche la storia dell'uomo che ieri ha provato ad iniettare una dose di eroina alla sorella in coma, senza più speranze. “Il mio è stato un atto d'amore, - ha detto l'uomo dopo l'arresto - non sopportavo l'idea di vederla in quelle condizioni”.

E che dire della confessione del marito di Moana Pozzi, la pornostar morta di tumore al fegato nel 1994, con l'aiutino del consorte? “Ho fatto entrare piccole bolle d'aria attraverso la flebo, – ha spiegato Antonio Di Ciesco al Messaggero - quando seppe che le restavano pochi mesi mi chiese di aiutarla a morire”. Drammatica la descrizione dell'ultimo giorno: "Io e Moana restiamo vicini e ci stringiamo in silenzio. Sappiamo tutti e due cosa sta per accadere. L'infermiere ci trova abbracciati, dice che è ora di dormire. Quando esce ci guardiamo, ci abbracciamo, i baci sono un addio. Poco dopo si addormenta tra le mie braccia. Facendo entrare piccole bolle d'aria nella flebo lei non si accorge che la vita l'abbandona. E con essa anche le sofferenze". Una sorta di racconto epico, molto simile a quello immortalato da film come Million Dollar Baby o dalle comparsate in TV dell'attrice Sandra Milo, prodiga di dettagli e particolari sul suo ruolo attivo nella "dolce" morte della madre.

Vicende diverse e situazioni in cui ognuno è chiamato a fare un passo indietro; eppure, colpisce il tratto compassionevole (mai innocente) che emerge da ogni testimonianza. È lo stile un po' cinematografico degli occhi lucidi che tocca il tasto delle emozioni, ammanta di buone intenzioni gesti comunque contrari all'etica e alla natura umana, trasforma una resa in un atto di coraggio. E mentre si trovano giustificazioni (“Non potevo più vederla così”), si invoca addirittura l'amore (“I baci sono un addio”) e magari ci si asciuga qualche lacrima, si sbatte sempre in secondo piano il percorso alternativo: la terapia del dolore, l'accompagnamento psicologico per chi non ha più speranze, la presenza amica e l'affetto, capaci di andare oltre la disperazione.

Del resto, la strada è più complicata e impegnativa. Meglio ripiegare su un eroismo alla rovescia, in base al quale la fatica che appaga è dare la morte piuttosto che aggrapparsi alla vita, porre fine alle sofferenze piuttosto che alleviarle, escludere ogni margine di senso, piuttosto che cercarlo con tutte le forze. Una deriva compassionevole, insomma, in cui nessuno vince e nessuno perde: un anestetico per la coscienza. Morta dolcemente anche lei.

Korazym


BOOM DEL TURISMO DI PASQUA
Il vicesindaco Garavaglia: "In pole position i tedeschi, con +11,61% per l´effetto Ratzinger, e gli inglesi con +9,82"

Turismo, "una Pasqua trionfale"
Oltre 600 mila presenze in più rispetto al già eccezionale 2006

«Roma si appresta a vivere una Pasqua trionfale». Dopo aver letto i dati forniti dall´Ente bilaterale del turismo, la vicesindaco Maria Pia Garavaglia fatica a trattenere l´entusiasmo: «Se le previsioni saranno confermate, nel corso della settimana Santa la capitale avrà 630mila presenze in più rispetto allo stesso periodo del 2006, che pure fu un anno eccezionale. Prova della sua eccezionale capacità di attrarre tantissimi visitatori, italiani e stranieri». Questi ultimi soprattutto tedeschi, frutto dell´inesauribile effetto Ratzinger (+11,61%); seguiti da inglesi (+9.82), francesi (+8.8), giapponesi (+8.05) e americani (+3.68). La stragrande maggioranza resta tuttavia tricolore: dopo la Sicilia, Roma è infatti la tratta aerea nazionale più ricercata per le vacanze pasquali secondo l´Osservatorio Volaregratis, il principale motore di ricerca sui voli low cost e tradizionali.
Le cifre fornite dall´Ebt non lasciano spazio a equivoci: dal 3 al 9 aprile negli alberghi e nelle strutture ricettive complementari della provincia di Roma gli arrivi cresceranno del 9,73%, le presenze del 6,9. L´87% dei soggiorni si concentrerà a Roma città, in particolare in hotel, mentre nell´hinterland andranno più forte ostelli, B&B ma soprattutto gli agriturismi. «Quelli intorno alla capitale sono stati prenotati con molto anticipo e sono già tutti esauriti», annuncia soddisfatta l´assessore regionale all´Agricoltura, Daniela Valentini, promotrice tra l´altro di una legge che incentiva l´apertura delle aziende agrituristiche: «A conferma del grande interesse suscitato da una forma di ospitalità che offre un altro modo di vivere la città d´arte. Non è un caso che quest´anno l´incremento ha superato il 10%, con tantissimi stranieri in più».
Una girandola visibile anche negli scali di Ciampino e Fiumicino, dove tra domani e il 10 aprile l´Adr prevede transiteranno oltre 530mila passeggeri. Tra le destinazioni più gettonate le città d´arte e con musei famosi come Valencia, Bilbao e Basilea, e le grandi capitali europee; ma anche mete esotiche come Cuba ed Egitto.
(gio. vi.)

Repubblica, 5 aprile 2007

Ma che strano! Ma Ratzinger non era un Papa non mediatico e poco interessante? Bah! :-))


ROMA "CAPUT MUNDI" DEL TURISMO RELIGIOSO

I turisti stranieri sono in aumento, soprattutto i tedeschi, anche per l’"effetto Ratzinger". Per loro c’è un progetto.

Sono 35 milioni i passeggeri transitati dagli aeroporti di Fiumicino e Ciampino nel 2006. C’è chi viene a Roma per affari, ma la maggioranza sono turisti. Da qualche anno gli americani sono al primo posto, seguiti dai britannici, mentre il terzo posto se lo contendono giapponesi e tedeschi. Così gli afflussi turistici raggiungono numeri record non solo a Roma, ma anche in provincia, un territorio che offre splendidi tesori artistici, i Castelli, le colline della Sabina, località di mare come Anzio, Nettuno e Santa Severa.

Nel 2006, nella provincia di Roma il numero dei visitatori è cresciuto del 9,75 per cento rispetto all’anno precedente. Un dato confermato pure a gennaio di quest’anno. Nel complesso, fra il 2003 e il 2006 le presenze turistiche sono raddoppiate, da 2,3 a 4,6 milioni.

In questi dati c’è una costante: aumenta il numero dei turisti tedeschi (+38,25 per cento nel 2006). Un aumento certamente dovuto anche alla presenza a Roma di un Papa che viene dalla Germania. «Sì, c’è senza dubbio un "effetto Ratzinger"», dice monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi. Perciò la Borsa internazionale del turismo di Berlino (Itb) è una buona vetrina per presentare al pubblico e agli operatori turistici della Germania l’offerta della provincia di Roma.

Sulla via di san Francesco

Il presidente Enrico Gasbarra si è presentato a Berlino con Andreatta. Insieme hanno illustrato un progetto di collaborazione per valorizzare e promuovere il territorio provinciale.

Il progetto si articola in vari punti. Prevede prima di tutto l’istituzione di una "Consulta per il turismo religioso", che intende incoraggiare questo tipo di turismo nei 120 comuni del territorio. Saranno valorizzate le feste patronali e quelle religiose popolari, eventi legati alla fede, al folclore e anche all’enogastronomia. Si promuove la "via Francigena dell’Est", che passerà attraverso Venezia, Ravenna, Rieti, Roma e Assisi.

Il tratto che unisce Roma ad Assisi si chiamerà via di san Francesco. Viene confermata per il 13 maggio in piazza San Pietro la Giornata del pellegrino, un evento dedicato ai turisti che da tutto il mondo vengono a Roma per visitare i luoghi di culto.

«Nel 2005 c’erano 2.000 persone, l’anno scorso erano 30.000, quest’anno ne aspettiamo 50.000», dice monsignor Andreatta. «L’obiettivo», continua il vulcanico sacerdote, «è fare di Roma la capitale mondiale del turismo religioso. Un luogo, insomma, che può essere punto di partenza per viaggi a Lourdes, Fatima, Santiago de Compostela e la Terra Santa».

I tedeschi al volante

Per favorire l’afflusso dei turisti dalla Germania, a Berlino Gasbarra ha sottoscritto un accordo con l’Allgemeiner Deutscher Automobil Club (Adac), l’Automobile club tedesco, che, oltre a essere una grande associazione automobilistica, è una vera e propria associazione a tutela dei consumatori con ben 15 milioni di iscritti, 220 uffici in tutta la Germania e un fatturato di un miliardo e mezzo di euro. L’accordo prevede di far conoscere al pubblico tedesco gli oltre 800 eventi che la provincia promuoverà nel suo territorio nei prossimi mesi in occasione della "Festa di primavera".

Si tratta di concerti (Bacalov, Piovani, Miranda Martino, Paola Turci), mostre (la Passione di Cristo secondo Bernini); spettacoli teatrali (Fanny Ardant a Villa d’Este a Tivoli), rassegne di danza, gastronomia, folclore.

Nonostante la grande crescita del mercato tedesco, va detto che l’Alitalia non garantisce un collegamento aereo diretto fra Roma e Berlino. Per raggiungere la capitale tedesca Gasbarra ha dovuto far scalo a Malpensa e da lì imbarcarsi su un altro aereo. Quattro ore di viaggio, quando un volo diretto (garantito da Fiumicino solo dalla Air Berlin) dura 2 ore e 10 minuti. «È arrivato il momento di dire basta», lamenta Gasbarra, «a questa confusione che fa perdere ricchezza e complica la vita ai turisti. Credo sia ora di intervenire sul trasporto aereo ridisegnando rotte e funzionalità di Alitalia, che sta seguendo una politica aziendale mite, nonostante la crescita significativa del comparto turistico».

Roberto Zichittella

Famiglia Cristiana, n. 14


IL CASO
11 MILA COPIE IN 15 GIORNI

Il best seller si chiama Biffi

VALERIO VARESI

Se il confronto fosse sul piano editoriale, l´ex arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi sbaraglierebbe la concorrenza dei «colleghi», dal patriarca di Venezia Angelo Scola al suo successore bolognese Carlo Caffarra fino a un personaggio televisivo come l´ex presidente della Cei Camillo Ruini. L´ultimo libro, Le cose di lassù, che raccoglie gli esercizi spirituali con Benedetto XVI, è diventato in due settimane un piccolo best seller con 11 mila copie vendute e tre ristampe. Comprensibile la soddisfazione dell´editore senese «Cantagalli» che può così annoverare in catalogo un autore di grandissimo seguito. Nella classifica dei libri più venduti, infatti, Biffi è secondo solo al Papa, ma tutto questo, in un´istituzione rigidamente gerarchica come la Chiesa, è un fatto naturale. Stupisce, invece, che Biffi raccolga un seguito così vasto con un libro che appare più destinato agli «addetti ai lavori» che al grosso pubblico. Gli «Esercizi spirituali», infatti, non includono tematiche di largo interesse come il precedente «Pinocchio e Peppone» uscito qualche anno fa e arrivato a 12 mila copie. Nonostante ciò, alla «Cantagalli» precisano che le vendite non si limitano alle parrocchie o alle librerie religiose. A Milano, per fare un esempio, l´ex arcivescovo di Bologna ha venduto finora un centinaio di copie alla laicissima Feltrinelli e anche alla consorella bolognese il libro va a gonfie vele. Merito anche del traino assicurato da un paio di pagine sull´opera uscite su «Il foglio» e scritte dal direttore Giuliano Ferrara. Ma è indubbio che il cardinal Biffi, anche dopo il suo ritiro tutto studi e riflessioni, continua ad avere un seguito come pochissimi vescovi italiani.

Repubblica, 5 aprile 2007

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