13 aprile 2007

Repubblica perde il controllo ed insulta il Papa


Pubblichiamo di seguito un editoriale, in qualche modo sconvolgente ma molto illuminante, apparso sulla prima pagina di "Repubblica" di questa mattina.
All'inizio la mia reazione e' stata un misto di stupore e di sconcerto, ma poi ho preso tutto sul ridere e mi auguro che i lettori del blog facciano altrettanto :-)
Ritorna il gusto di riportare doviziosamente gli insulti al Papa, a Mons. Bagnasco ed al cardinale Ruini. Essendo, IO, una signora, mi sono permessa di sostituire le offese con gli asterischi.
Sotto l'articolo troverete il mio, lungo, commento.

Raffaella

LA POLEMICA

Una scorta laica per Bagnasco

FRANCESCO MERLO

Sono arrivate, le incivili e minacciose scritte sui muri contro il neopresidente della Cei Bagnasco e contro Papa Ratzinger, proprio quando i vescovi italiani stavano rischiando di renderci simpatico, per reazione, il diavolo. Sono arrivate a ricordarci che questo nostro cattolicesimo, in cui siamo nati e in cui intendiamo continuare a vivere, va protetto anche da se stesso, va difeso anche quando viene colto dalla fregola fondamentalista, e dunque va scortato non solo dalla polizia come sta avvenendo a Genova, ma, se occorre, da tutti gli italiani.
Insomma siamo pronti a offrirci volontari come guardie del corpo del vescovo Bagnasco anche noi laici.

Persino noi che nel Papa tedesco e nell´"imam" Ruini più che un anelito e un profumo di cielo annusiamo un gran puzzo di inferno; anche noi insomma che nella chiesa che manda in piazza i suoi preti contro i gay vediamo balenare non il buon Dio ma un "Diaccio" senza la grazia, sospettoso e diffidente a tal punto verso le sue creature da essere quasi contento di coglierle in fallo e dannarle senza misericordia.

È vero che c´è nel neo tradizionalismo populista del Vaticano, e nello zelo savonarolesco dei vescovi italiani un´insicurezza di se stessi da cui chi crede veramente dovrebbe essere al riparo. Ma in fondo è una paura, è una debolezza, è una povertà di spirito che possono persino intenerirci se paragoniamo questi nostri monsignori, diventati, anche fisicamente, così incerti, così dispeptici, e tutti politicamente un po´ torbidi, a quelle orribili stelle a cinque punte e alla sigla Br che, per la prima volta nella storia italiana, sono state rivolte contro di loro e contro il Papa.
Le scritte – da "*****" a "***** a Bagnasco", da "cloro al clero" sino a "Ruini Bagnasco Ratzinger *******" – che sono apparse sui muri di Genova, poi di Bologna e di Torino e che ora si stanno diffondendo per contagio, rimandano alla grammatica e alla sintassi di quell´Italia ormai ultraminoritaria ma violenta e vigliacca che sempre approfitta dell´impunità per preparare agguati, per rilanciare squallide battaglie perdute, per riportare il paese ai suoi anni incivili o solo per preparare la pesantezza del rituale chiassoso di strada. Da tempo ormai in Italia i muri non sono più i fogli bianchi, i pannelli collettivi e le pagine della comunicazione democratica, degli azzardi strampalati e degli abusi lessicali che sintetizzavano appassionate discussioni, segnalavano il debordare di un eccesso sociale, dalle assemblee di fabbrica alle occupazioni di università o di case, e diventavano gli slogan delle lotte studentesche e dei cortei operai. Oggi i muri sono piuttosto il corpo vivo su cui si incidono le cicatrici, sono i luoghi dove parlano gli antisistema alla taxi-driver, sono i taccuini delle anime malate. Non è più vero che chiunque abbia qualcosa da dire la scrive o la disegna sul muro, purtroppo non è più il diario irriverente degli adolescenti con l´acne comunicativa. E´ invece vero che i muri esprimono il malessere dell´intelligenza e spesso anticipano il fanatismo di piazza.
Ma temo che sia inutile spiegare ai vescovi che ad andare in piazza ci si imbatte sempre nei professionisti della piazza, negli organizzatori del disagio epocale come eversione, nei rifondatori delle rifondazioni che la disperazione rende pericolosi. Non che i fanatici producano vero consenso e sogni collettivi di rivoluzione, ma che possano produrre lutti, funerali e immensi dolori, questo sì, è possibile. E in questo senso ha fatto bene lo Stato a non sottovalutare le minacce ai vescovi e a proteggere fisicamente il loro capo.
E però la parte odiosa di questa faccenda è che i vescovi non capiscono che anche il neo integralismo papista produce sofferenza. Un omosessuale che si sente bandito in nome di Cristo è sofferenza pura. Insomma quello controriformista può diventare un codice odioso che stana gli odiosi. E, in Italia, ormai lo sappiamo, si trova sempre un odioso imbruttito dal rancore, che scrive proclami feroci, fosse solo sui muri: scarti metropolitani che non ce la fanno a stare al mondo e che arrivano a sparare agli altri perché non hanno il coraggio di spararsi, disperati che invece di togliersi di mezzo, di impazzire o di suicidarsi, molto più vigliaccamente progettano di togliere di mezzo qualcuno, il loro presunto nemico che, adesso – incredibile ma vero – identificano con il vescovo, con la chiesa italiana.
Ed è una follia, una folle novità che non ha nulla a che vedere con le persecuzioni dei cristiani, con il martirio dei sacerdoti nei paesi comunisti, con la Jihad islamica. È una follia tutta italiana, anche perché non è vero che questi vescovi dalle gote incavate hanno soffocato il sanguigno don Camillo, il mantello del ricco tagliato in due e diviso con il povero, l´amore per tutto ciò che è naturale e non è arzigogolio teologico, il prete antiideologico che ha registrato la nostra storia nazionale, il prete italiano a cui ricorrevano comunisti e conservatori, ricchi e poveri, miscredenti e baciapile, un prete bonario e ricco di saggezza di mondo, al di sopra dei partiti e delle classi.
Su una cosa possiamo rassicurare Bagnasco: l´Italia laica proteggerà sempre questi suoi preti, e proteggerà anche Bagnasco, non solo perché non ama il martirio e l´industria dei santi che in questi giorni sembra eccitare i soliti focosissimi giornalisti e intellettuali ultracattolici, ai quali piace la rissa (sempre nel nome del perdono, della rinunzia e dell´amore). Il fatto è che, a dispetto della sbandata integralista della Cei, noi laici crediamo davvero nella nobiltà dei preti italiani, nella loro generosità, persino nelle loro capacità visionarie e nelle loro intemperanze, insomma nella superlevitazione della religione, nel suo stare sopra e mai contro: sopra i conflitti e i luoghi comuni, sopra i gusti sessuali e le tensioni sociali; la religione come lingua viva che non si trova nei mille libroni di teologia tedesca e neppure nelle scuole di pensiero dei banchieri tomisti, che sono un´altra bizzarria nazionale. Ecco perché, qualora occorresse, garantiremmo, sempre e comunque, una scorta laica a Bagnasco e alla sua battaglia di retroguardia, per proteggerlo certo dai matti fanatici e, come dicevamo all´inizio, per proteggerlo pure da se stesso. Ma anche per proteggere noi stessi, per evitare che davvero questi vescovi riescano a farci vivere nel rimpianto del Dio buono dei nostri padri e nel rimorso di averlo perso.

Repubblica, 13 aprile 2007


Analizziamo con attenzione questo divertente editoriale.
Che cosa notiamo? Innanzitutto il livore verbale e il paradosso per cui si afferma l'intenzione di "proteggere" i Vescovi dai cattivi che imbrattano i muri, ma, in realta', si fomenta ancora di piu' il rancore verso la Chiesa.
Merlo parla di paura. Ma la paura di chi e di che cosa? Dei Vescovi e del Papa? Pensiamo davvero che abbiano paura?
Ratzinger e' stato in Turchia sotto minaccia di morte e non ha avuto paura.
Timore di perdere consenso nel Paese? Strano modo! Il Papa puo', oggi, essere osannato: basta che chieda perdono per gli errori che la Chiesa ha fatto in duemila anni, basta che parli di fame, di poverta', di sofferenza, di amicizia, di DIALOGO!
Basta che dica tutto cio' e otterrebbe tutto il consenso che vuole.
Il lato divertente e' che Benedetto XVI parla ogni giorno di poverta', di Africa, di Darfur (ne ha parlato all'Urbi et Orbi ma e' stato ignorato!), di dialogo (non astratto ma onesto e sincero), ma nessuno dei media lo ascolta. Viene ignorato. Perche'? Semplice: accanto a questi temi Papa Ratzinger osa parlare di argomenti eticamente sensibili. Apriti cielo: ingerenza, silenzio, addio concordato!
Secondo questa bizzarra e divertente impostazione, Benedetto XVI puo' parlare di tutto tranne che di vita, di famiglia, di eutanasia, di aborto, cioe' dei temi di cui egli HA IL DOVERE di parlare!
In questo editoriale, caro il mio Merlo, Lei offende gravemente il Papa, il quale non reagira', rimarcando la differenza, abissale, fra lui e tutti gli altri, tutti noi.
Merlo, Lei offende il Papa quando afferma che in lui sente il puzzo dell'inferno!
Io nel suo editoriale, invece, sento puzza di bruciato! Avverto un tentativo estremo da parte di un intellettuale di fermare la "cura Ratzinger", la medicina che ci insegna a ragionare con la nostra testa e a non conformarci alla mentalita' di questo secolo!
Non e' il Papa che ha paura, caro il mio Merlo!
Notiamo poi la scelta dei termini. Quando l'editorialista offende il Papa facendo riferimento al puzzo infernale, non lo chiama per nome. Non troviamo Papa Ratzinger, Benedetto XVI o semplicemente Ratzinger. Le due parole usate sono Papa tedesco!
Perche'? Sarebbe interessante chiedere a Merlo una spiegazione. Sappia che io sarei molto orgogliosa di essere tedesca!
In un altro passo si usa lo stesso aggettivo: la religione, secondo il nostro Merlo, non si trova nei libroni di teologia tedesca!
Ma davvero? Non era piu' comodo scrivere "nei libri di Ratzinger"? Perche' offendere un intero popolo?
Come dicevano con Francesco, a commento del post "Il Papa, Socci, Cacciari e il libro su Gesu'", oggi non ci basta piu' la religione dei buoni sentimenti (che noia!). Occorre dare un fondamento razionale alla nostra fede e Papa Ratzinger ci aiuta magnificamente a scoprire, giorno per giorno, che fede e ragione non sono antitetiche ma complementari: la ragionevolezza della fede e', per me, sempre piu' evidente.
Di questo, caro Merlo, ringrazio anche i libroni di teologia tedesca tradotti in italiano! Come si puo' disprezzare in questo modo la cultura? Il Papa non lo farebbe mai!
Francamente preferisco la teologia del Ratzinger alla teologia del Merlo!

Raffaella

9 commenti:

Luisa ha detto...

Ho dovuto riprendermi a due riprese per leggere questo articolo talmente non credevo ai miei occhi!
Mi sembra che il microcosmo, il circo dei laicisti, anticlericali, stia perdendo le staffe, dando i numeri. Come è possibile che Merlo rileggendosi non si sia posto un limite, uno solo, quello della buona educazione ,del rispetto che si deve ad ogni essere umano ?
È veramente utile e necessario per un polemista di scendere a dei livelli così bassi degni di una fogna?
È possibile che Benedetto XVI faccia così paura a questi detentori del " giusto e del vero"?
Mi sembra che la loro paura sta sfiorando il panico, non vedo altra spiegazione per analizzare e leggere questo articolo a dir poco vergognoso , indegno dell`intelligenza che presumo l`autore debba avere.
Quest`articolo assomiglia , e vi prego di scusare il paragone, a un conato di vomito molto violento e irreppressibile....quanto odio, quanto astio devono abitare questa persona, veramente provo quasi della compassione per chi è abitato da sentimenti così negativi e violenti !
La paura," il puzzo dell`inferno" esistono veramente, ma non dove F.Merlo li annusa .

Anonimo ha detto...

carissima raffaella
mi colpisce la singolare coincidenza delle conclusioni di merlo e socci... che si riassume nell'idea: "a noi ci piace la chiesa che è vicina alla gente, non quella che ragiona o cerca di alzare il tiro"
sul giudizio sulla chiesa italiana, sull'integralismo del papa ecc. mi pare che sia un segnale del fatto che certi modi di esprimersi e di porsi forse andrebbero sottoposti a un maggiore discernimento
certo, come fai notare tu, molto dipende dalla "malevola" moda di presentare la chiesa di tanti media...
ma io sono più dispiaciuto da chi si dice cristiano, cattolicissimo e alimenta il fuoco, invece di stemprarlo
ti invito ad un confronto in privato...
saluti
francesco

Anonimo ha detto...

Ciao Francesco, l'indirizzo del tuo blog non mi compare :-))
Vedo che assimili Socci a Merlo. Io non mi sento di fare un simile accostamento perche' Antonio Socci non si e' mai permesso ne' mai si permetterebbe di offendere il Papa nel modo in cui ha fatto stamattina l'editorialista di Repubblica.
Deve esserci un limite a tutto e il buon gusto potrebbe gia' essere un punto di partenza.

Ciao Luisa, condivido la tua sensazione e infatti ho titolato il post come una sorta di perdita di controllo o di staffe da parte di Repubblica.
Capisco che Papa Ratzinger possa dare molto fastidio, ma arrivare all'attacco personale non solo e' assurdo ma anche controproducente per chi si presenta come intellettuale.
Comunque mi consola un fatto: se Papa Ratzinger non desse tanto da pensare ai detrattori, essi non scenderebbero a certi livelli :-)
Ciao
Raffaella

Luisa ha detto...

Non sono sicura di aver ben capito il commento di Francesco: chi deve far prova di maggior discernimento nell`esprimersi? Il Papa, i vescovi ?
Certo che non tutti i membri del clero hanno seguito corsi in comunicazione e che ,assaliti dai microfoni tesi alla ricerca "della notizia" da ribaltere con i dovuti commenti, non tutti sono abili comunicatori, sopratutto di fronte alla malevolenza e alla malafede di certi commentatori.
Personalmente credo che coloro che devono fare un serio esame di coscienza, e far prova di maggior discernimento , sono anche e forse sopratutto i giornalisti.
Ringrazio Raffaella per i suoi commenti e le sue riflessioni sempre lucide .
Non so se Francesco alludeva a lei ,che come cattolica dovrebbe stemprare piuttosto che alimentare il fuoco. Se tale è il caso mi permetto di dire che non penso che Raffaella abbia alimentato il fuoco con la sua analisi , una cosa è aggredire . rispondere a un`offesa con le stessi armi, un`altra è replicare fermamente e rispondere , riaffermando ciò che per noi è importante, anche criticando e mostrando le contraddizioni. Con l`esempio dell`allora Cardinale Ratzinger che ascoltando una persona con laquale non era d`accordo su certi temi ebbe a dire, dopo aver riformulato il pensiero dell`interlocutore: " adesso le dico perchè non sono d `accordo con lei ".
È anche vero ,che come cattolica sono arcistufa di essere continuamente aggredita nella
mia fede, e che le continue offese al Santo Padre non mi lasciano indifferente, poi cerco di mettere la dovuta distanza, ma non vedo perchè non mi accorderei il diritto di replicare , con calma e fermezza e delle volte anche con ironia e un sorriso che mi vengono spontaneamente leggendo certi articoli !

lapis ha detto...

Considerando che la Chiesa cattolica non si è mai permessa di pronunciarsi sulla dannazione di nessuno, nemmeno di Giuda Iscariota (come abbiamo recentemente avuto conferma durante le meditazioni dell'ultima Via Crucis), mi lascia basita la spocchia con cui questo Merlo gracchia le sue farneticazioni sulla puzza d'inferno che proverrebbe dal Papa.
Per me questo articolo non merita ulteriori riflessioni, chi si riduce agli insulti vuol dire che non ha argomenti ragionevoli da sostenere, ma solo vomito di integralismo fanatico da riversare addosso ai lettori. E questo sì che puzza.

Anonimo ha detto...

Ciao Lapis, le tue parole riassumono perfettamente il mio pensiero!
Nessuno vuole ridurre al silenzio le critiche, ma, quando non si hanno altre armi che l'insulto, si passa automaticamente dalla parte del torto.
Il Papa stesso, nel suo libro, da' a TUTTI la possibilita' di contraddirlo. Mi piacerebbe che i giornalisti avessero un centesimo dell'umilta' del Santo Padre!
Raffaella

gemma ha detto...

questo articolo voleva far male e, al di là di quel che dice, che finisce per passare in secondo piano, colpiscono l'imam Ruini e l' abuso del termine tedesco, usato solo in senso dispregiativo.
Strano, per una cultura laica sedicente tollerante, antirazzista, dialogante. Fossi tedesca mi chiederei perchè c'è bisogno di disprezzare la cultura tedesca per disprezzare il Papa.
E questo apostrofare come imam qualcuno per colpirlo... quando veri imam predicatori, spesso di ancora maggiore odio, sono intoccabili perchè quelli come Merlo ne provano una laica, ormai troppo tollerata paura.
Onestamente, della nota sui Dico ne avrei fatto volentieri a meno e anche del family day ma sono una di quelle persone che considerano come madre di tutte le libertà la libertà di espressione, sempre e comunque, di Pannella e Luxuria come del Papa, Bagnasco e Ruini. E condanno sempre e comunque chi vuole imbavagliare il pensiero altrui, a qualunque religione o orientamento politico appartenga.
Non posso purtroppo fare a meno di notare che coloro che non hanno speso parola per la libertà di espressione dei vignettisti danesi (e non tedeschi) o del Papa a Regensburg contro il rogo e le fatwe degli imam sono gli stessi che giustificano le scritte sui muri contro la chiesa. Condannano tutti i tedeschi in memoria del passato ma non riescono a condannare alcun vero terrorismo del presente
Anzi, abusano del termine imam in senso negativo per insultare un vescovo cattolico, quando ciò che circonda quella parola nella realtà per loro è normalmente tabù in nome del pauroso, reverenziale rispetto.
Il senso di molti articoli illuministi (povero Voltaire) di questi giorni è: "ti sta bene Chiesa, così impari a tacere e ad occuparti solo di Dio, possibilmente il Dio innocuo che non infastidisce nessuno ". Peccato che il matrimonio tra uomo e donna per la Chiesa (anche quella dei nonni semplicioni, anche quelli non tedeschi) sia un sacramento di Dio. E quella stessa Chiesa ritenga che la vita vada difesa dal principio alla fine, frase che comprende evidentemente il no alla sperimentazione sugli embrioni, all'aborto e all'eutanasia ma anche all'omicidio dei propri simili, pena di morte e guerre comprese. Ma siccome ogni occasione è buona per polemizzare con chi non ci piace, dalla difesa della famiglia al disprezzo degli omosessuali, per i titoloni dei merli e compagni di Repubblica, il passo è breve, dalla difesa della vita alla pena di morte e all'omicidio il passo è lungo e fa gioco forza accusare il Papa di non parlarne mai.
Sempre molto corta poi è certa memoria, visto che la celebrata chiesa innocua dei nonni, per mano di Papa italiano, non ha esitato in tempi nemmeno tanto remoti alla comunista scomunica. Se poi nell'ultimo trentennio un'altro Papa, polacco, non avesse ribadito alcuni principi in encicliche che nessun merlo parrebbe aver letto, forse ora i vescovi italiani, quasi tutti da lui ordinati, sarebbero di tutt'altra CEI.
Strani questi vescovi...a parte uno, tutti hanno firmato la famosa nota, ma ora se ne stanno tutti nascosti dietro Bagnasco. Ma forse sono stati ingannati e hanno firmato una nota scritta in tedesco sotto la minaccia di un imam di Reggio Emilia :-)

francesco ha detto...

per raffaella... la somiglianza merlo/socci è sulla cristianità che propongono: è sinistramente simile! poi ci mancherebbe che socci dicesse male del papa! però merlo e altri che magari non credono perchè dovrebbero necessariamente parlarne bene?
quanto al discernimento se è vero che non siamo nati comunicatori sociali è vero pure che vescovi e preti sono pastori e dovrebbero essere attenti all'uomo più di altri... ma il mio riferimento è a ampi settori del cattolicesimo che si compiacciono di fare battaglie contro, invece di brillare come lampade... sembrano più bastian contrari che non evangelizzatori e forse se c'è sto clima un po' è dovuto anche a loro
raffaella invece è lodevole, magari un po' ingenua... (diciamo che io il socci lo leggo dagli anni ottanta)
francesco

Anonimo ha detto...

Trovo che sia necessario istituire il premio "Gemma in simpatia" ehehehehehehe
Giustissimo il discorso sui Vescovi: come mai si nascondono dietro a Bagnasco e non si sentono in dovere di difenderlo,magari presso media "amici"? Non credo che Gesu' sarebbe soddisfatto di una Chiesa fatta di coniglietti.
Caro Francesco, un conto e' criticare il Papa, un altro insultarlo gratuitamente.
Mi dispiace ma io non scambierei un Socci con mille Merli :-)
Ciao
Raffaella