13 ottobre 2007

Avvenire: "Repubblica cade per la terza volta"!


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«Repubblica» per la terza volta all’attacco. E per la terza volta fuori misura

DI UMBERTO FOLENA

Con un titolo rutilante, 'Gli alberghi dei santi alla crociata dell’Ici', e il fia­to sempre più corto, Repubblica - il giornale di Carlo De Benedetti - dedicava ie­ri altre due pagine alla novela (inchiesta pa­re eccessivo) sui 'Soldi del vescovo', inau­gurata il 28 settembre e proseguita il 3 ot­tobre.

Notizie nuove, zero. E un tono di­messo: nessun annuncio in prima, segno che le sparate precedenti non si sono rive­late l’auspicato brodino capace di rinvigo­rire le vendite. L’autore stesso rimane da so­lo con il cerino in mano, mollato dai due collaboratori delle puntate precedenti.

In mancanza di argomenti nuovi e seri, le due pagine abbondano in effetti speciali, nella fattispecie la visita alla Casa delle Brigidine in piazza Farnese, alla quale fanno una pub­blicità entusiasmante. Pur sapendo di scri­vere cose che i nostri lettori conoscono a menadito, ri­percorriamo i passaggi sa­lienti della puntata.

Gli alberghi pagano

A Roma 'La Casa di Santa Brigida', dallo 'sterminato terrazzo', 'non paga una lira di Ici'. Facciamo un euro. Ma guardiamo al po­sitivo.
Repubblica ha im­parato a viaggiare in Inter­net e dopo aver ignorato il sito ufficiale www.8xmille.it, dove a­vrebbe trovato tutti i dati denunciati come 'nascosti', e nonostante non sia arrivata a www.avvenire.it dove nella home page a­vrebbe trovato un intero dossier sull’Ici, ha scoperto www.chiesacattolica.it.
Anco­ra non ci spiega come abbia potuto scri­vere che la Cei tiene nascosti i rendiconti dell’otto per mille, che lo stesso giornale di De Benedetti pubblica a pagamento o­gni anno (se non è una menzogna, che cos’è?). In compenso annuncia che la Chiesa strangola i comuni italiani. L’ab­biamo già detto e ridetto: gli alberghi pa­gano, e se ciò non avviene, paghino: senza alcuna incertezza. Gli alberghi però, ossia le strutture aperte a tutti, con continuità d’esercizio e che applicano prezzi di mer­cato. Ma le case parrocchiali usate un paio di mesi all’anno per i campi-scuola, devono pagare? Le stanze messe a dispo­sizione per i familiari dei degenti in ospe­dale? Ma è anche e soprattutto lì che in­terviene la Chiesa, a beneficio di tutti.

Una collaborazione più che leale

Sembra essere d’accordo con noi il presi­dente dell’Anci, Leonardo Domenici, sin­daco di Firenze, che a Repubblica dichia­ra: 'Nessuno pretende l’Ici dal bar o dal cinema dell’oratorio'. Domenici stesso, in occasione del suo matrimonio, chiese di tenere il suo rinfresco alla Calza (Oltrarno Meeting Center), struttura della diocesi che per la parte alberghiera paga regolar­mente l’Ici. Ma il giornale commenta: 'U­na leale collaborazione per separare (…) il culto dal commercio, da parte delle curie, non c’è'. Non è vero, tra Cei e vertici del­l’Anci i rapporti sono cordiali. E rappre­sentanti della Chiesa cattolica partecipa­no, insieme a quelli dell’Anci, alla Com­missione istituita allo scopo presso il Mi­nistero dell’economia. Secondo calcoli at­tribuiti da Repubblica all’Anci, i comuni i­taliani avrebbero perso 'oltre 400 milioni di euro a causa di un’esenzione fi­scale illegittima'. Un cal­colo impossibile e un’af­fermazione arbitraria, a cominciare dal verbo 'per­dere'. Sembra quasi che tra comuni e curie sia in corso una guerra fredda…
Repubblica parla di 'im­mobili considerati unilate­ralmente esenti'. Unilate­ralmente? Assurdo: sareb­be come se ciascuno di noi, persona fisica, deci­desse di ritenersi 'unilateralmente esen­te' dall’Irpef e così non pagasse le tasse.
L’Ici è un’imposta comunale. Ai Comuni spetta accertare chi ne è soggetto e, in ca­so di resistenza, ingiungere il pagamento.
Repubblica non riporta cifre sui conten­ziosi tra comuni ed enti ecclesiastici. For­se perché il numero è talmente esiguo, dal 1992 a oggi, anche dopo le sentenze della Cassazione del 2004, da dimostrare che la questione è gonfiata.

Il turismo paga le tasse

Sostenere che da parte della Cassazione ci sia stata una 'correzione' alla legge deno­ta una notevole ignoranza giuridica: è il Parlamento a fare ed eventualmente mo­dificare le leggi; le sentenze della Cassa­zione valgono per il singolo caso, ma 'fan­no giurisprudenza', cioè orientano l’in­terpretazione della legge da parte dei tri­bunali inferiori. Secondo Repubblica, la Cei l’avrebbe definita 'una sentenza fol­le', tra virgolette. Sarebbe interessante sa­pere in quale documento o intervento uf­ficiale la Cei (non un commercialista o un giornalista) ha usato il termine 'folle'.
Non lo sapremo mai perché non c’è da nessuna parte, è un’invenzione del gior­nale di De Benedetti. Né è vero che l’atti­vità turistica gestita dall’Opera romana pellegrinaggi o da altre organizzazioni a­naloghe 'è in larga parte esentasse'. È ve­ro semmai il contrario: il turismo religioso costituisce una risorsa economica di grande importanza per il Paese, crea posti di lavoro e valorizza il nostro patrimonio storico-artistico, pagando Iva e Irap, come tutti. La Chiesa, sembra di capire, non può svolgere attività turistiche. Ma perché mai, se rispetta la legge e se paga tutto quello che c’è da pagare, consentendo a chi lo desidera di arricchirsi spiritualmen­te e culturalmente?

Brindisi e veleni

Sempre a proposito di turismo, Repubbli­ca parla di 'cin cin' di festeggiamenti, nel 2005, quando il governo anticipò alla Cei 'l’abolizione dell’Ici' (abolizione?). Lascia credere che alla Cei si siano stappate bot­tiglie. Grottesco e falso. La battuta è prele­vata dalla relazione che Aurelio Curina, un commercialista di Roma che segue parec­chi enti religiosi, ha tenuto al Convegno sulle case per ferie, organizzato il 13-14 marzo 2007 dall’Ufficio Nazionale Cei per la pastorale del turismo (www.chiesacat­tolica.it/turismo). Curina, serio e prepara­to, non suggerisce né scorciatoie né truc­chi;
Repubblica, non trovandoli, riduce tutto a una battuta, togliendola dal conte­sto e attribuendola alla Cei. Complimenti.

Meglio di Dan Brown

Niente di nuovo, qualche veleno, abili ta­glia- e-cuci, silenzio profondo sulle canto­nate prese nelle due puntate precedenti e da noi smascherate. Vien da chiedersi: qual è dunque il senso dell’operazione?
Alla fine, batti e ribatti, resta l’immagine di una Chiesa avida, in malafede, doppio­giochista. L’intento biecamente ideologi­co, tutto tranne che laico, Repubblica se lo lascia scappare in chiusura, quando stra­parla di 'quattro miliardi' (quattro?) di ot­to per mille che 'in parte più cospicua' vanno 'dentro una macchina di potere che influenza e condiziona l’economia, la politica, la vita democratica e a volte l’e­sercizio dei diritti costituzionali, fra i quali la libertà di stampa'. Dan Brown, al con­fronto, è un dilettante.
Sul quotidiano romano un’altra puntata di veleni e fantasie. Nessun argomento serio, né tantomeno nuovo, ma solo una lunga serie di stucchevoli invenzioni.

© Copyright Avvenire, 13 ottobre 2007

Maltese...Maltese...Maltese!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

quando non si come e con cosa attaccare alla fine si cercan9o sempre gli stessi argomenti triti e ritriti..............
Maltese si rassegni non continui questa penosa farsa !!!!!!!!!!!!!

Blog creator ha detto...

Carissimi amici, oggi è il 13 ottobre, nella stessa data nel 1917 si conclusero le apparizioni ai tre pastorelli di Fatima.

E' stato aperto ai devoti e fedeli il nuovo santuario di Fatima, costruito davanti a quello già esistente.

Giornata prediletta per il santo Rosario!

mariateresa ha detto...

Che nostra Signora di Fatima interceda per la povera barca di Pietro dove non tutti i marinai sono degni.

Anonimo ha detto...

Per chi fosse interessato sono reperibili i discorsi del Card. Bertone, legato pontificio per le celebrazioni del 90esimo dalla prima apparizione, al sito (sono in portoghese): http://www.santuario-fatima.pt/portal/index.php?id=2490
Saluti! Marco