12 ottobre 2007
Sacri Palazzi: indiscrezioni (da Il Foglio)
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Sacri palazzi
Diciassette nuovi cardinali, un ratzingeriano per la cattedra di Monaco, litigi poco ortodossi
Febbre da Concistoro.
Cresce l’attesa nei Sacri Palazzi per la seconda creazione di nuovi cardinali del pontificato ratzingeriariano prevista per il 24-25 novembre. I nomi dei diciassette neoporporati verranno comunque annunciati un mese prima, forse il mercoledì 24 ottobre dopo la consueta udienza generale. Sembra che l’elenco degli eminentissimi, seppure non ancora definitivo, sia già pronto. Ma pochissimi l’hanno potuto vedere. Non per questo mancano voci a riguardo.
Scontata la porpora a quattro curiali (l’argentino Sandri, il campano e salesiano Farina, il toscano Comastri, il piemontese Lajolo) cui potrebbe aggiungersi lo statunitense Foley e forse il polacco Rylko. Scontata anche la nomina degli arcivescovi di Parigi
(Vingt-Trois), Genova (Bagnasco), Sao Paulo (Scherer) e Bombay (Gracias). Molto probabile poi la nomina degli arcivescovi di Barcellona (Sistach), Minsk (il polacco Kondrusiewicz), Nairobi (Njue), e di un altro brasiliano (Tosi Marques di Fortaleza o Braz de Aviz di Brasilia). Possibile anche la nomina dell’arcivescovo di Dublino (Martin). Possibili ma non scontate quelle degli arcivescovi di Palermo (Romeo), Varsavia (Nycz), Toronto (Collins) e Washington DC (Wuerl), tutte e quattro le sedi hanno ancora un cardinale emerito con meno di ottanta anni. Oltre ai diciassette potrebbero rivecere la porpora anche alcuni fuori quota, forse quattro, con più di ottant’anni e quindi senza diritto di voto in
un eventuale Conclave.
De bello teutonico.
Nel prossimo Concistoro tuttavia non ci dovrebbe comunque essere il nuovo arcivescovo di Monaco e Frisinga, ancora da nominare, in sostituzione del poco ratzingeriano cardinale Friedrich Wetter, dimessosi lo scorso febbraio. Il candidato più forte, il vescovo di Regensburg Gerhard L. Mueller, è stato oggetto di polemiche giornalistiche a causa della storia di un sacerdote della sua diocesi accusato di pedofilia. In più il ratzingeriano Mueller non è gradito alla leadership dell’episcopato tedesco, guidato da vent’anni dal cardinale Karl Lehmann. Infatti, la terna preparata
per Monaco dal nunzio Erwin J. Ender – molto legato a Lehmann – comprende l’attuale arcivescovo di Bamberga (Ludwig Schick) e due ecclesiastici accademici non ancora vescovi, ma non Mueller. Non sembra però che questa terna verrà presa in considerazione a Roma anche perché risulta imminente la sostituzione di Ender, che ha chiesto e ottenuto di andare in pensione, con l’attuale nunzio in Romania, lo svizzero Jean-Claude Perisset, il quale, prima di andare a Bucarest nel 1998, fu per due anni segretario del pontificio consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani (poco amato dagli ecumenisti ma molto apprezzato dalla congregazione per la Dottrina della fede).
Da Managua a Teheran.
Se il nunzio Perisset farà il salto da Bucarest a Berlino, il nunzio francese Jean-Paul Gobel capitombola: dalla rappresentanza pontificia in Nicaragua è stato inviato a quella in Iran, una specie di Cayenna della diplomazia pontificia (Paolo VI vi mandò d’imperio l’arcivescovo Annibale Bugnini, il grande architetto della riforma liturgica post conciliare, quando non si fidò più di lui).
Nei Sacri Palazzi in molti si sono chiesti che cosa abbia combinato Gobel per subire questo trasferimento.
Una spiegazione potrebbe essere che fu proprio il nunzio francese a gestire il dimissionamento del cardinale salesiano di Managua, Miguel Obando Bravo, avvenuto il 1° aprile 2005, il giorno prima della morte di Giovanni Paolo II. Un dimissionamento improvviso, effettuato telefonicamente a nome di un Pontefice ormai in fin di vita, che scandalizzò non pochi membri del Sacro Collegio, e in particolare il cardinal decano Joseph Ratzinger.
Baruffe ortodosse.
La riunione della Commissione mista cattolico-ortodossa per il dialogo teologico in corso a Ravenna è stato il teatro della ennesima, prevedibile, lite tra Mosca e Costantinopoli. E’ accaduto che i delegati del patriarcato russo – il vescovo Hilarion
e l’archimandrita Igor Vizhanov – hanno platealmente abbandonato i lavori lamentandosi della presenza di un delegato della chiesa ortodossa d’Estonia da loro non riconosciuta ma in comunione con Costantinopoli.
La presenza del delegato estone era comunque già stata nota da giorni dal pontificio consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, il quale aveva pubblicato l’elenco delle chiese ortodosse presenti “secondo l’ordine indicato dal Fanar”.
© Copyright Il Foglio, 12 ottobre 2007
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1 commento:
Ma come sono orrendi questi articoli! Io penso che il papa non faccia queste speculazioni: questo è "ratzingeriano", questo no... Il papa innanzitutto prega, chiede consiglio e poi sulla base delle tante considerazioni sceglie ciò che è meglio per la Chiesa. Il concistoro da come è presentato da certi giornalisti sembra uno show... Poi mi da fastidio che si consideri e si speculi solo sull'elezione dei cardinali e poi non si parli mai del suo operato nelle diocesi del mondo o nella curia romana. Perchè non parlare di cosa si sta occupando la tal congragazione? Perchè non spiegare al grande pubblico come la Chiesa sia al servizio dell'uomo con i vari dicasteri invece di cercare di prevedere le nomine di cui poi non si riporta l'operato? Mi da un grande fastidio leggere questi articoli che mostrano il Papa come colui che assegna le poltrone per fare i suoi interessi... Saluti, Marco
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