11 ottobre 2007

I frutti di Ratisbona: intellettuali e muftì scrivono al Papa


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Intellettuali e muftì al Papa: "Il futuro dipende dalla pace tra musulmani e cristiani"

di Redazione

Città del Vaticano - Oltre 130 intellettuali e muftì musulmani hanno scritto una lettera aperta al Papa e ad altri leader cristiani per sottolineare l’importanza di una migliore comprensione tra cristiani e musulmani. La lettera porta la data del 13 ottobre prossimo - fine prevista del mese di digiuno di Ramadan - e cade nel primo anniversario di una analoga lettera con la quale 38 intellettuali musulmani scrissero a Benedetto XVI in reazione al controverso discorso tenuto da Ratzinger nell’università tedesca di Ratisbona.

"I musulmani e i cristiani insieme costituiscono più della metà della popolazione mondiale. Senza pace e giustizia tra queste due comunità religiose non ci può essere pace significativa nel mondo. Il futuro del mondo dipende dalla pace tra musulmani e cristiani", si legge nella nota, reperibile integralmente nel sito www.acommonword.com. Tra i firmatari della lettera vi sono i gran muftì di Bosnia-Herzegovina, Russia, Croazia, Kosovo, Siria e Istanbul (colui che pregò nella moschea blu con Benedetto XVI), ma non il gran muftì di Ankara, il primo a criticare aspramente il Papa per il discorso di Ratisbona.

Oltre al Papa, la lettera - intitolata "Un mondo comune tra voi e noi" - è indirizzata, tra gli altri, al patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II, al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, all’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams e a Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese.

© Copyright Il Giornale online

La traduzione in italiano della lettera e' reperibile qui

E' SCANDALOSO OLTRE CHE VERGOGNOSO CHE NESSUN SITO DI NEWS (a parte il Giornale) RIPORTI ANCORA UNA BELLA NOTIZIA COME QUESTA!
RICORDATE LE BORDATE SEGUITE A RATISBONA? LI' TUTTO IN TEMPO REALE
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8 commenti:

euge ha detto...

Siamo alle solite cara Raffaella l'ordine è IGNORARE TOTALMENTE I SUCCESSI DIPLOMATICI ED ECUMENICI DI BENEDETTO XVI. L'INVIDIA E L'ODIO SONO BRUTTE BESTIE!!!!!!!!!!!
Eugenia

mariateresa ha detto...

beh, hai ragione cara Raffaella, è uno scandalo, ma anche la precedente lettera quella dei 38 è stata riportata solo da Magister.
Non so nemmeno se valga la pena di arrabbiarsi.Quello che più mi imbufalisce è questo scoperto gioco a dare o non dare le notizie a seconda della gabbia interpretativa e ideologica che si è scelta.Se rientra nelle categorie della gabbia, magari facendola rientrare a forza e con scorrettezza, va bene , viene pubblicata. Sennò viene ignorata.
Ormai le linee editoriali di certi giornali sono come una condanna all'ergastolo, non sei più libero se lavori in quel mondo.
Il gran muftì di Ankara lo ricordo bene dopo Ratisbona e non mi meraviglia che non abbia firmato: le sue parole furono riportate da Politi di Repubblica come se fossero state pronunciate dal Padre eterno in persona, senza nessuno sforzo critico, nemmeno infinitesimale. Mentre sulle parole del Santo Padre, si pratica lo sport opposto,gli si critica tutto, persino la marca delle scarpe.
Sono state e sono operazioni di così scarsa onestà intellettuale che io ho fiducia, col tempo, che appaiano per quello che sono.
Una bella vergogna.

Anonimo ha detto...

Ricordo benissimo la gioia di Politi nel poter attaccare il Papa dopo Ratisbona. Mi auguro che domani Repubblica, e Politi in particolare, riportino la notizia della lettera dei notabili musulmani altrimenti dovremo concludere che certa informazione e' ideologica e non corretta. Aspettiamo fiduciosi di poter aprire, domani, la copia di Repubblica :-)

mariateresa ha detto...

Sei molto spiritosa, cara Raffaella.
Aspetteremo un pezzo.
L'affaire Ratisbona fu innescato a livello italiano da una cronaca interessata e isterica sui principali siti web dei giornali italiani che, in tempo reale, come hai ragione Raffella!, riportavano nel modo più infido e falso le varie parti del discorso, soprattutto, io dico, per bassi motivi di politica interna. Ricordo che anche ai maggiori livelli della Federazione nazionale della stampa questo comportamento fu stigmatizzato, mi pare si trattasse di Siddi e anche Di Cicco, ora all'Osservatore Romano, prese le distanze da questo modo di fare informazione.
Lui ha parlato di errori. Errori un par di palle, se mi posso permettere.
E a livello internazionale fu la BBC (ancora lei!!!)che passò una traduzione nelle varie lingue arabe altrettanto interessata ad Al Jazeera. Questo è ormai assodato.Navigando in qua e in là queste cose si imparano.
Si è trattato di un'operazione fatta a tavolino e scientemente.
Questo non toglie il fatto che papa Benedetto abbia avuto un bel fegato a chiamare le cose con il loro nome, ma credo che si sia trattato di un azzardo a ragion veduta e infine di un atto di fiducia nella ragionevolezza umana e nei suoi interlocutori.
Spero e aspetto uno studio serio sul comportamento dei media in quei giorni, con nomi e cognomi.
Anche se tra giornalissti, cane non mangia cane o anche somaro non morde somaro.

Anonimo ha detto...

Questo si' che e' parlare chiaro, cara Mariateresa :-)
Il Papa ha avuto un grande coraggio, ha lanciato la sfida, era convinto che tutti avrebbero dimostrato la sua stessa buona fede, la sua stessa fiducia nell'intelligenza e nella correttezza del prossimo...
Purtroppo le cose sono andate diversamente e dobbiamo riconoscere al Papa il merito di essere stato capace di risolvere la situazione IN ASSOLUTA SOLITUDINE E NEL PRESSOCHE' TOTALE SILENZIO dei movimenti cattolici, dei politici cattolici e, mi duole dirlo, della gran parte delle gerarchie ecclesiastiche. Da solo o, meglio, accompagnato dai suoi piu' fedeli collaboratori, il Papa e' andato in Turchia, a suo rischio e pericolo, e da solo e' riuscito a fare capire agli amici musulmani che i giornalisti avevano colpevolmente taciuto la verita' sul carattere del Santo Padre e sul discorso di Ratisbona.
Penso spesso a Suor Leonella, la vera vittima, innocente, di tutto il circo mediatico.

mariateresa ha detto...

Tra i pochi che hanno parlato fuori dal coro e dai muggiti generali dopo Ratisbona ricordo gli amici di Korazym, Ruini, Fisichella e e Andrea Riccardi. Tanti laici , più di tutti Giuliano Ferrara, checchè ne pensino i dossettiani italiani, cosa di cui mi impipo (per Luisa: non mi interessa) , e tanti cattolici sulla rete non famosi, non intervistati e che si sono dati la briga di capire,leggendo il testo originale. Persino l'Opinione, giornale laico e liberale titolò : "Non lasciamolo solo" con foto di Benedetto. Persino "Agenzia Radicale".
Quando sarà passato altro tempo, certi silenzi, nel mondo cattolico, emergeranno tutti nella loro desolante ambiguità. E questa ambiguità verrà pagata un giorno ,secondo il mio modesto parere, come frutto di bizantinismo, opportunismo o anche banale fifa. Come Don Abbondio, se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare. Ma che pena. Quando sembra che l'unico coraggio sia attaccare altre questioni...
Svaporato e gesuitico anche l'intervento del Cardinal Martini, mi dispiace dirlo. Aveva, secondo lui, il Papa parlato soprattutto da professore ma poi aveva avuto il coraggio di spiegare. Un povero articolino sulla Stampa a firma di Galeazzi se la memoria non mi inganna. Una povera cosa davvero davanti a tanti atti di "coraggio" successivi. Come è facile fare le pulci da cardinale emerito in quel di Gerusalemme coccolato da tutti i giornali che contano....Quello è stato il punto più basso per me, l'unica scusa è stato pensare che Galeazzi avesse confezionato a suo uso e consumo l'articolo.
Ma insomma, che il Signore benedica Galeazzi, è quello che diciamo tutte le volte, quando si tratta di Martini.

mariateresa ha detto...

buongiorno a tutti. Il National Catholic reporter (area liberal) riporta la notizia tempestivamente

http://ncrcafe.org/node/1368
Non tutti quelli che si occupano di informazione religiosa sono dei morti di sonno.

Anonimo ha detto...

Grazie Mariateresa :-))
Fra poco parleremo di cio' che hanno scritto (e non scritto) i giornaloni italiani...