13 ottobre 2007

Santa Sede: positiva la lettera dei leader musulmani al Papa. Ancora silenzio dai giornaloni.


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Pubblichiamo questo interessante articolo di Korazym sulla lettera dei 138 leader musulmani a Benedetto XVI.
Ancora assordante silenzio dai giornaloni...bella informazione! Non si accetteranno future critiche all'atteggiamento del Papa nei confronti delle altre religioni
...
Raffaella


Santa Sede: positiva la lettera dei leader musulmani al papa

di Mattia Bianchi

Viene ritenuta ''incoraggiante'' e ''molto interessante'' la lettera indirizzata da 138 esponenti musulmani al papa e agli altri leader cristiani, nella quale si afferma che la pace nel mondo dipende anche dal miglioramento delle relazioni.


Un documento ''incoraggiante'' e ''molto interessante''. Così il presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, cardinale Jean-Louis Tauran, ha definito la lettera indirizzata da 138 esponenti musulmani al papa e agli altri leader cristiani. Intitolata “Una Parola comune tra noi e voi”, la missiva ha lo scopo di promuovere “maggiore comprensione” tra le due fedi.

“Musulmani e cristiani – si legge nella prima delle 29 pagine del documento, pubblicato dalla BBC - insieme rappresentano più della metà della popolazione mondiale. Senza pace e giustizia tra queste due comunità religiose, non ci può essere una pace significativa nel mondo. Il futuro del mondo dipende dalla pace tra musulmani e cristiani”. “Se cristiani e musulmani non sono in pace – si legge più avanti – il mondo non può essere in pace”. Insomma, un invito a voltare pagina nelle relazioni bilaterali, con uno stile che fa ben sperare. Il messaggio è ''molto interessante''. spiega Tauran - sia perché proviene da sunniti e sciiti insieme, e per questo è anche ''nuovo'', sia perché non è ''polemico'', e contiene numerose citazioni dell'Antico e del Nuovo Testamento.

E ancora: ''Come musulmani, diciamo ai cristiani che né noi né l'islam sono contro di loro, almeno fino a quando non decidano di muovere guerra ai musulmani, opprimerli o cacciarli dalle loro case a causa della loro religione''. Il testo implicitamente boccia i fautori della jihad, affermando che ''coloro i quali trovano gusto nel conflitto e nella distruzione e li considerano mezzi per raggiungere la vittoria'' devono sapere che ''sono in gioco le anime immortali se si fallisce nello sforzo di raggiungere la pace e di vivere insieme in armonia''.

In questa prospettiva, la risposta del cardinale è un invito chiaro "a condividere le tre convinzioni che sono contenute nella lettera e quindi che Dio è unico; Dio ci ama e noi dobbiamo amare questo Dio; Dio ci chiama ad amare il nostro prossimo". "Direi che questo rappresenta un segnale molto incoraggiante, - spiega - poiché dimostra che la buona volontà e il dialogo sono capaci di vincere i pregiudizi. E' un approccio spirituale del dialogo interreligioso - prosegue Tauran - che chiamerei il dialogo della spiritualità''.

Il testo dei leader musulmani porta la data del 13 ottobre, a un anno esatto dalla lettera aperta che 38 capi musulmani indirizzarono a Benedetto XVI sull'onda delle polemiche suscitate dalla sua ''lectio magistralis'' a Ratisbona. E' indirizzato al papa, al patriarca ecumenico di Costatinopoli e agli altri patriarchi ortodossi, al capo della Chiesa anglicana e a quelli delle maggiori chiese protestanti del mondo.

La lettera è firmata, tra gli altri, dal segretario generale della Organizzazione della Conferenza islamica, da un componente del Consiglio superiore degli ulema sauditi, da uno del Supremo consiglio per gli affari islamici della Nigeria, dal segretario generale del Consiglio degli ulema indonesiani, dai Gran muftì di Egitto, Giordania, Bosnia, Russia, Croazia, Kossovo, Siria, Emirati arabi uniti, Oman, dal muftì di Istanbul, dal capo del Fatwa Council dello Yemen, da ministri ed ex ministri degli Affari religiosi di Algeria, Sudan, Mauritania, Giordania e Marocco, dal presidente dell’università Al-Azhar, da esponenti governativi ed universitari iraniani.

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