8 ottobre 2007

Cromosoma sintetico: le opinioni di Veronesi e di Mons. Sgreccia


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UMBERTO VERONESI

Se qualcosa è scientificamente pensabile, prima o poi qualcuno la realizzerà. L´incertezza è soltanto quando e come.
Per questo l´annuncio di Craig Venter di essere alle soglie della vita artificiale non ha sorpreso gli scienziati e molti pensatori. Già diversi anni fa Michel Houellebeck nel suo libro "Le particelle elementari" (che Oskar Roheler trasformò in un bellissimo film) raccontava di un biologo che era riuscito a riprodurre artificialmente il Dna in laboratorio. Dall´immaginazione alla realtà il passo è importante; va vissuto però senza eccessivi entusiasmi, perché non ne avremo vantaggi immediati, e senza paure, perché non prelude a nessuna catastrofe.
Primo, perché il Dna è all´origine del vita, ma da solo è impotente. Il suo compito è quello di creare degli stampi per gli aminoacidi, che a loro volta costruiscono le proteine, le quali portano a compimento le istruzioni ricevute dal Dna. Non ha dunque un funzionamento autonomo, ma è parte di un meccanismo di interazione fra strutture biologiche differenziate. Per questo il cromosoma sintetico di Vender è inserito in una cellula vivente.
Secondo, perché oggi, grazie alla possibilità di trasferire geni da un organismo all´altro e di scomporre e rimettere insieme frammenti di Dna, abbiamo una disponibilità enorme di Dna. Una produzione artificiale che aumenti le riserve, in questo momento è di interesse concreto limitato. Già possiamo ottenere nuove sostanze e organismi. L´esempio classico è quella dell´insulina, prodotta oggi con un batterio, l´Escherichia coli, in cui è stato inserito Dna umano. E così si producono moltissimi altri farmaci e molti vaccini. Possiamo avere nuove specie di piante (e già l´abbiamo fatto ad esempio per avere piante che cresceranno anche in carenza di acqua o che si difenderanno da sole dai parassiti, per cui non ci sarà più bisogno dei pesticidi che minano la nostra alimentazione), di animali (e anche questo abbiamo in corso, per far sì per esempio che i loro organi diventino compatibili e possano essere tollerati dal corpo umano in caso di trapianto di tessuti ed organi).
Terzo, se qualcuno teme che una possibile vita artificiale possa invece interessare la criminalità mondiale, si sbaglia. Dovrebbe rendersi conto che i terroristi dispongono di armi nucleari, chimiche, biologiche (virus letali) così sofisticate che non hanno certo bisogno di nuovo Dna per sviluppare le loro azioni. Non ci si può nascondere dietro il paravento della scienza: sono altri i modi per combattere il terrorismo nel mondo.
La conclusione è che il tema della scoperta di Vender è, più che scientifico, filosofico e ideologico: stiamo parlando per la prima volta nella storia della possibilità di creare la vita umana. E qui da una parte il mondo della scienza esulta perché celebra il trionfo assoluto della razionalità; dall´altra si apre il dibattito all´interno del mondo religioso e teologico. La fede sancisce che la creazione della vita appartiene a Dio. Tuttavia se l´uomo è opera di Dio, anche quando crea la vita, esegue un intervento divino. Se il pensiero razionale (il logos) è di origine divina, anche i suoi prodotti lo sono. Se Dio crea il pensiero, ne crea anche i limiti e dunque se decide di dare all´uomo la facoltà di creare la vita, come possiamo mettere in dubbio la sua imperscrutabile volontà?
La questione è aperta e irrisolta. Io, come laico, ne sono lontano perché sono convinto che il movimento creazionista riceve dall´annuncio di Venter una condanna definitiva
. Rafforza invece la mia convinzione che i limiti della scienza devono essere posti dall´uomo. La creazione della vita ci precipita nella riflessione cruciale di come l´umanità può utilizzare i risultati della scienza. E la verità è che troppo spesso siamo spiazzati eticamente e giuridicamente. È quindi urgente raccogliere le forze e creare un movimento che sia di ragione e di morale. Già alcuni anni fa ho lanciato l´idea della costituzione di una sorta di organo consultivo permanente, o, come già l´ho definita, una Camera Alta per la Scienza: un gruppo di intellettuali indipendenti esperti nelle scienze, nella filosofia, nel diritto, nell´economia, nella sociologia, nella teologia, che esamini i problemi con serietà per poi sottoporre le loro conclusioni ai governi, e che abbia un peso nelle agende politiche.
Non possiamo permettere che l´umanità vada allo sbando, con il rischio che qualche scienziato spregiudicato faccia un uso ancora più spregiudicato delle sue scoperte. Ormai il dibattito etico è aperto, la discussione ad alto livello è improcrastinabile e i temi sono infiniti: la fecondazione assistita, gli embrioni soprannumerari, la diagnosi preimpianto, l´aborto terapeutico, la sperimentazione sull´uomo, la clonazione, il consenso informato, il testamento biologico, lo stato vegetativo permanente, l´eutanasia. La scienza avanza e la cultura non può restare indietro. Cominciamo quindi a combattere la mistificazione e l´ignoranza che crea false paure e false euforie. Perché l´ignoranza non dà nessun diritto, né a credere, né a non credere.

© Copyright Repubblica, 7 ottobre 2007

Ci sono delle frasi, in questo articolo, decisamente inaccettabili non solo per il credente ma per qualsiasi essere umano dotato di intelletto.
Raffaella


L´intervista

Parla il presidente della pontificia Accademia della Vita

Sgreccia, la prudenza della Chiesa "La ricerca non diventi minaccia"

È positiva l´ingegneria genetica se produce farmaci contro certe malattie. Attenzione alla manipolazione

MARCO POLITI

ROMA - Prudenza, studio, attenzione. È la prima reazione con cui gli esperti nella Chiesa sembrano guardare alla realizzazione di Craig Venter. «Non è stata creata una vita artificiale», premette monsignor Elio Sgreccia, presidente della pontificia Accademia della Vita. E questa è già un´indicazione per capire che la Chiesa intende affidarsi in questo momento alle verifiche dei genetisti. L´importante è che la ricerca non esca mai dai binari di una normativa etica. «Come tutta l´ingegneria genetica, anche quella che si fa sull´uomo - questo è il pensiero di Sgreccia - c´è la speranza di poter portare dei miglioramenti. Ma se non c´è il governo dell´etica, quello che è un vantaggio in sé può diventare una minaccia».

Monsignor Sgreccia, quali sono le linee guida della Chiesa?

«È positiva l´ingegneria genetica che contribuisce a produrre farmaci contro certe malattie o a bloccare microrganismi dannosi per l´uomo. Qualcuno invece teorizza un´ingegneria genetica migliorativa dell´uomo. Ma così si metterebbe nelle mani di chissà chi la decisione di cosa va fatto. Con il pericolo di produrre all´uomo danni, che nemmeno conosciamo».

Una regola ferrea?

«Non bisogna toccare lo statuto genetico e ontologico dell´uomo. E neanche quello delle sue cellule germinali. Persino filosofi liberali come Habermas sono giunti alla stessa conclusione».

Che impressione le fanno le notizia in arrivo da Londra?

«Finora erano stati realizzati geni sintetici, cromosomi sintetici mai».

E´ un grosso salto in avanti?

«Penso che anzitutto si debbano pronunciare i genetisti. E, prima ancora, dobbiamo conoscere le finalità della ricerca di Craig. Non ho letto nessun protocollo di ricerca».

Realizzare in laboratorio un cromosoma sintetico appare a molti come varcare la soglia della creazione della vita artificiale.

«Creare la vita! Non si è mai visto».

Però, intanto, c´è un nuovo cromosoma.

«Dicevo prima che si possono anche creare geni sintetici. Ma lo sa che ci vogliono da novantamila a centoventimila geni diversi per il genoma umano?».

Quali sono gli interrogativi che si pone?

«Avere chiarezza sulle finalità di Venter è essenziale. La prima domanda è: cosa si può fare con un cromosoma da solo. L´impressione è che possa servire piuttosto per manipolare forme di vita esistente, ma non per creare nuove forme di vita».

Per quanto riguarda la realizzazione di geni sintetici c´erano ostacoli dottrinali?

«I geni sintetici potevano servire per la ricostruzione di pelle e di ossa».

Ci sono timori oggi?

«Quando c´è manipolazione c´è sempre il rischio che se ne traggano più danni che vantaggi, Ma, ripeto, adesso i genetisti devono approfondire la questione».

© Copyright Repubblica, 7 ottobre 2007

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