26 ottobre 2007

Sergio Romano (Corriere) si chiede (anche lui!) come mai Papa Benedetto sia così popolare...


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IL CARISMA E LE PAURE

di SERGIO ROMANO

A coloro che appaiono sorpresi dall'aumento del turismo religioso a Roma dopo l'elezione al papato di un uomo molto meno esuberante e carismatico del suo predecessore, (come riferisce oggi il Corriere a pagina 23) suggerisco alcuni esempi tratti da vicende recenti. A Mosca, in occasione dei funerali di Boris Eltsin, Vladimir Putin, ex colonnello del Kgb, ha seppellito il suo predecessore con la solenne liturgia della tradizione ortodossa nella cattedrale di Cristo Salvatore. A Rangoon, già capitale di uno Stato governato da un'oligarchia militare, la protesta contro il regime è esplosa quando alcune migliaia di monaci buddhisti hanno cominciato a manifestare silenziosamente nelle vie della città. A Washington, durante una grande assemblea di evangelici, alcuni potenziali candidati repubblicani alla presidenza (fra cui Rudolph Giuliani, divorziato e abortista) si sono avvicendati sul podio per dimostrare alla platea che non sarebbero stati insensibili alla domanda di «valori » gridata, secondo i sociologi americani, da 70 milioni di elettori «rinati» ( born again). A Istanbul e ad Ankara, prima della questione armena e della crisi curda, il problema maggiormente dibattuto era il velo che copre i capelli della moglie del nuovo presidente turco. E nel cuore dell'Europa laica, infine, alcuni milioni di musulmani hanno scrupolosamente osservato le prescrizioni dietetiche del Ramadan. Esiste un revival religioso che si manifesta in forme diverse ma investe molte società contemporanee. L'integralismo musulmano è soltanto la sua manifestazione più estrema e radicale.
Questo fenomeno è probabilmente il risultato di molte paure. La prima è economica e sociale. Per i giovani e per molti ceti, la globalizzazione e la crisi dello Stato assistenziale hanno reso il futuro assai più incerto e preoccupante di quanto non fosse negli anni in cui gli impieghi erano stabili, le cure sanitarie più o meno garantite e i trattamenti previdenziali sicuri. La seconda paura è «ambientalista». Il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, gli tsunami, le alluvioni e i grandi incendi, sino a quelli degli scorsi giorni in California, hanno risvegliato il timore di un nuovo «anno Mille». La terza paura investe l'area delle certezze e delle consuetudini morali. Le antiche leggi che hanno governato per molti secoli i momenti fondamentali della vita— la nascita, la procreazione e la morte — hanno lasciato il posto a una più larga gamma di opzioni, dalla fecondazione artificiale all'eutanasia, dalle unioni di fatto ai matrimoni fra omosessuali. Ciò che può sembrare progresso, rappresenta per molti un fattore di smarrimento e di confusione. Mentre gli uomini politici vivono alla giornata e cercano di accontentare tutti i loro elettori, le religioni danno risposte nette e offrono ai fedeli disorientati l'ancora della certezza.
Benedetto XVI è molto diverso da Giovanni Paolo II. Mentre il Papa polacco era un apostolo moderno, un pastore continuamente alla ricerca di nuove greggi, il Papa tedesco è anzitutto un dottore della Chiesa, una cattedra di principi irrinunciabili e di solenni silenzi. Ma la fermezza con cui difende l'ortodossia e rivendica il primato del Cattolicesimo lo rende, ancora più del suo predecessore, l'uomo del momento.
In un'intervista pubblicata dal Corriere il 20 ottobre ha ricordato le sue esitazioni e incertezze all'epoca del Concilio. Quel mea culpa («Io stesso ero, in quel contesto, quasi troppo timoroso rispetto a quanto avrei dovuto osare...»), tranquillizza i fedeli e li attira verso il Soglio di Pietro. E' necessario che i laici, se vogliono difendere i loro valori, si preparino a farlo con altrettanto zelo e altrettanto rigore.

© Copyright Corriere della sera, 26 ottobre 2007

Vede, Romano, i Cattolici siamo convinti che lo Spirito Santo scelga il Papa giusto per il momento giusto. Non c'e' da stupirsi, quindi, che Benedetto XVI sia "l'uomo del momento".
Se ho ben capito, caro Romano, da un lato Lei considera Papa Benedetto "pericoloso" ed invita i laici ad usare lo stesso zelo e rigore nella difesa dei loro valori (quali sarebbero? Nell'editoriale non c'e' scritto...) e, dall'altro lato, Lei e' convinto che siano la precarieta' e la paura a spingere i fedeli nelle "braccia" della religione. In questo senso il Papa sarebbe "tranquillizzante".
Caro Romano, credo che ci siano altre spiegazioni. Io sono convinta che il carisma di Benedetto XVI, consistente nel rendere "ragionevole la fede", affascini molte persone, anche coloro che erano (e magari sono) lontane dalla Chiesa.
La prima fase si concretizza nell'affascinare l'interlocutore che poi e' spinto ad appronfondire il tema. Spero che il Papa perdoni questa mia semplificazione.
Caro Romano, mi pare che Lei non riesca a cogliere fino in fondo la portata del Pontificato ratzingeriano. Ecco che allora Lei tira fuori la famosa domanda: come mai tanti accorrono a Roma nonostante il Papa non sia carismatico come il predecessore?
Ecco l'errore. La domanda da porre non e' quella ma un'altra: che cos'e' il carisma? La simpatia? L'esuberanza? La bellezza fisica? La capacita' di comunicare con tante belle parole? No!
Ecco che cos'e' il carisma secondo Don Giussani
:

«Un carisma – ha scritto don Giussani – si può definire come un dono dello Spirito dato a una persona in un determinato contesto storico, affinché quell’individuo dia inizio a una esperienza di fede che possa risultare in qualche modo utile alla vita della Chiesa. Sottolineo il carattere esistenziale del carisma: esso rende più convincente, più persuasivo, più “abbordabile” il messaggio cristiano proprio della tradizione apostolica. Un carisma è un terminale ultimo dell’Incarnazione, cioè una modalità particolare attraverso la quale il Fatto di Gesù Cristo uomo-Dio mi raggiunge e, per il tramite della mia persona, può raggiungere altri».

Ecco perche' Papa Benedetto e' un uomo carismatico, cosi' come lo era Giovanni Paolo II :-)
Il dono dello Spirito e' presente in entrambi, anche se in modo diverso
.
Raffaella

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Romano è un gran furbacchione: come al solito è più l'allusione e il non detto che conta! Si capisce già dal titolo che egli attribuisce alla paura e al senso d'insicurezza (che pure c'è!!) il motivo di questo grande successo del Papa, e delle religioni in genere. Ma non è che abbiamo paura di un ritorno del cattolicesimo militante, consapevole, attivo e non più anestetizzato? Eh caro romano?

Anonimo ha detto...

Anche a me ha lasciato perplesso il fatto che Romano ritiene che sia la 'paura' ad attrarre verso la religione. E' una visione troppo laica e poco obiettiva. Però il paragrafo su Benedetto XVI è impeccabile. Cara Raffaella, quando un editorialista non-credente, e per di più sul Corriere, scrive parole simili sul Papa, i cattolici dovrebbero esserne lieti. Saluti e complimenti per il tuo gran lavoro.

mariateresa ha detto...

Ecco, questo articolo mi ha sorpreso molto perché Sergio Romano non è una persona che va a scuola di violino ed è laico fino nelle midolla. In tanti anni che lo seguo però non l’ho mai visto esporre le sue idee sgangheratamente o offendendo o ricorrendo a mezzucci (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale, sic) . Quindi questa sua opinione mi colpisce positivamente perché c’è laicamente il riconoscimento del valore dell’uomo Benedetto. Un uomo che, anche lasciando stare l’aspetto religioso, culturalmente svetta in una foresta di nani e scaramacai.
Naturalmente sul revival religioso in generale, non solo in Italia, Romano dà una spiegazione pro domo sua, l’insicurezza per il futuro, l’incertezza , la paura e via tremando. Su questo sorrido: tutti i tempi e tutte le epoche hanno avuto questi ingredienti e il credente non è solo un irrazionale che ha bisogno di guru che indichino la via. Ci sono quelli che vivono la fede in questo modo, non lo nego, ma non si può generalizzarei. Però è vera la sua conclusione che sintetizzerei alla brutta in questo modo: “o ci attrezziamo culturalmente e idealmente nei confronti di questo uomo o noi laici andiamo tutti a zappare”. Io l’ho capita così.

euge ha detto...

Hai ragione frodo....... forse la paura è proprio questa che i cattolici militanti tornino ad essere consapevoli ed attivi grazie a Benedetto XVI che con il suo carisma diciamo così silenzioso riesce a smuovere le montagne......... brutta la paura e soprattutto brutta la cecità a tutti i costi.

Anonimo ha detto...

Leggo con grande ritardo queste risposte all'articolo di Sergio Romano del 26 ott.
Ho trovato le vostre parole davvero gustosissime e veritiere, in particolare quelle di Maria Teresa.
Grazie di cuore, Raffaella, per il servizio molto prezioso che fai con questo blog. Un abbraccio a tutti! Paolo "Grandemagooo"