25 ottobre 2007

Benedetto, il Papa che non ama la religione spettacolo


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Il Papa non ama la religione spettacolo

di Antonino D’Anna

Il Papa richiama i catechisti alla serietà, invitandoli a non comportarsi come clown.
Fedele al suo stile pacato e discreto, lontano dagli eccessi rutilanti del pontificato wojtyliano, Benedetto XVI approfitta dell’udienza del mercoledì per ricordare a tutti l’esempio di Sant’Ambrogio.
Che, vescovo di Milano, “Nel silenzio delle parole annunciava il Vangelo con la testimonianza della sua vita”. E anche gravemente malato, ricorda il Papa, Ambrogio ha continuato fino alla morte ad insegnare ai suoi fedeli. Tanto che Joseph Ratzinger sottolinea: a spingere un travagliato sant’Agostino (allora non ancora santo) “fu piuttosto la testimonianza di Sant'Ambrogio e della Chiesa milanese che pregava e cantava compatta come un solo uomo, trovando così la forza di resistere alle pressioni dell'Imperatore”.
Il coraggio fino alla testimonianza con la propria vita sembra essere un carattere di questa diocesi. Andrea Carlo Ferrari, cardinale arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921, preparò nel 1896 un catechismo dell’Episcopato lombardo-piemontese e istituì nelle parrocchie oratori maschili e femminili, battendosi per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole elementari. Ma l’eroismo del cardinal Ferrari, beatificato nel 1987 da Giovanni Paolo II, non fu solo questo: ammalatosi di tumore nel 1919, per due anni continuò a governare, ormai muto, la sua diocesi. Lo faceva grazie ad un quadernino e una matita su cui scriveva i suoi pensieri, chiedeva, impartiva ordini e decisioni. Il “cardinale muto”, un tempo grande oratore, morì nel 1921 lasciando un grande dolore nei suoi fedeli.

Il Papa, insomma, continua a dispiegare la sua visione di Chiesa. Dopo la rivalutazione del Messale in latino e l’autocritica a proposito degli eccessi postconciliari e il suo essere stato “quasi troppo timoroso” verso certe azzardate tesi teologiche in voga nella Chiesa tedesca, confessata a Johannes Nebel ne Il mondo della fede cattolica, opera dello scomparso cardinale Leo Scheffczyk suo amico, oggi il richiamo va ad eccessi clowneschi di catechisti ed educatori in genere. Serve più discrezione, è l’invito del Papa. E forse un po’ d’autorità in guanto di velluto. L’era della religione-spettacolo sembra gradualmente allontanarsi.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Voglio esprimere, con tutto il rispetto, solo poche parole in proposito. Stiamo assistendo ai risultati degli “eccessi rutilanti del pontificato wojtyliano”. “Serve più discrezione, è l’invito del Papa. E forse un po’ d’autorità in guanto di velluto. L’era della religione-spettacolo sembra gradualmente allontanarsi”. Sono completamente d’accordo, la Chiesa non è uno spettacolo circense.