24 ottobre 2007
Luzzatto (Ebraismo): le stigmate di Padre Pio sono false...chissà che cosa accadrebbe se un cattolico offendesse in questo modo un ebreo...
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Cari amici, riportiamo un brano del libro di Sergio Luzzatto, storico di religione ebraica, sulla figura di Padre Pio.
In esso il professore crede di poter smentire in modo assoluto la soprannaturalita' delle stigmate del Santo di Pietrelcina.
E' vero che la Chiesa non ha mai riconosciuto ufficialmene le stigmate di Padre Pio, ma e' anche vero che egli e' stato proclamato Santo da Giovanni Paolo II.
Descrivere il santo frate come un impostore ed un millantatore e' GRAVEMENTE OFFENSIVO verso i fedeli di religione cattolica.
Che cosa accadrebbe se uno storico cattolico si permettesse di mettere in dubbio le doti di qualche personalita' del mondo ebraico? Apriti cielo: accuse di antisemitismo, tentativi di screditare il lavoro altrui etc etc...
Francamente non riesco a capire perche' il professor Luzzatto abbia sentito la necessita' di offendere in un libro i Cattolici. Non ha altri argomenti su cui concentrare la sua attenzione?
Il dialogo fra religioni si fa in due e offendere la Chiesa Cattolica ed i suoi Santi non e' un buon inizio.
Dopo il tentativo di bloccare la beatificazione del grande Papa Pio XII e dopo le reprimende contro la liberalizzazione della Messa tridentina, ecco un nuovo capitolo del "punzecchiamento" nei confronti della Chiesa. Non ha senso pretende il rispetto quando non si usa la stessa moneta.
Raffaella
Padre Pio, ecco il giallo delle stigmate
«Nel 1919 fece acquistare dell'acido fenico, una sostanza adatta per procurarsi piaghe alle mani»
di SERGIO LUZZATTO
Il cerchio intorno a padre Pio aveva cominciato a stringersi fra giugno e luglio del 1920: poco dopo che era pervenuta al Sant'Uffizio la lettera- perizia di padre Gemelli sull'«uomo a ristretto campo di coscienza», «soggetto malato», mistico da clinica psichiatrica. Giurate nelle mani del vescovo di Foggia, monsignor Salvatore Bella, e da questi inoltrate, le testimonianze di due buoni cristiani della diocesi pugliese avevano proiettato sul corpo dolorante del cappuccino un'ombra sinistra. Più che profumo di mammole o di violette, odore di santità, dalla cella di padre Pio erano sembrati sprigionarsi effluvi di acidi e di veleni, odore di impostura.
Il primo documento portava in calce la firma del dottor Valentini Vista, che a Foggia era titolare di una farmacia nella centralissima piazza Lanza. Al vescovo, il professionista aveva riferito anzitutto le circostanze originarie del suo interesse per padre Pio. La tragica morte del fratello, occorsa il 28 settembre 1918 (per effetto dell'epidemia di spagnola, possiamo facilmente ipotizzare). La speranza che il frate cappuccino, proprio in quei giorni trafitto dalle stigmate, potesse intercedere per l'anima del defunto. (...) Il dottor Valentini Vista era poi venuto al dunque. Nella tarda estate del '19, il pellegrinaggio a San Giovanni era stato compiuto da una sua cugina, la ventottenne Maria De Vito: «Giovane molto buona, brava e religiosa», lei stessa proprietaria di una farmacia. La donna si era trattenuta nel Gargano per un mese, condividendo con altre devote il quotidiano train de vie del santo vivo. Il problema si era presentato al rientro in città della signorina De Vito: «Quando ella tornò a Foggia mi portò i saluti di Padre Pio e mi chiese a nome di lui e in stretto segreto dell'acido fenico puro dicendomi che serviva per Padre Pio, e mi presentò una bottiglietta della capacità di un cento grammi, bottiglietta datale da Padre Pio stesso, sulla quale era appiccicato un bollino col segno del veleno (cioè il teschietto di morte) e la quale bottiglietta io avrei dovuto riempire di acido fenico puro che, come si sa, è un veleno e brucia e caustica enormemente allorquando lo si adopera integralmente. A tale richiesta io pensai che quell'acido fenico adoperato così puro potesse servire a Padre Pio per procurarsi o irritarsi quelle piaghette alle mani».
A Foggia, voci sul ritrovamento di acido fenico nella cella di padre Pio avevano circolato già nella primavera di quel 1919, inducendo il professor Morrica a pubblicare sul Mattino di Napoli i propri dubbi di scienziato intorno alle presunte stigmate del cappuccino. Non fosse che per questo, il dottor Valentini Vista era rimasto particolarmente colpito dalla richiesta di acido fenico puro che il frate aveva affidato alla confidenza di Maria De Vito. Tuttavia, «trattandosi di Padre Pio», egli si era persuaso che la richiesta avesse motivazioni innocenti, e aveva consegnato alla cugina la bottiglia con l'acido. Ma la perplessità del farmacista era divenuta sospetto poche settimane dopo, quando il cappuccino di San Giovanni aveva trasmesso alla donna – di nuovo, sotto consegna del silenzio – una seconda richiesta: quattro grammi di veratrina.
Rivolgendosi a monsignor Bella, Valentini Vista illustrò la composizione chimica di quest'ultimo prodotto e insistette sul suo carattere fortemente caustico. «La veratrina è tale veleno che solo il medico può e deve vedere se sia il caso di prescriverla», spiegò il farmacista. A scopi terapeutici, la posologia indicata per la veratrina era compresa fra uno e cinque milligrammi per dose, sotto forma di pillole o mescolata a sciroppo. «Si parla dunque di milligrammi! La richiesta di Padre Pio fu invece di quattro grammi! ». E tale «quantità enorme trattandosi di un veleno», il frate aveva domandato «senza la giustificazione della ricetta medica relativa», e «con tanta segretezza»... A quel punto, Valentini Vista aveva ritenuto di dover condividere i propri dubbi con la cugina Maria, raccomandandole di non dare più seguito a qualsivoglia sollecitazione farmacologica di padre Pio. Durante il successivo anno e mezzo, il professionista non aveva comunicato a nessun altro il sospetto grave, gravissimo, che il frate si servisse dell'una o dell'altra sostanza irritante «per procurarsi o rendere più appariscenti le stigmate alle mani». Ma quando aveva avuto notizia dell'imminente trasferimento di monsignor Bella, destinato alla diocesi di Acireale, «per scrupolo di coscienza» e nell'«interesse della Chiesa» il farmacista si era deciso a riferirgli l'accaduto.
La seconda testimonianza fu giurata nelle mani del vescovo dalla cugina del dottor Valentini Vista, e risultò del tutto coerente con la prima. La signorina De Vito confermò di avere trascorso un mese intero a San Giovanni Rotondo, nell'estate del '19. Alla vigilia della sua partenza, padre Pio l'aveva chiamata «in disparte» e le aveva parlato «con tutta segretezza», «imponendo lo stesso segreto a me in relazione anche agli stessi frati suoi confratelli del convento». Il cappuccino aveva consegnato a Maria una boccetta vuota, pregando di farla riempire con acido fenico puro e di rimandargliela indietro «a mezzo dello chauffeur che prestava servizio nell'autocarro passeggieri da Foggia a S. Giovanni». Quanto all'uso cui l'acido era destinato, padre Pio aveva detto che gli serviva «per la disinfezione delle siringhe occorrenti alle iniezioni che egli praticava ai novizi di cui era maestro ». La richiesta dei quattro grammi di veratrina le era giunta circa un mese dopo, per il tramite d'una penitente di ritorno da San Giovanni. Maria De Vito si era consultata con Valentini Vista, che le aveva suggerito di non mandare più nulla a padre Pio. E che le aveva raccomandato di non parlarne con nessuno, «potendo il nostro sospetto essere temerario ».
Temerario, il sospetto del bravo farmacista e della devota sua cugina? Non sembrò giudicarlo tale il vescovo di Foggia, che pensò bene di inoltrare al Sant'Uffizio le deposizioni di entrambi. D'altronde, un po' tutte le gerarchie ecclesiastiche locali si mostravano scettiche sulla fama di santità di padre Pio. Se il ministro della provincia cappuccina, padre Pietro da Ischitella, metteva in guardia il ministro generale dal «fanatismo » e dall'«affarismo» dei sangiovannesi, l'arcivescovo di Manfredonia, monsignor Pasquale Gagliardi, rappresentava come totalmente fuori controllo la situazione della vita religiosa a San Giovanni Rotondo.
Da subito nella storia di padre Pio, i detrattori impiegarono quali capi d'accusa quelli che erano stati per secoli i due luoghi comuni di ogni polemica contro la falsa santità: il sesso e il lucro. E per quarant'anni dopo il 1920, il celestiale profumo intorno alla cella e al corpo di padre Pio riuscirà puzzo di zolfo al naso di quanti insisteranno sulle ricadute economiche o almanaccheranno sui risvolti carnali della sua esperienza carismatica. Ma nell'immediato, a fronte delle deposizioni di Maria De Vito e del dottor Valentini Vista, soprattutto urgente da chiarire dovette sembrare al Sant'Uffizio la questione delle stigmate. Tanto più che il vescovo di Foggia, inoltrando a Roma le due testimonianze giurate, aveva accluso alla corrispondenza un documento che lo storico del ventunesimo secolo non riesce a maneggiare – nell'archivio vaticano della Congregazione per la Dottrina della Fede – senza una punta d'emozione: il foglio sul quale padre Pio, forse timoroso di non poter comunicare a tu per tu con la signorina De Vito, aveva messo nero su bianco la richiesta di acido fenico. Allo sguardo inquisitivo dei presuli del Sant'Uffizio, era questo lo smoking gun, l'indizio lasciato dal piccolo chimico sul luogo del delitto. «Per Marietta De Vito, S.P.M.», padre Pio aveva scritto sulla busta. All'interno, un unico foglietto autografo, letterina molto più stringata di quelle che il cappuccino soleva scrivere alle sue figlie spirituali: «Carissima Maria, Gesù ti conforti sempre e ti benedica! Vengo a chiederti un favore. Ho bisogno di aver da duecento a trecento grammi di acido fenico puro per sterilizzare. Ti prego di spedirmela la domenica e farmela mandare dalle sorelle Fiorentino. Perdona il disturbo».
Se davvero padre Pio necessitava di acido fenico per disinfettare le siringhe con cui faceva iniezioni ai novizi, perché mai procedeva in maniera così obliqua, rinunciando a chiedere una semplice ricetta al medico dei cappuccini, trasmettendo l'ordine in segreto alla cugina di un farmacista amico, e coinvolgendo nell'affaire l'autista del servizio pullman tra Foggia e San Giovanni Rotondo? Ce n'era abbastanza per incuriosire un Sant'Uffizio che possiamo immaginare già sospettoso dopo avere messo agli atti la perizia di padre Gemelli. Di sicuro, i prelati della Suprema Congregazione non dubitarono dell'attendibilità delle testimonianze del dottor Valentini Vista e della signorina De Vito, così evidentemente suffragate dall'autografo di padre Pio. Agli atti del Sant'Uffizio figurava anche la trascrizione di una seconda lettera autografa del cappuccino a Maria De Vito, il cui poscritto corrispondeva esattamente al tenore della deposizione di quest'ultima: «Avrei bisogno di un 4 grammi di veratrina. Ti sarei molto grato, se me la procurassi costì, e me la mandassi con sollecitudine».
© Copyright Corriere della sera, 24 ottobre 2007
Wojtyla, il Papa che lo volle santo
Il processo che portò alla canonizzazione di Padre Pio, fortemente voluta da Giovanni Paolo II, ebbe inizio con il «nihil obstat» del 29 novembre 1982. Il 20 marzo '83 iniziò il processo diocesano, il 21 gennaio '90 Padre Pio venne proclamato venerabile.
Fu beatificato il 2 maggio '99 e proclamato santo il 16 giugno 2002 come san Pio da Pietrelcina.
© Copyright Corriere della sera, 24 ottobre 2007
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29 commenti:
E che dire?
In un mondo e, soprattutto tra gli ebrei, che amo non ostante tutto, e per i quali anche preghiamo nella grande preghiera Universale del Venerdì Santo, non riconoscono Cristo quale Unto del Signore. Tanto meno mi aspetto che accettino stigmate od altri segno soprannaturali del cristianesimo!
Certo, resta strana questa voglia 'di emergere' di Luzzatto, fa tristezza. Ma, come insegna l'esperienza, ricordiamoci che "i liberi muratori" ci sono in ogni - ogni - popolo! Questa sì che è anch'essa storia inoppugnabile.
Per correttezza, riporto "il pezzo" di preghiera del Rito Romano attuale del Venerdì Santo che alla n.6 prega per gli ebrei:
VI. Per gli ebrei
Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.
Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.
"Questo è tutto lavoro per Sant'Egidio".
Va beh ..anche fosse che Padre Pio ai fosse procurato le stigmate non ci vedo nulla di strano.
Puo rimanere Santo ugualmente , anzi, un uomo che abbai dedicato la propria vita alla Chiesa arrivando a fare una cosa tanto dolorosa merita senz'altro di essere ricordato se non altro per la sua dedizione. Per me chi sa trasmettere messaggi come Padre Pio è comunque un uomo del Signore e poi qualche Trucchetto c'è in tutte le religioni non possiamo pretendere che non ci sia nella nostra :-)
Magari ci fossero oggi nella chiesa dei "matti" che si fanno le stigmate e inducano la gente a CREDERE...forse potremmo uscire da questo stupido relativismo che il Santo Padre vorrebbe combattere.
Non ti seguo anonimo...io non li accetto i trucchetti nella religione
E non mi piace che attraverso questi mi si induca a credere. Si offenderebbe la mia ragione
Cosa diversa sono l'esempio di vita, di fede e correttezza.
A parte questo, sono pienamente d'accordo con l'analisi di Raffaella
Se anche fosse un trucchetto, resterebbero milioni di eventi trascendenti che la scienza non è mai stata in grado di spiegare, a cominciare dal Principio (che rimane il grande perché, al di là delle discussioni sull'evoluzionismo). Non mi preoccupa tanto il singolo eventuale trucchetto, quanto il disegno intelligente di chi vuole "inguaiare" e annientare la Chiesa. Sono anche convinto che i Luzzatto e gli Odifreddi non praevalebunt, così come i settant'anni di ateismo imposto dalla tirannide sovietica non hanno avuto effetto sull'anima umana (sulla civiltà nel suo complesso, purtroppo, sì).
io non credo nel modo più assoluto chePadre Pio facesse trucchetti.I frutti che ha lacsiato sono sotto gli occhi di tutti.Ed è dai frutti che si giudica come ha detto Gesù.
Credo che lo sforzo e il tempo impegato da studiosi e commentatori per distruggere, per infangare potrebbe essere impiegato con miglior frutto per altri più nobili obiettivi.E' un triste mestiere quello rivolto solo contro qualcosa o qualcuno.
Probabilmente noi dedichiamo fin troppo spazio ed energie a questi signori che impiegano le loro a scrivere modesti pamphlets, con lo scopo preciso di provocare e offendere chi crede. Sarebbe comunque interessante sapere per chi e "per quanto" lo fanno. In ogni caso, esisteranno sempre atei ed esisteranno sempre credenti. Con la differenza che chi ha fede non viene mai ripagato per questo in senso monetario e perciò non ha tutta questa necessità di offendere chi non crede.
Aggiungo che se gli "ateisti scrivani" non agissero per interesse sarebbe peggio, perché darebbero prova di una naturale e mostruosa intolleranza. Non mi risulta che Benedetto XVI abbia mai dato dell'imbecille a chi non crede, né lo costringe a credere, bensì lo invita con amore a comportarsi "velut si Deus daretur", perché in questo modo si agisce rettamente e non si ha nulla da perdere. Purtroppo, ci sono molte ragioni per ritenere che un disegno mondiale, massonico-nichilista con venature... ancor più inquietanti, preveda l'attacco frontale alla religione anche mediante opere di letteratura e saggistica di larga diffusione.
Se il sig.Luzzato e' convinto di cio' che dice puo' versarsi l'acido sulle sue di mani e vedere l'effetto che fa', per una 50 d'anni...
Cari signori , cara Gemma, al di la di trucchetti o non trucchetti penso che colui che ha fede in un qualsiasi Dio ( e non solo nel nostro) ha una grande fortuna perchè ha un grosso aiuto spirituale e convincimenti profondi che lo aiutano ad accettare le varie sfaccettatiure della vita. Per questo ribadisco che al di la del giudizio che possiamo avere sulle stigmate di Padre Pio , egli rimane un uomo che ha contribuito ad aumentare il numero di fortunati fedeli.
Personalmente se potessi aver una Fede profonda , che purtroppo non ho , accetterei anche che venisse "offesa" in qualche modo la mia ragione pur di vivere meglio la mia troppo breve esistenza terrena. Voglio dire che anche nelle questioni di spirito " il fine giustifica i mezzi". Speriamo che qualcuno riesca a fare qualcosa di tanto strepitoso da convincermi che esiste un Dio. Gliene sarei sempre grato anche se usasse l'acido muriatico !
Brustef: sui disegni dei "signori atei" non credo , piuttosto credo nella voglia di apparire a tutti i costi di taluni personaggi..che alla fine mi fanno un po pena perchè sono vittime dela nostra brutta era .
Il libro di Luzzatto riporta anche alcune altre cose interessanti.
In particolare riporta, tra virgolette, queste parole scritte di pugno da Papa Giovanni XXIII e datate 25 giugno 1960: «Con la grazia del Signore io mi sento calmo e quasi indifferente come innanzi ad una dolorosa e vastissima infatuazione religiosa il cui fenomeno preoccupante si avvia ad una soluzione provvidenziale. Mi dispiace di P.P. che ha pur un’anima da salvare, e per cui prego intensamente».
E ancora: «Motivo di tranquillità spirituale per me, e grazia e privilegio inestimabile è il sentirmi personalmente puro da questa contaminazione che da ben 40 anni circa ha intaccato centinaia di migliaia di anime istupidite e sconvolte in proporzioni inverosimili». Scrive sempre il Papa buono.
Vi sentite offesi anche da lui? Era anche lui uno stupido relativista?
Caro Anonimo, non parlo di invenzioni mie, le associazioni segrete esistono da sempre, e il fatto che siano segrete la dice lunga. Perché, ad esempio, in Italia la Massoneria non pubblica le proprie liste, come avviene all'estero? Le assicuro, per esperienza personale, che certi massoni italiani (ci saranno anche degli idealisti, non lo nego) hanno come unico scopo il reciproco appoggio negli affari e la condivisione di colossali interessi. Altrimenti non si giustificherebbe tanta segretezza. Esistono inoltre studi dettagliati (le consiglio, se riesce a trovarlo, "Gli adelphi della dissoluzione" di Maurizio Blondet), sia pure da prendere cum gramo salis, che dimostrano in modo inequivocabile l'intreccio esoterico-finanziario che ha come obiettivo il controllo dell'economia mondiale, passando attraverso la denigrazione della Chiesa cattolica e, soprattutto, la cancellazione o quasi dello spirito di carità, in nome di un superomismo di natura positivistica e a volte satanica. In altre parole, e secondo un principio gnostico, c'è chi vuole dominare o continuare il mondo stando dietro le quinte, e favorendo una sempre più netta divisione tra un "vertice" illuminato e ristretto e una "massa" soggiogata economicamente e magari fiaccata nella volontà attraverso la diffusione di droghe più o meno mediatiche. Fantasie? Forse, fatto sta che la loro coincidenza con la realtà dei nostri giorni inquieta assai...
Sergio Luzzatto è un ebreo cui non piace Isreale, figuriamoci se può stargli simpatico Padre Pio.
Comunque, dato che il suo è un libro storico, le critiche da fargli non possono riguardare il merito religioso delle affermazioni di Luzzatto, né tantomeno le sue opinioni religiose dell'autore, (che non ci sono, essendo egli ciò che volgarmente si dice un mangiapreti. e anche un mangiarabbini). Le critiche devono essere di merito storiografico, visto che il libro si presenta come frutto di una ricerca storiografica rigorosa e promette - immagino - clamorose novità.
E queste famose novità sarebbero la storia dell'acido fenico ? Ma non fatemi ridere !
Le critiche non sono rivolte all'opera di Luzzatto in sé, che tutti ancora dobbiamo leggere e che magari è seria, ma all'uso strumentale che ne viene fatto in un contesto generale anti-religioso. E' inevitabile, perciò, che una prima risposta debba contemplare e analizzare questo contesto.
Ma voglio partire proprio dall'accusa di questo signor Luzzatto, di mestiere "Storico". Secondo Lui, e tutta qui sta la sua tesi, Padre Pio"Nel 1919 fece acquistare dell'acido fenico, sostanza adatta per procurarsi piaghe alle mani".
Innanzitutto, l'accusa non è nuova. I detrattori hanno sempre parlato di piaghe procurate con questa sostanza. Qui si sfonda una porta aperta, in quanto Padre Paolino da Casacalenda(all'epoca della stigmatizzazione superiore di Padre Pio) dichiarò, nelle sue memorie, che Padre Pio utilizzava l'acido fenico per disinfettare le ferite.
Quindi, è assolutamente insensato pensare che questo acido fenico possa creare dei fori, da parte a parte, nelle mani, nei piedi e nel costato di Padre Pio.
Un'altra prova lampante di quanto siano false le insinuazioni del Luzzatto, l'abbiamo nei test compiuti da un medico positivista ateo, come Amico Bignami(uno dei vari medici che furono inviati a San Giovanni Rotondo per analizzare le cosiddette "lesioni" di Padre Pio). Ebbene, il dott. Bignami, durante una visita sigillò le stigmate di Padre Pio, apponendo, poi, la sua firma sulle fasce che coprivano le lesioni. Dopo una decina di giorni, Bignami tornò a San Giovanni Rotondo e tolse le fasce sulle ferite delle mani dei piedi e del costato(Dopo dieci giorni le ferite dovrebbero rimarginarsi). Ma dovette constatare, con i suoi occhi di medico positivista, che dalle ferite uscirva sangue vivo. Questo è tutto.
Noi sappiamo che le lesioni e le ferite, che emettono in continuazione sangue ed umore sanguigno, emanano anche cattivi odori. Le ferite di Padre Pio, presenti sul suo corpo per circa 58 anni, avrebbero dovuto, certamente, procurargli danni più gravi, come infezioni e necrosi, con conseguenti sensazioni sgradevoli, a livello olfattivo, specialmente in coloro che sono a contatto con le persone che hanno queste lesioni e ferite sul proprio corpo. In 58 anni, Padre Pio è stato sempre circondato da confratelli, figli spirituali e fedeli, e nessuno ha mai avvertito queste sensazioni sgradevoli. Tutt'altro, Padre Pio emanava un profumo indecifrabile, contrassegno dei doni di Dio ad alcune anime mistiche, come Francesco d'Assisi e Teresa d'Avila.
Padre Pio è un Santo. E' un grande Santo. Un mistico. Un grande mistico. Un uomo di Dio, contrassegnato da quelle stesse stigmate di Colui che è stato Crocifisso, e che prima di morire aveva detto: “Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”(Gv 15,20).
Donato Calabrese
Biografo di Padre Pio da Pietrelcina
www.donatocalabrese.it/padrepio/oggi.htm
www.donatocalabrese.it/padrepio/
Grazie del contributo, Donato :-)
Non c'è di che. :-)
Tra tanta spazzatura che c'è sul web fa bene incontrare qualche blog di ispirazione cristiana.
Ciao ed auguri.
Donato
Grazie del complimento che contraccambio!
mi sembra di cattivo gusto decidere che la capacità di criticare dipenda dalla religione anche perchè dubbi su padre Pio furono espressi da eminenti personggi cattolici come padre Gemelli
Se mi consenti, Anonimo, Gemelli era la persona meno pertinente per giudicare le stigmate di Padre Pio, in quanto non le ha MAI VISTE. Gemelli ha solo sparso veleno, senza vedere niente. Forse, anche per questo, il suo processo di beatificazione è....ANCORA DA VENIRE.
Donato Calabrese
biografo di Padre Pio
Gemelli non ha mai potuto vedere le stimmate che P.Pio, sapendo falese, evitava di farle osservare a qualunque esperto. Rassegnatevi, il vostro P.Pio è una figura non limpida, forse ingenuamente ha assunto comportamenti discutibili, alimentato la superstizione della gente e creato un culto della sua persona, o forse era semplicemente un furbo, uno dei tanti.
Cara Raffaella,
l'hai letto il libro, o ti sei fermata a pagina otto?. Perche' gia' a pagina nove, Luzzatto (che e' un grande storico checche' tu ne dica) scrive:
""Diciamolo sin dall'inizio, forte e chiaro: qui non si tratta di stabilire una volta per tutte se le piaghe sul corpo di padre Pio siano state vere stigmate, ne' se le opere da lui compiute siano stati veri miracoli. Chi cercasse in questo libro la risposta - affermativa o negativa - a domande di tal genere, fara' bene a chiuderlo subito. Qui le stigmate e i miracoli di padre Pio interessano meno per quanto rivelano di lui che per quanto rivelano del mondo intorno a lui: il variopinto mondo di frati e di preti, di chierici e di laici, di credenti e di atei, di buoni o di cattivi, di astuti o di ingenui, di colti e di ignoranti che nel carattere soprannaturale di quelle stigmate e di quei miracoli hanno creduto, o hanno rifiutato di credere."
Dove sta l'offesa ai cattolici. Me lo spieghi?
Nico
Senti anonimo, Luzzatto non è uno storico di Padre Pio solo perché ha trovato qualche lettera. Evidentemente tu non conosci la complessità della Figura di Padre Pio e la ricchissima bibliografia a lui dedicata (Tra l'altro io stesso ho scritto un libro sulla Sua spiritualità). Il tuo è un giudizio di parte se dici che Luzzatto è un grande storico. Il grande storico è colui che esplora in profondità un personaggio storico, cosa che non ha fatto, certamente, Luzzatto.
Detto da me, che modestia a parte, sono uno che da vent'anni si interessa della Persona di Padre Pio.
Saluti
Donato Calabrese
P.S. TU TI SEI FIRMATO COME ANONIMO, IO COL MIO NOME. QUESTO E' TUTTO. avrei avuto tante altre cose da dire ma è inutile.
Sì, è proprio inutile discutere con chi scambia un uomo per Dio.
Ma qualcuno di voi lo ha letto il libro di Luzzatto?
A me è parso interessantissimo, e anche rispettoso per la persona di padre Pio. A lui interessa non tanto la questione delle stigmate, se fossero vere o cosa fossero, ma gli interessa studiare come intorno a lui è cresciuto il mito della sua figura: gli intrecci con la politica. le cose riguardanti i soldi, gli affari.
Non viene fuori limpidissimo, il frate, ma nemmeno come un truffatore o qualcosa del genere. Faceva cose strane a volte, come scrivere nelle lettere al suo direttore spirituale frasi intere pprese pari pari dai diari di gemma Galgani, però senza nominarla, anzi poi dicendo che gli sarebbe piaciuto leggere i diari della mistica, come insomma se mai li avesse avuti per le mani. È strano, no? ma chi lo sa, magari era stata un'ispirazione...
Invece è cero che intorno a lui che si muovevano personaggi molto equivoci.
Fu appoggiato dai fascisti, in pratica. Non gente qualunque con le loro idee , ma quelli che menavano le mani. Piaceva tanto ai fascisti che le prime biografie (che poi è un po' assurdo scrivere biografie quando uno è ancora in vita) vennero pubblicate dalla casa editrice che pubblicava ufficialmente i discorsi del duce. E via così.
lui però, padre pio, forse sapeva e non sapeva. Non fa mai capire quello che sa o non sa. Non si capisce se per una forma di furberia da contadino antico, oppure perché per davvero non si curava delle cose di fuori e pensava solo a pregare e basta.
Io non sono l'anonimo di prima.
Mi chiamo Mariangela Vecchiato
Senti anonima, per quanto riguarda la notizia che Padre Pio avesse copiato testi del diario di Gemma Galgani, devo dirti, innanzitutto, che Lui è venuto in possesso della vita di Gemma. Poi, di questo fatto, ne ha parlato diffusamente la Civiltà Cattolica: Padre Pio ha vissuto delle situazioni personali simili a quella della grande mistica di Lucca, quindi si è immedesimato in Lei. Quante volte noi cristiani troviamo dei testi biblici e li citiamo, applicandoli a noi stessi in certi momenti. A volte riportiamo la fonte, altre volte no.
Quella di Padre Pio è un'immedesimazione provocata non solo dal fatto che santa Gemma fosse una santa di cui era molto devoto, quanto dal fatto che Lui viveva un dramma nella propria famiglia. Leggi la Civiltà Cattolica 17 maggio 2003. Lo puoi chiedeere a loro.
Del resto Gemma Galgani non è l'unica mistica a cui fa riferimento Padre Pio, visto che da quindici anni mi interesso direttamente di lui e tuttora curo un programma radiofonico su di Lui. Anche Santa Teresa d'Avila, santa Teresa di Lisieux, san Giovanni della Croce, sono citati da Padre Pio.
Per quanto riguarda, invece, l'accusa di essere appoggiata dai fascisti, si vede che non conosci la vita di Padre Pio. Uno dei suoi più profondi amici e sostenitori era il sindaco socialista di san Giovanni Rotondo: Francesco Morcaldi.
Padre Pio non è un santo per sempliciotti. E' superficiale questa affermazione. Padre Pio ha convertito massoni eccellenti, come l'avvocato Giorgio Festa, membro di elite della massoneria di Genova. Ha convertito Alberto Del Fante, che ne ha scritte di cotte e di crude su di lui, poi, quando ha visto con i suoi occhi la guarigione istantanea di suo nipote da un male, è divenuto uno dei primi biografi di Padre Pio.
Padre Pio ha convertito un'intellettuale anticlericale e comunista come Pitigrilli. Ha convertito una professorella Bolognese comunista. Scienziati come Enrico Medi, tenori come Beniamino Gigli ed attori come Carlo Campanini sono stati amici e figli spirituali.
Quando si parla di Padre Pio, il più delle volte lo si fa a sproposito.
Padre Pio appoggiato da fascisti? Ma non facciamo ridere! Padre Pio è stato un grande mistico, uno dei più grande della storia della Cristianità. Altrimenti fenomeni come il profumo, la bilocazione attestata da tanti, le stimmate, la trasverberazione, la guarigione istantanea di Wanda Poltawska, collaboratrice del futuro Papa Giovanni Paolo II, e tante altre cose, non sarebbero avvenute.
Leggete, ragazzi, invece di giudicare senza sapere.
Un consiglio per capire cosa ha sopportato Padre Pio nella sua vita? Il LIBRO DI ENRICO MALATESTA: LA VERA STORIA DI PADRE PIO. Esce un quadro raccapricciante di tutte le sistematiche persecuzioni subite. Il bello è che tra coloro che hanno messo i microfoni nel suo confessionale c'è un sacerdote romano: DON UMBERTO TERENZI, candidato agli onori degli altari.
BELLA ROMA: Un sacrilego prossimo beato...
Il libro di Luzzato è documentato. Non ci sono affermazioni gratuite e, come già ho detto, non parla negativamente del frate in sé.
Che nel suo ambiente ci fossero figuri loschi, è semplicemente un fatto. Documentato. Interessante, anche. Perché si può sempre dire che le vie del Signore sono misteriose e ironiche spesso.
Su Gemma Galgani: il giovane padre Pio, dopo (sottolineo: dopo) aver scritto frasi identiche a quelle di Gemma, dice che desidererebbe leggere i suoi scritti. Cioè afferma di non averli ancora letti.
Certo, si può, volendo, credere in una immedesimazione (ma qualsiasi persona che scrivesse in un articolo, o in un libro o lettera che sia, frasi identiche a quelle di un qualche altro scrittore, non potrebbe ragionevolmente cavarsela dicendo che si è trattato di una immedesimazione, e magari di essere santo). Così come si crede al profumo (ma non c'è prova: si tratta di crederci o no). O come si crede alla sua ubiquità e così via.
La questione dell'appoggio da parte dei fascisti è invece documentata.
Perché negarlo?
Negli anni del fascismo tanti cattolici apprezzarono il duce e i suoi. Avevano paura dei comunisti e credevano che i fascisti fossero migliori.
Quanto alle "persecuzioni", anche queste sono documentate nel libro. Molto meticolosamente.
Ripeto: prima di parlarne male, leggetelo il libro. Vale la pena, anche per chi ha venerazione per padre Pio: serve a conoscere meglio, ad approfondire, a capire meglio. Senza per questo perdere la venerazione.
Mariangela V.
Tu parli così perché non conosci Padre Pio, né la ricchissima bibliografia a Lui dedicata.
Se Luzzatto è uno storico, allora Malatesta dove lo metti. Ma scherziamo? Luzzatto è stato per voi tutti uno specchietto per le allodole. Se non avesse scritto quello che ha scritto, nessuno lo avrebbe letto. Invece, mettendo il cosiddetto pepe...è divenuto un fatto editoriale. Ma quanto siete ingenui tutti voi.
Solo chi conosce Padre Pio e la ricchissima bibliografia può considerare obiettivamente le cose.
E insistete con il fatto che Padre Pio è stato appoggiato dai fascisti? E' evidente che non lo conoscete per niente, e per niente, lo giudicate.
"Io sono solo un povero frate che prega". Questa è la migliore definizione che Padre Pio diede di sé ad Attilio Crepas, un giornalista di Stampa Sera.
E mi fermo qui, altrimento toglierei tanto spazio....
Mi meraviglio solo che parlare di Padre Pio senza capirne un acca, ma solo perché attirati.....dallo specchietto delle allodole.
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