16 luglio 2008

Lettera di Don Baget Bozzo al cardinale Bertone: "Era proprio necessario portare il Papa fino in Australia?"


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PAPA IN AUSTRALIA: BAGET BOZZO, “MI SEMBRA SFIDA ECCESSIVA”(AGI)

Roma, 15 lug.

“Portare il Papa sino in Australia mi sembra una sfida eccessiva”: cosi’ Don Gianni Baget Bozzo in una lettera aperta al cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, sul viaggio di Benedetto XVI nel nuovo continente per la Giornata Mondiale della Gioventu’.
La lettera sara’ pubblicata sul settimanale ‘Tempi’ in edicola giovedi’ 17 luglio. Nell’anticipazione diffusa da ‘Tempi’ la domanda che Baget Bozzo rivolge a Bertone e’ questa: “si deve esporre Benedetto XVI al ritmo di viaggi a cui si era sottoposto Giovanni Paolo II, eletto in ben piu’ giovane eta’?”.
E l’argomentazione a sostegno della domanda suona cosi’: “Giovanni Paolo aveva un compito: portare il cuore del popolo verso il Papa e mettere il Papa nel cuore del popolo da cui il grande clamore postconciliare lo aveva tolto: tanto che sembrava che lo spirito del Concilio si realizzasse nell’eliminazione del Papato.

Non vi e’ dubbio che la Chiesa cattolica abbia dovuto combattere nel suo interno una strategia di depapalizzazione che sembrava molto chiara: essendo stato collaboratore del cardinale Siri negli anni di Paolo VI - scrive Baget Bozzo - ricordo bene i momenti in cui il Papa disse che ‘il fumo del demonio e’ entrato nella Chiesa cattolica’”.

“Il Papa - prosegue la lettera aperta - non e’ un’istituzione, e’ una persona, il successore di Pietro. Il compito di Giovanni Paolo fu di fare appello al popolo contro i teologi, agli incolti contro i colti, al “senso dei fedeli” come fonte di dottrina e non al consenso delle cattedre universitarie. Doveva girare il mondo. E la sua morte e’ stata testimone del successo della sua opera, il Papa e’ tornato come oggetto di un affetto spirituale”.

Ma, secondo Baget Bozzo, “Papa Ratzinger e’ un’altra cosa. Ora egli occupa nella Chiesa cattolica il posto che il Papa deve occupare e ha reso dolce e sapiente la sua guida, tanto equilibrata e sottile quanto quella di Papa Wojtyla era calorosa e ardente”.
“Ratzinger - e’ la convinzione di Baget Bozzo - ha saputo mediare con il suo linguaggio la lettera del Concilio e la realta’ della Tradizione ponendo il Concilio sotto l’autorita’ della Tradizione e non la Tradizione sotto l’autorita’ della teologia secolarizzata. Il senso del pontificato di Papa Ratzinger e’ che il popolo torni a ‘videre Petrum’ a Roma, non che Pietro sia cosi’ per principio itinerante”. “Wojtyla era un Papa carismatico, Ratzinger e’ un Papa sapienziale.
Portarlo sino in Australia con 21 ore di volo - conclude Baget Bozzo - mi sembra una sfida eccessiva, la giornata mondiale dei giovani non e’ piu’ un volto essenziale del pontificato come al tempo di Giovanni Paolo II.

E Ratzinger non ha eredi, e’ un caso unico che ha tenuto il raccordo con il linguaggio del Concilio e quello della Tradizione. Non e’ un Papa di transizione, e’ un Papa di reinizio. Speriamo che nei prossimi anni il Papa della sapienza sia piu’ residente”.

© Copyright (AGI)

Red/Bbb

Concordo su molto di cio' che ho letto, soprattutto laddove Don Baget Bozzo dice chiaramente che Benedetto XVI non ha eredi (non li vediamo o sbaglio?) e che e' il Papa del "reinizio".
Tuttavia non e' stato trascinato in Australia, ma e' stato felice di andarci. A Benedetto piace molto celebrare e parlare con i giovani.
Inoltre non sarebbe Joseph Ratzinger se non adempisse in pieno il suo dovere
.
R.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

il viaggio in Australia è per Benedetto XVI certamente pesante, ma io penso che lui per primo ritenga che non sia prescindibile. Già nella Via Crucis di quest'anno abbiamo visto la sua attenzione per i cattolici cinesi e orientali in generale. Penso che la sua opinione sia che non possa predicare loro senza andargli incontro almeno una volta. E l'Australia in questo senso è davvero perfetta. Almeno questo è quello che mi sembra.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con te, Raffaella. Nel contempo non si può non condividere la preoccupazione di don Gianni. In effetti, Papa Benedetto è più unico che raro. Non è che non si vedano suoi eredi, proprio non ci sono. O sono troppo pessimista e dovrei confidare di più sullo Spirito Santo? Dobbiamo avere cura di questo nostro preziosissimo Papa che ha tanto da insegnare a noi e ai nostri giovani.
Alessia

euge ha detto...

Anch'io mi sono domandata se era il caso di andare in Australia.... ma, come dici tu Raffaella Benedetto XVI è stato contento di andarci e sicuramente non è stato trascinato ( questa mi sembra un espressione esagerata ) anche perchè da l'idea di un Papa che viene comandato a bacchetta su quello che deve e non deve fare. Benedetto XVI sa ed è cosciente del suo compito; un compito gravoso che ha al suo interno anche " l'obbligo " di viaggiare. Se dipendesse da me, per la fiducia che ho in lui e per l'imporatanza che riveste nella mia vita come punto di riferimento, non lo farei uscire dal Palazzo Apostolico ma, non si può e Ratzinger non accetterebbe mai, un simile trattamento. Vuole e desidera il dialogo in ogni sua forma soprattutto quello con i giovani che, oggi mancano di punti di riferimento validi e concreti. Poi, parliamoci chiaro, se non fosse stato in grado di affrontare un simile viaggio, a meno che in Vaticano siano una manica di sprovveduti il che non credo proprio, il viaggio sarebbe stato sostituito con un video o qualcosa del genere.
Evitiamo di dare fiato a dichiarazioni che se pur fatte in buona fede, possono dare adito a chiacchiere che già sono state abbondantemente smentite non solo dalle dichiarazioni di Padre Lombardi, ma, dalle foto e filmati ch hanno confermato, la felicità, la serenità, e la forma di Papa Ratzinger
Piantiamola con gli allarmismi ......... strigniamoci attorno a Benedetto XVI perchè anche se virtualmente, anche noi siamo in Australia con lui.

Anonimo ha detto...

D'accordo con don Baget Bozzo. Anch'io ritengo che è finito il tempo delle GMG, anche perché queste hanno sempre rappresentato più l'apparenza che la sostanza della pastorale papale, e per queste inutili se non addirittura offensive verso la carità, lesive della dignità cristiana se pensiamo che tutti quei soldi spesi offendono la povertà morale materiale di tanti buoni cristiani. E poi, a cosa servono se non a sviare il vero senso cristiano verso quello della superficialità e del divertimento fine a se stesso? Da Benedetto XVI mi aspettavo un atto di coraggio che cancellasse queste manifestazioni che molto hanno contribuito al conformismo dei cristiani alla mentalità del secolo, causando automaticamente un conseguente modernismo e consumismo nell'ambito cristiano. A mio avviso, l'era wojtiliana è già finita, ora si tratta di mettere a posto i residui cocci morali. Come dice don Baget Bozzo, Benedetto XVI è il papa della sapienza che deve rimettere a posto quei cocci.