29 luglio 2008

Il Papa: «Sono tornato a casa». Un bagno di folla e poi il saluto dal balcone del Seminario


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Il Papa: «Sono tornato a casa»

Un bagno di folla e poi il saluto dal balcone del Seminario

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Festa in centro e davanti al Seminario. Il Pontefice scende dall’auto e incontra i fedeli

BRESSANONE.

È stata una grande festa. Migliaia di fedeli lungo le strade, il suono delle campane, i palloncini lasciati volare, il coro dei bambini. E il Papa che rinuncia all’auto nell’ultimo tratto del corteo, facendo un bagno tra la folla che lo acclama. Un’accoglienza molto calorosa ma non solo: quasi familiare. E infatti il Pontefice - che è apparso sorridente e a suo agio, come sentendosi a casa - ha ricambiato con parole tutt’altro che formali: «Un grande grazie, sono felice di essere in mezzo a voi e in questa città legata a tanti ricordi», ha detto parlando dalla finestra del Seminario.
«Non mi aspettavo tanta gente», ha detto il Papa al rettore Ivo Muser davanti al Seminario. E poco dopo, dalla finestra, rivolgendosi a tutti: «Grazie per questa accoglienza così calorosa». È sorridente, il Pontefice, e rilassato. Quella che si svolge sotto i suoi occhi non è una cerimonia formale ma qualcosa di simile a una festa per un ritorno a casa. Lo dice lui stesso, parlando dal Seminario: «Questa città è legata a molti miei ricordi, sono felice di essere qui».
Non sono le parole di un capo di Stato straniero: è la dichiarazione d’affetto di una persona che si sente a casa. E poi il «programma» delle prossime due settimane: «Speriamo insieme di riposare e di gioire delle bellezze di questa città e della creazione, grazie e buone vacanze a tutti noi». Vacanze, riposo. Sarà questo il leit-motiv del soggiorno brissinese. Anche la giornata di ieri si è poi svolta all’insegna del riposo. In serata è arrivato anche il fratello Georg, anch’egli ospite storico del Seminario.
Qui - oltre ai due fratelli Ratzinger - abiteranno Ivo Muser, il rettore del Seminario, e suor Maria Pietà, che lo ha accudito in tutti i precedenti soggiorni e che ieri il Papa ha subito incontrato e salutato.
Ma intanto, ieri, il giorno del grande abbraccio. Migliaia di fedeli entusiasti ed emozionati (molti gli stranieri) che prendono posizione fin dal mattino dietro le transenne. Una città tirata a lucido. Pure l’estate sfodera una giornata da album fotografico (da segnalare solo qualche malore per il caldo tra i fedeli). Le vacanze altoatesine del Papa iniziano intorno alle 12.30, quando entra nelle sue stanze al Seminario Maggiore lasciandosi alle spalle una mattina frenetica. Era atterrato verso le 11.21 all’aeroporto di Bolzano, accolto dal prefetto, dal vescovo, da Durnwalder e dal sindaco Spagnolli. Poi in autostrada fino a Chiusa e arrivo a Bressanone da sud, sulla statale. Il corteo giunge in centro pochi minuti dopo le 12.
È annunciato dalle campane, che suonano a festa, e dai palloncini bianchi e gialli che vengono liberati. Il serpentone d’auto percorre le vie del centro, come previsto dal programma (nemmeno una sbavatura nell’organizzazione), Benedetto XVI saluta dal finestrino i fedeli che lo chiamavamo lungo il percorso. Con lui in machina c’è il vescovo Egger: «Abbiamo parlato dei vari posti dell’Alto Adige - racconterà dopo -, per esempio del convento di Sabiona quando ci siamo passati davanti. E ovviamente delle sue vacanze. Si è detto dispiaciuto di non poter passeggiare per le vie del centro come faceva quando era cardinale ma, ha aggiunto, ci sarà con lo spirito».
Il corteo - la macchina del Papa e una mezza dozzina di altre con la scorta - si ferma a una cinquantina di metri dal Seminario Maggiore. Qui Bendetto XVI scende e percorre a piedi l’ultimo tratto, fermandosi spesso coi fedeli. Stringe mani e scambia qualche battuta con chi lo acclama, si intrattiene col coro di bambini della parrocchia e con un gruppo di disabili. Arriva davanti al Seminario e in pochi minuti si svolge la cerimonia di accoglienza vera e propria: il saluto del sindaco e la consegna dei doni della città (prodotti tipici dell’Alto Adige, una statua a forma di angelo), il saluto col rettore del Seminario Ivo Muser, i canti del coro e i brani della banda, la raffica a salve degli Schützen. Il Pontefice ha una parola per tutti, appare molto a suo agio. Poi entra nell’edificio, si affaccia alla finestra e tiene il suo primo (e per molto tempo unico) discorso pubblico. Parla in due lingue, ringrazia dell’accoglienza «calorosa», augura a tutti («a tutti noi») buone vacanze. Poi rientra nelle sue stanze. In poco tempo in città tutto torna come prima. Fedeli e turisti passano davanti al Seminario ma la cancellata è inesorabilmente chiusa e la security è presente in modo massiccio. Dentro, il Papa inizia il suo primo giorno di vacanza. Ha la biblioteca, il pianoforte sul quale suonare il suo amato Mozart, il giardino interno per le passeggiate al riparo da sguardi indiscreti. Da ora le vacanze saranno private; prossimo appuntamento pubblico l’Angelus di domenica.

© Copyright Alto Adige, 29 luglio 2008

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