15 luglio 2008

A Sydney la messa di apertura della XXIII Gmg presieduta dal cardinale George Pell (Osservatore Romano)


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A Sydney la messa di apertura della XXIII Gmg presieduta dal cardinale George Pell

L'attesa è finita
La festa è cominciata


dal nostro inviato Gianluca Biccini

Più di centoquarantamila ragazzi e ragazze dei cinque Continenti hanno mostrato al mondo il volto giovane della Chiesa. Nella suggestiva cornice del molo di Barangaroo a Sydney, la XXIII Gmg ha avuto ufficialmente inizio con la messa di apertura celebrata dal cardinale George Pell.
Al centro della celebrazione i due simboli delle Gmg: la grande Croce lignea e l'icona mariana innalzate sul palco, dopo un lunghissimo viaggio attraverso le isole dell'Oceania e l'immenso territorio australiano. A questi due simboli di amore, di vita e di pace hanno guardato con speranza tutti i giovani radunati a Barangaroo e i tanti che hanno seguito la messa attraverso i maxischermi collocati in altre zone centrali della città: il Domain, l'Opera House, Darling Harbour. A rendere ancora più affascinante il colpo d'occhio di una Sydney sfavillante di luci e di colori, la grande immagine di Benedetto XVI proiettata sul lato orientale del pilone sud dell'Harbour Bridge, l'imponente ponte d'acciaio a forma d'arco che la sera viene illuminato con venti diapositive.
Mostrano il Papa benedicente e vari luoghi dell'outback australiano, con parole di benvenuto ai pellegrini giunti nella capitale del Nuovo Galles del Sud.
Il rito, secondo un copione già sperimentato nei precedenti raduni mondiali delle nuove generazioni, si è aperto con la processione di bandiere dei 168 Paesi partecipanti: quella australiana e quella con i colori nero, rosso e giallo del popolo aborigeno hanno preceduto l'ingresso sul palco della croce e dell'icona. E sono stati proprio gli antichi abitanti del Paese a dare un tocco di originalità alla Gmg di Sydney, con una coreografica accoglienza dei due simboli e del "message stick", sorta di piccolo bastone di legno utilizzato dai nativi come "testimone" per comunicare tra le varie tribù, divenuto il terzo simbolo di questa Gmg. Sul palco ardeva il grande cero realizzato nel monastero benedettino di Jamberoo.
Il libro dei Vangeli è stato portato in processione dagli abitanti delle isole dello stretto di Torres che con gli aborigeni sono stati i primi abitanti dell'Australia. Tante le lingue usate nella preghiera dei fedeli: inglese, per l'unità della Chiesa, coreano per la pace, samoano per quanti soffrono a causa di povertà materiali e morali, tagalog, lingua parlata nelle Filippine, per chi spende o ha speso la propria vita al servizio di Cristo, portoghese per una crescita della fede tra i giovani.
Al termine dei riti di comunione, un gruppo di pellegrini maori ha intonato un canto di ringraziamento. Con il cardinale Pell hanno concelebrato trenta cardinali, tra i quali Bertone, segretario di Stato, Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Bagnasco e George, presidenti delle Conferenze episcopali delle due nazioni ospiti più rappresentate qui a Sydney: quella italiana e quella statunitense. Hanno concelebrato inoltre trecento presuli, tra i quali gli arcivescovi Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, Lazzarotto, nunzio apostolico in Australia e Wilson, presidente della Conferenza episcopale locale; i vescovi Clemens, segretario del dicastero vaticano cui sono affidate le Gmg, e Fisher, organizzatore di questa edizione. Prima della messa il premier Rudd è salito sul palco per salutare tutti i presenti.
Nello stesso pomeriggio hanno preso il via anche i primi appuntamenti culturali dello Youth Festival in vari luoghi del Cbd, il distretto commerciale centrale di Sydney, e sono iniziate le attività del centro multimediale. Saranno, fino al 20 luglio, sei giorni di fede e di spiritualità, con tutti gli appuntamenti ormai tipici delle Gmg, fatti di catechesi, momenti di preghiera, ma anche di avvenimenti culturali e di scambi di esperienze, con più di 165 concerti gratuiti all'aperto all'Opera House, a Tumbalong Park, a Darling Harbour e sulla stessa banchina di Barangaroo nell'area portuale di East Darling.
Qui in Australia il meglio delle tecnologie moderne è stato messo al servizio dei giovani per parlare con il loro stesso linguaggio. Questa edizione della Gmg è molto avanzata dal punto di vista mediatico.
"A diciassette anni ho partecipato alle Giornate di Roma - dice Annaliese Wursthorn, giovane volontaria di Melbourne - e quando ho saputo che una cosa simile si sarebbe fatta in Australia ho capito che avrei dovuto farne parte. Ho i brividi - aggiunge guardando la grande croce di legno che svetta sul palco di Barangaroo mentre la folla comincia a defluire - a pensare che quel crocifisso è stato in luoghi come Ground Zero, nella zona demilitarizzata tra le due Coree o in Rwanda portando il suo dirompente messaggio di salvezza". "Cristo chiama tutti coloro che soffrono - aveva spiegato all'omelia l'arcivescovo di Sydney - non solo i cattolici o gli altri cristiani, ma soprattutto quelli che sono senza religione".

(©L'Osservatore Romano - 16 luglio 2008)

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