30 luglio 2008

Importante incontro tra Bartolomeo I e Alessio II per migliorare i rapporti tra Costantinopoli e Mosca (Radio Vaticana e Asianews)


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Importante incontro tra Bartolomeo I e Alessio II per migliorare i rapporti tra Costantinopoli e Mosca e superare le divisioni fra gli ortodossi ucraini

Passi avanti nel cammino per l’unità dell’Ortodossia. Bartolomeo I ed Alessio II a colloquio a Kiev, in Ucraina, stringono alleanza per migliorare i rapporti tra Costantinopoli e Mosca e superare le divisioni fra gli ortodossi ucraini. Il servizio di Roberta Gisotti:

“Abbiamo deciso di lavorare insieme per migliorare i rapporti tra le due Chiese ortodosse, quella di Russia e quella di Costantinopoli, poiché entrambi siamo responsabili per l'unità dell'Ortodossia.” Così Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli dopo l’incontro con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II. Un colloquio a ‘porte chiuse,’ che si è svolto domenica scorsa a Kiev nella residenza del metropolita Vladimir, in chiusura delle celebrazioni per i 1020 anni di Cristianesimo in Ucraina.

Se i festeggiamenti erano stati preceduti da dissapori e incomprensioni, fra Mosca e Costantinopoli, l’esito degli eventi ha soddisfatto entrambe le parti. Bartolomeo ha sostenuto l’utilità di “simili incontri” “ai fini di un dialogo costruttivo, specialmente se vi sono problemi tra le Chiese ortodosse fraterne”. Il riferimento è alle divisioni esistenti e crescenti fra gli ortodossi ucraini. Oggi a Kiev – ha riferito Alessio II –“sono state approfondite le questioni controverse e siamo concordi sul fatto che le delegazioni delle nostre comunità debbano fornire risposte a riguardo”.

Il clima positivo è stato suggellato da una Liturgia ecumenica presieduta da Bartolomeo I e concelebrata da Alessio II insieme agli arcivescovi di Atene, Hieronymos, e di Tirana, Anastasios, al metropolita di Kiev, Vladimir, e a rappresentanti delle Chiese ortodosse locali. Nel suo sermone, il Patriarca di Costantinopoli ha posto l'attenzione sull'unità della Chiesa e sul pericolo di divisioni che offendono Dio e rendono “i doni dello Spirito Santo inefficaci per coloro che sono causa della divisione o per quelli che sono indifferenti a essa”. Nel suo saluto, Alessio II ha dichiarato che “l'unità dell'Ortodossia russa non può evitare che gli Stati sovrani successori della Rus' di Kiev vivano pienamente la propria esistenza”, sottolineando che la Chiesa di Mosca “rispetta la loro sovranità ed è interessata ad incrementare il benessere dei loro popoli”. Alla fine dei festeggiamenti l’annuncio importante di Alessio II – riferito da Asianews - di voler partecipare al Sinodo panortodosso previsto ad Istanbul il prossimo ottobre, dopo un’assenza che si protrae da 8 anni.

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RUSSIA - TURCHIA

Disgelo fra Costantinopoli e Mosca: Alessio II parteciperà al Sinodo pan-ortodosso

di NAT da Polis

Finisce una autoesclusione che dura da 8 anni. Dopo tante polemiche, il Patriarca di Mosca accetta di concelebrare con Bartolomeo I ai festeggiamenti per i 1020 anni del cristianesimo in Ucraina. La dichiarazione comune per riaffermare il dialogo. Il Patriarcato ecumenico si conferma uno strumento per l’unità del mondo ortodosso.

Kiev (AsiaNews) Le acque del Dniepr sembrano aver sciolto il gelo tra Costantinopoli e Mosca, dopo le polemiche russe sulla partecipazione di Bartolomeo I alle celebrazioni per i 1020 anni del cristianesimo in Ucraina. Alla fine dei festeggiamenti lo stesso Alessio II ha annunciato che parteciperà al Sinodo pan-ortodosso di Costantinopoli, che si terrà ad ottobre. Il Patriarcato russo non partecipa a un Sinodo pan-ortodosso dal 2000.
Questo è senz’altro il risultato più importante dei festeggiamenti di Kiev, terminati con una imprevista dichiarazione comune di Bartolomeo I e di Alessio II davanti ai media.
Bartolomeo ha insistito che “la cosa più importante è dialogare sempre, perché siamo tutti responsabili per l’unità dell’ ortodossia”.
A sua volta, Alessio ha ringraziato più volte il Patriarca ecumenico per aver concelebrato la liturgia e si è detto d’accordo che tutti i problemi vanno risolti con il dialogo, “senza divenire strumenti dei politici”.
I festeggiamenti erano iniziati fra le polemiche: Mosca infatti aveva criticato la volontà di Bartolomeo I a porsi a capo della delegazione del Patriarcato ecumenico per i festeggiamenti di Kiev. Con modi “poco garbati” l’entourage di Alessio II ha fatto pressioni verso le Chiese ortodosse perché disertassero le celebrazioni in Ucraina. Ma la polemica fra Mosca e Costantinopoli dura da tempo. Prima a Rodi , nel 2008, quando Mosca aveva annunciato che non avrebbe partecipato al Sinodo pan-ortodosso nel 2008; poi a Ravenna, in cui i rappresentanti di Mosca hanno abbandonato i lavori per criticare la presenza della Chiesa ortodossa estone, da loro non riconosciuta.
Il braccio di ferro ha cominciato a stemperarsi quando Alessio II ha deciso di partecipare ai festeggiamenti di Kiev.
Fin dal suo arrivo, il 25 luglio, Bartolomeo ha messo in chiaro che lo scopo del viaggio non aveva fini di “supremazia”, ma voleva solo “contribuire all’unità della chiesa ucraina … ed onorare i suoi martiri come quelli dello sterminio per fame di Holotovol del 1932- 1933, vittime della furia ateista”. Egli ha anche ammesso che “la Chiesa, come ogni organismo vivente, ha dei problemi. Importante è saper dialogare con spirito d’amore”.
Durante la sua permanenza in Ucraina, Bartolomeo ha incontrato il metropolita Vladimiro, legato al Patriarcato di Mosca, come pure Filerete, della Chiesa ortodossa ucraina (indipendente da Mosca) e il card. Lubomir Huzar, della Chiesa cattolica bizantina (uniata).
Durante un pranzo offerto dal metropolita Vladimiro alla delegazione ecumenica, Bartolomeo ha espresso il suo dispiacere che a “questa comune tavola [vi sia] l’assenza dei fratelli delle altre chiese della terra ucraina” e ha ribadito “la forte volontà della Chiesa madre di Costantinopoli di ricomporre gli inammissibile screzi tra i suoi figli”.
L’arcivescovo di Albania, figura molto stimata nel mondo ortodosso, ha fatto notare che spesso si dimentica come la sopravivenza del cristianesimo, su questa vastissima area geografica, dopo l’avvento dell’Islam e il crollo degli antichi centri patriarcali di Alessandria, Gerusalemme e Antiochia, è dovuta proprio al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
Forse per la prima volta, la stessa stampa turca ha seguito in modo massiccio e con attenzione questo viaggio patriarcale, sottolineando il ruolo avuto da Costantinopoli nella cristianizzazione e civilizzazione di questa area geografica.
Il metropolita Kyrill di Smolensk, ha dichiarato che questo incontro - soprattutto dopo le dichiarazioni di Bartolomeo e Alessio – “ha dato un nuovo respiro ai rapporti tra le due Chiese”.
Un suo stretto collaboratore ci ha confermato che per risolvere la divisione fra Chiesa ortodossa ucraina fedele a Mosca e quella autonoma (definita “scismatica” da Mosca), “si va verso una possibilità di autodeterminazione temporanea, con la quale ogni Chiesa potrà scegliere a quale Patriarcato aderire”.
Ciò conferma che anche all’interno della Chiesa ortodossa russa esistono forze che non desiderano la politica autoritaria cara ad alcuni suoi membri .

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