30 luglio 2008

Il governatore dell'Alto Adige, Durnwalder: «Santità, grazie di aver scelto la nostra terra» (Frangipane)


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L’ARRIVO

Durnwalder: «Santità, grazie di aver scelto la nostra terra»

L’arrivo a S.Giacomo alle 11.21. Il saluto e poi via con l’auto che è entrata in A22

di Valeria Frangipane

BOLZANO. «Santità grazie per essere qui. Siamo onorati che lei abbia scelto l’Alto Adige per le sue vacanze e siamo orgogliosi di ospitarla in questa terra che conosce molto bene e che le piace, visto che è venuto più volte. Può stare tranquillo noi rispetteremo il suo riposo».
Con queste parole (dette però in tedesco), a cui è seguita una calorosa stretta di mano, Durnwalder ha accolto Benedetto XVI all’aeroporto di Bolzano.
Il Papa ha ringraziato per l’invito e si è detto felice per le giornate di pace che trascorrerà a Bressanone. L’aereo speciale, un Falcon 900 decollato poco dopo le 10.35 dall’aeroporto militare di Ciampino è atterrato a San Giacomo alle 11.21.
Il primo a salutare il pontefice appena sceso dalla scaletta è stato il vescovo Egger. Poi Durnwalder, il prefetto Testi e il sindaco Spagnolli (l’unico con l’abito chiaro). Il presidente ha quindi annunciato che incontrerà il Papa a Bressanone in occasione dell’Angelus il 10 agosto prossimo: «Non lo disturberemo oltre, è venuto qui in vacanza».
Pochi passi sul tappeto rosso, scortato dalle autorità, ed il Papa che Durnwalder ha visto «quasi timido» si è infilato nell’auto blindata con i vetri oscurati (una Volkswagen 6000), al centro di un corteo infinito, ed è passato salutando la piccola folla che lo aspettava prima di entrare in A22 diretto a Bressanone. Imponenti le misure di sicurezza con i tiratori scelti sul tetto dell’aeroporto, gli artificieri che non hanno mai smesso di controllare (tombini e cestini compresi) e poi poliziotti, carabinieri, agenti della Finanza, vigili urbani e addetti della sicurezza del Vaticano. Insomma ieri non sarebbe passato neanche uno spillo. Il Papa sorridente e leggermente abbronzato è comparso e sparito in una manciata di minuti giusto il tempo per un «Ciao Ciao». Ugualmente entusiasti i fedeli che lo aspettavano da un’oretta: «Si è vero, è passato veloce, ma ha tirato giù il finestrino e ci ha sorriso».
Qualcuno si è pure sbracciato ed ha fotografato la macchina sbagliata (una Lancia argentata), invece di quella blu, blindata e con le bandierine del Vaticano.
Poco prima era capitato che avessero atteso ed applaudito anche l’aereo sbagliato.
Quando è atterrato il volo Air Alps con la scritta “Alto Adige Südtirol” da dietro le transenne erano partite le foto: «Eccolo!». Ma invece del Papa sono scesi turisti, divertiti da tanto clamore e da un abbraccio tanto caloroso. Poi è toccato all’aereo militare, perlustrare la zona, ed agli elicotteri. Poi, finalmente il Falcon 900. «Stavolta è il suo». Un puntino bianco nel cielo che si è fatto sempre più vicino. Qualcuno, armato di cannocchiale, non ha perso una fase dell’atterraggio mentre gli addetti dell’aeroporto spiegavano che il pilota era sceso con una manovra «decisamente sprint».
Poi il tappeto rosso, il portellone che si apre, il pilota che sbircia, Benedetto XVI che scende, saluta e sale in auto. Quindi il passaggio rapidissimo davanti alla gente con l’ambulanza pontificia che chiude il corteo.
«Non è colpa sua se corre sono gli altri che lo portano via». Auto, auto e ancora auto. «Ma servono tutte - dice un agente - perché questo corteo non si può fermare mai. Sappiamo che in una macchina ci sono, se necessari, anche i cambi d’abito del pontefice». Insomma nulla è lasciato al caso, la regia, stracollaudata, deve essere perfetta. Senza sbavature. L’auto del Vaticano (una Bmw blu X5) che apriva il corteo aveva sul cruscotto anche il telepass pronto per l’autostrada. E quella di ieri è stata anche la grande giornata di Durnwalder che non ha perso l’occasione per comportarsi da vero padrone di casa, stringere mani, salutare e ringraziare tutti.
«Noi avevamo invitato il Santo Padre a passare le vacanze in Alto Adige - racconta - ma non avevamo insistito. Troppa grazia, pensavamo. Lui però ci ha scelto e noi siamo felicissimi. Felici per l’intera comunità di fedeli e felici per la pubblicità che fa alla nostra terra. Dopotutto possiamo dire che se il Papa sceglie l’Alto Adige, siamo proprio il massimo!». Una pubblicità pagata poco. «È vero, abbiamo speso 500 mila euro ed il ritorno di immagine è incredibile. Papa Ratzinger - conclude il presidente - grazie ancora».

© Copyright Alto Adige, 29 luglio 2008

Mah...fra le righe di questo articolo si leggono molti dei pregiudizi mediatici sia verso il Papa sia verso la cultura altoatesina prevalentemente di ceppo tedesco.
R.

FOTO: Il Papa sul tappeto rosso con il vescovo Egger, il governatore dell'Alto Adige Luis Durnwalder e il sindaco Spagnolli

1 commento:

Luisa ha detto...

Beh io avrei evitato di dire che ho speso 500.000 euro.... il Papa migliore argomento turistico, un investimento sicuro, un`ottimo ritorno di immagine...è senza dubbio vero, ma era necessario dirlo?