15 aprile 2007

Compleanno del Papa, rassegna stampa del 15 aprile 2007 (parte terza)


Vedi anche:

Il compleanno del Papa, rassegna stampa del 15 aprile 2007 (parte seconda) e link ivi segnalati







DOPPIO ANNIVERSARIO

Gli 80 anni di Ratzinger il Papa che cerca il dialogo
Grande festa in Vaticano Domani il compleanno di Benedetto XVI e giovedì i primi 24 mesi dall’elezione

ALCESTE SANTINI

Grande festa oggi in Vaticano e in tutto il mondo cattolico, per l’ottantesimo compleanno di Joseph Ratzinger, nato il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn (Baviera), e per il secondo anno del suo pontificato che ricorre il 19 aprile. Due anniversari che richiamano tre pontefici che ci aiutano a spiegare il percorso della carriera ecclesiastica di questo prelato. Un Papa che ha già dato nel 2006 alla Chiesa un’enciclica, «Dio è amore», con la quale ha indicato ai cattolici l’urgenza di tornare all’essenzialità del Vangelo perché, nella chiarezza identitaria, possano meglio confrontarsi con le altre religioni, con le diverse culture della postmodernità, caratterizzate dalla laicità, dal pluralismo, dal secolarismo, dalla scienza. Il primo pontefice che scoprì il giovane Ratzinger (aveva 35 anni), annoverato allora tra i teologi progressisti, fu Giovanni XXIII che lo vide emergere, durante i dibattiti del Concilio Vaticano II da lui convocato, come esperto a fianco del prestigioso cardinale Joseph Fring, arcivescovo di Colonia. Il secondo pontefice fu Paolo VI, che avendone apprezzato la preparazione teologica, ma già divenuto più moderato durante le vivaci discussioni anche attorno alla teologia di liberazione nel periodo tormentato del post-concilio, nominò Joseph Ratzinger cardinale e arcivescovo di Munchen e Freising di Baviera nel 1977. Il terzo pontefice è stato Giovanni Paolo II che, essendo più filosofo che teologo ed avendo in programma di viaggiare molto, chiamò Ratzinger a Roma nominandolo il 15 novembre 1981, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Era il tempo delle grandi discussioni all'interno della Chiesa sull’attuazione del Concilio, sulla teologia della liberazione in espansione dall’America Latina verso l’Africa e l'Asia con riflessi anche in Europa e Papa Wojtyla lo volle al suo fianco come garanzia per la dottrina. Infatti, Ratzinger aiutò Giovanni Paolo II (soprattutto quando ai primi degli anni Novanta fu colpito dal Parkinson), a redigere documenti importanti tra cui l’enciclica "Fides et Ratio" (14 settembre 1998) ossia incentrata su fede e ragione. Un tema divenuto oggi di maggiore attualità. E quando lo nominò il 30 novembre 2002 Decano del Collegio cardinalizio il vecchio Papa malato, forse, pensò a lui come al suo successore. Una conferma di questo percorso l’abbiamo avuta dopo che Joseph Ratzinger pronunciò il 18 aprile 2005, nella veste di Decano, il discorso di commemorazione ai funerali di Giovanni Paolo II davanti ad una folla immensa. E, ancora di più, l’avemmo con il discorso «pro eligendo Pontifice» tenuto, rivolto ai cardinali prima di entrare in conclave nella Cappella Sistina, il 18 aprile. Un discorso programmatico per il suo spessore teologico e per la prospettiva che indicava alla Chiesa dicendo che bisognava tornare alle origini del messaggio cristiano, alla figura di Gesù come uomo incarnato nella storia per renderlo più comprensibile ed accettabile dalla gente. In questi due anni di pontificato, Benedetto XVI, a cominciare dal discorso del 20 aprile 2005 ai cardinali dopo la sua elezione al soglio pontificio, ha affermato che il Concilio, rimasto incompiuto nella sua attuazione, resta la "bussola" per la Chiesa. Quanto ai rapporti tra la Chiesa e lo Stato, Benedetto XVI, prima con l’enciclica «Dio è amore», poi intervenendo al IV Convegno della Chiesa italiana nell’ottobre 2006 e, infine, ricevendo il 20 novembre 2006 il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha ribadito che «la Chiesa non è un agente politico» per cui la politica spetta ai laici. Si è, tuttavia, esposto molto con i suoi pronunciamenti nell’opporsi ai Dico allorché la problematica sulle coppie di fatto, sia etero che omosessuali, ha assunto rilevanza politica. Ha, così, avallato la ferma opposizione del cardinale Camillo Ruini quando era presidente della Cei e di monsignor Angelo Bagnasco succedutogli nella carica il 7 marzo scorso fino alla pubblicazione di una nota per richiamare i cattolici alla «coerenza». Proseguendo sulla strada di un pontificato itinerante aperta da Paolo VI e sviluppata ampiamente da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha compiuto già alcuni significativi viaggi apostolici (Spagna, Polonia, Germania, Turchia), che gli hanno consentito di confermare la sua volontà di sviluppare il dialogo ecumenico e interreligioso. E, in questa prospettiva, ha migliorato i rapporti anche con il patriarcato di Mosca in attesa di un suo incontro con il patriarca Alessio II. Ora si appresta a recarsi in Brasile (9-14 maggio) per presiedere la V Conferenza dell’episcopato latino-americano e dei Caraibi, ossia di un continente che è il baricentro del cattolicesimo mondiale con enormi problemi sociali.

Il Mattino, 15 aprile 2007


Papa Benedetto

DONATELLA TROTTA

Settembre 1992. Joseph Ratzinger, cardinale e Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, passeggia per le stradine di Anacapri dove è giunto per ritirare il premio Capri San Michele, assegnato alla sua opera Svolta per l’Europa? (San Paolo edizioni). L’alto prelato e teologo tedesco ha da poco lasciato la casa di Raffaele Vacca, presidente dell’Associazione Varia Umanità che promuove il prestigioso riconoscimento quando, in piazza Boffe, viene additato da due bambini. La più piccola chiede al più grande: «Chi è quello?», e l’altro risponde: «Il Papa, il Papa!». A rievocare con un sorriso questo episodio dall’inconsapevole sapore profetico è lo stesso Vacca, credente ”militante”: «Ricordo che don Antonio Tarzia, il direttore editoriale che accompagnava Ratzinger, lo apostrofò dicendo che se quelle parole fossero state una premonizione si sarebbe dovuto provvedere, un giorno, a mettere una targa in piazza. Cosa che stiamo per fare», aggiunge. Il futuro Papa è poi tornato sull’isola. Che cosa le è rimasto di quegli incontri? «Dopo il premio del ’92, il cardinale Ratzinger tornò in forma privata nel giugno 1997, con il fratello George e con monsignor Josef Clemens, per 19 anni suo segretario particolare, ora Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. E nell’ottobre 2004, pochi mesi prima di diventare Papa, è tornato per il premio assegnato al suo libro Fede, verità e tolleranza (Cantagalli). Ecco, penso che proprio i temi fondamentali di queste due opere premiate - Europa, fede, verità, tolleranza, cultura - facciano ormai parte del patrimonio culturale dell’isola. Nelle sue visite, Ratzinger ci testimoniò infatti l’invito a rintracciare ciò che è valido e durevole, a riconoscere la religione come elemento essenziale delle culture storiche, a rispettare e a tendere verso ciò che è grande e nobile, ad affidarci con semplicità alla bellezza e alla bontà respingendo l’immagine cupa dell’uomo che dominava (e ancora domina) nella letteratura, nelle arti figurative, nei film». Come valuta i suoi primi due anni da Pontefice, rispetto al magistero di Giovanni Paolo II? «Hanno lavorato con una collaborazione strettissima, pur nella diversità, che mi ricorda quella tra Pio X e il suo Segretario di Stato, Raffaele Merry del Val, passati alla storia come un duo magistrale. Benedetto XVI sta continuando a procedere nella strada intrapresa da Karol Wojtyla, ma con dei cambiamenti dettati dai tempi nuovi». In che senso? «Nel senso di una maggiore consapevolezza della crisi mondiale, preconizzata da un grande pensatore del ’900 non a caso molto amato da Ratzinger, Romano Guardini. È nella logica della vita, che cambia ed è dinamica e richiede spirito creativo, per essere all’altezza delle situazioni nuove che pone». E qual è il suo augurio per la doppia ricorrenza di Benedetto XVI? «Che continui a ben guidare, con la saggezza che lo contraddistingue, la nave della Chiesa che gli è stata affidata».

Il Mattino, 15 aprile 2007


Sala. Oggi, in occasione dei festeggiamenti per l'ottantesimo compleanno di Papa Bendetto XVI, i pasticcieri Giuseppe Manilia di Montesano sulla Marcellana e Salavatore Mancuso di Sarno, doneranno a Sua Santità una torta artistica di ben trenta chili. La torta, battezzata dai due pasticcieri, "Torta Sofia", in omaggio all'attrice Sofia Loren, sarà composta da quattro mousse e da una sofisticata struttura artistica in zucchero. Questi gli ingredienti: croccante noce e nocciole, mousse al cioccolato, parfait al caffè, caramello semiliquido leggermente salato e glassa al cacao. La struttura in zucchero, raffigurante le colonne di Piazza San Pietro, arricchita con fiori, ovviamente di colore giallo, rappresenterà, invece, la decorazione artistica della torta. Top secret le dosi e la lavorazione. Da quanto si è saputo gli ingredienti della "Torta Sofia" sono stati appositamente scelti per accontetare i gusti di Papa Ratzinger. Manilia e Mancuso consegneranno personalmente il "dolce" dono a Benedetto XVI domani pomeriggio durante concerto programmato in Vaticano.Per Manilia non si tratta di una nuova esperienza. Il pasticciere del Vallo di Diano, infatti, già nel 2005 donò un'altra torta all'indimenticabile Papa Wojtila. giu.lap.

Il Mattino, 15 aprile 2007


VATICANO. Il 4 maggio l’ex presidente dell’Iran Khatami, in visita in Italia, sarà ricevuto in udienza. In giugno toccherà a Bush
Chiesa in festa per gli 80 anni del Papa


Domani il compleanno. Numerosi i regali, tra i più curiosi un grande orso di peluche

Roma. Domani, 16 aprile, Papa Benedetto XVI compie 80 anni. Secondo i suoi piani avrebbe dovuto trascorrer il compeanno nella natia Baviera. Ma il suo predecessore, all’epoca, non acconsentì mai al suo desiderio di tornare in patria, così oggi vive una seconda vita, cominciata a 78 anni, dopo l’elezione a Papa avvenuta il 19 aprile 2005 alle 17.50.
La casa natale di Benedetto XVI a Marktl am Inn, aprirà oggi al pubblico, il giorno prima del compleanno di Ratzinger. Su invito del Papa, la fondazione proprietaria della casa non ha cercato di restaurarla nelle condizioni in cui si trovava 80 anni fa; invece, vi sono ospitati oggetti che illustrano la vita e l’insegnamento di Ratzinger e sottolineano l'importanza del ruolo della sua famiglia, in particolare dei genitori Josef e Maria.
«Questa casa non deve diventare un museo, ma un luogo spirituale, un punto di incontro con le cose che sono importanti anche per noi», ha dichiarato il vescovo Wilhelm Schraml. Il futuro Papa aveva genitori «che pregavano, che tenevano insieme i loro figli nella fede e nella Chiesa», ha proseguito il prelato.
Il primo piano della casa è dedicata a ricordare gli avvenimenti della vita di Benedetto XVI, con l'atto di nascita di Ratzinger e il certificato di battesimo. Nel piano superiore sono invece conservati gli atti del suo lavoro come professore, teologo e partecipante al Concilio Vaticano II, negli Anni Sessanta.
Tante lettere, regali, scritti e libri e anche un orso gigante di peluche tra i regali giunti in Vaticano. A rivelarlo è il segretario del Papa, monsignor Georg Gaenswein, in un’intervista al programma tedesco della Radio Vaticana, tradotta dal portale www.papanews.it.
«Arrivano moltissime lettere e molti piccoli doni», ha raccontato don Gaenswein, «come cd, fiori, libri, scritti e sicuramente arriveranno ancora tante, tante cose in prossimità del compleanno e anche dopo. Per quanto riguarda i doni, il Papa ha detto esplicitamente che preferisce non accettare regali personali: chi vuole fargli un regalo - afferma il segretario tedesco - può fare un'offerta che egli poi utilizzerà per uno scopo che renderà noto, come ad esempio in Terra Santa, o in altre aree di crisi del mondo o anche in Africa. Il regalo più curioso è stato un orso enorme. Un animale di pezza, che non è venuto dalla Germania ma dall’Italia, un esemplare bellissimo che il Santo Padre ha destinato all’ospedale pediatrico Bambin Gesù»
Intanto, la Nunziatura apostolica a Teheran.ha reso noto che l’ex presidente iraniano Mohammad Khatami sarà ricevuto il 4 maggio dal Papa durante una visita che effettuerà in Italia dal 3 all’11 maggio e che lo porterà anche a a Montecassino, Napoli, Palermo, Bari, Forlì, Milano e Udine.
In giugno, come ha annunciato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede il Papa dovrebbe ricevere in udienza il presidente Usa George W. Bush. «L’udienza non è stata ancora fissata», ha spiegato padre Lo,bardi, «quella delle due date del 9 e 10 giugno, al momento, è solo l’ipotesi più verosimile».

L’Arena, 15 aprile 2007-04-15


BASSANO - L'origine bavarese sarà ...

BASSANO - L'origine bavarese sarà "rinnegata" solo dalla torta: una Sacher, che Benedetto XVI ha chiesto espressamente agli chef. Per il resto il pranzo per l'ottantesimo compleanno di Papa Ratzinger sarà tutto nel segno della cucina veneta, anzi bassanese: asparagi bianchi dall'antipasto al secondo, preparati dai cuochi della città del Grappa, annaffiati da un buon Gambellara con finale a champagne. Un onore, quello di curare il catering per Papa Ratzinger, che domani compie 80 anni e li festeggerà a tavola con un'ottantina di persone del suo entourage. Un onore spettato in sorte ai ristoratori bassanesi, capitanati da Sergio Dussin, che da un anno e mezzo si occupano di allestire il menu per gli appuntamenti importanti del pontefice. Finora è capitato sette volte e ogni volta, racconta Dussin, è stata un'esperienza stupenda: «A livello umano è la persona più squisita che io abbia mai conosciuta. Abbiamo curato il catering per Berlusconi e per il principe Savoia. Anche per papa Wojtyla, che era anche una persona meravigliosa. Ma papa Ratzinger è eccezionale. Nonostante rivesta un ruolo importantissimo, ha un'umiltà e una cordialità incredibile: si alza ringraziandoci ogni volta che lo serviamo». Il Santo Padre ama la cucina genuina ma è un intenditore di cibo, anche se mangia poco. È stato il suo staff a scegliere tra alcune proposte di menu preparate da Villa Razzolini per l'occasione. Scelta caduta sul pranzo a base di asparagi, come svela lo chef Massimiliano Trento: «Serviremo per antipasto un cestino di pasta sfoglia con asparagi bianchi di Bassano e fonduta di formaggio asiago, quindi tortelli con erbette primaverili e burro e salvia, filetto di vitello gratinato con tortino di asparagi e infine torta Sacher con stemma papale e foto del Santo Padre. Vini Gambellara e Berengario e champagne per il brindisi». Top secret il luogo del banchetto: i ristoratori lo sapranno solo lunedì. Il timore di attentati spinge alla massima prudenza.

Il Gazzettino nordest, 15 aprile 2007

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