18 aprile 2007
Gesu' di Nazaret, commenti...
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"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI e tutti i link ivi segnalati
Al piu' presto sara' pubblicata una sintesi degli interventi del cardinale Schoenborn e del professor Cacciari nel corso della presentazione del libro di Papa Benedetto.
“GESÙ DI NAZARETH” DI PAPA BENEDETTO XVI
Un grande atto d’amore
“Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell’anticipo di simpatia senza il quale non c’è alcuna comprensione.”
Quanti eminenti autori ci hanno abituati a leggere introduzioni chiuse con tanta sconcertante umiltà? L’autore in questo caso è Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, e il libro è “Gesù di Nazareth”, (Rizzoli, 447 pp., 19,50 euro) uscito in Italia, Germania, Polonia e Grecia il giorno dell’80esimo compleanno del Pontefice, il 16 aprile scorso. Il libro sarà tradotto e venduto, sempre a cura di Rizzoli, in 20 Paesi. In questo primo volume viene presentata la vita pubblica di Gesù, dal Battesimo alla Trasfigurazione, allo scopo di manifestare i significati dei suoi insegnamenti, mentre il progetto del secondo volume coinvolgerà l’infanzia, la crocifissione e la resurrezione. Il libro, per esplicita dichiarazione dell’autore, non è un atto di magistero teso a riappropriarsi della figura di Cristo alla luce delle sue varie raffigurazioni, mediatiche, esoteriche o politiche, che vedono di volta in volta in Cristo un mite riformatore sociale, un rivoluzionario dell’ordine costituito o un amante segreto di Maria di Magdala. Né l’eccellenza della conoscenza dell’esegesi moderna che ha visto in Joseph Ratzinger uno dei maggiori teologi degli ultimi decenni, consente un’interpretazione grossolana di un Ratzinger anti-storico contro una cultura progressista e progredita che sola sa leggere e contestualizzare la storia cristiana. Ratzinger non teme l’approccio storico perché ne è uno dei massimi conoscitori. Eppure, l’approccio storico, secondo l’autore, non riesce a spiegare logicamente il fenomeno della Cristianizzazione avvenuta a vent’anni dalla morte di Cristo, né è sufficiente la teoria che vede Paolo (e i suoi successori) innalzare un predicatore a figlio di Dio. Allo stesso modo il solo “contestualizzare” storico non basta neppure a comprendere il significato pieno delle parole della Scrittura perché, nell’isolare il passato, non viene colto ciò che le parole hanno in seme: il loro futuro. Cristo cioè, sostiene Ratzinger, è figlio di Dio sin dall’inizio, e non a partire dal momento in cui la storia lo ha reso tale. Partendo da questo presupposto, la Scrittura s’illumina, il Cristo trova coerenza, e la risposta a cosa abbia portato nel mondo il figlio di Dio è: “se stesso”. Nella sua accorata intenzione di non escludere la ragione dalla conoscenza di Cristo, Benedetto XVI insiste nel ricordarci che il suo libro nasce da un atto d’amore, dal suo intento di credente. Ciò detto, lo scrittore rappresenta pur sempre Pietro, colui, come ricorda il Cardinale Christoph Schönborn (suo compagno di studi al dottorato e testimone della brillante carriera di Ratzinger quale presidente della Pontificia commissione biblica), a cui Cristo chiese: “Simone, mi ami?”. Joseph Ratzinger, nelle vesti di Pietro, con questo libro vuole rispondere a questa domanda. Un atto d’amore dunque, ma poiché lo scrittore è anche teologo, nel suo libro è viva la determinazione a risolvere la questione del rapporto “fede e fede”. Lo scandalo cristiano, secondo Ratzinger, sta in Cristo stesso che si dichiara Figlio di Dio. La fede secondo il Pontefice è il credere a questa filiazione non malgrado la ragione ma nella ragione attraverso la fede. Non una fede mediante ragione dunque, ma una ragione mediante la fede. Anche storicamente parlando perciò, secondo l’autore, partendo dal presupposto della divinità di Cristo (il Mistero), il Gesù più coerente diventa quello dei Vangeli anziché quello meramente storico. Com’è possibile allora si chiede Benedetto XVI, relativizzare il messaggio di Cristo, quando egli stesso dichiara di essere il figlio di Dio? Quando cioè, ai suoi che gli chiedono conto della sua identità, in tutta risposta Gesù a sua volta domanda loro: “E voi chi dite che io sia?”, indicando la loro fede come unica risposta? A partire dall’assunto che la risposta non è un dato di fatto ma un atto di fede che deve rinnovare se stesso senza riscontri, emerge la coerenza della croce, la libertà dal male, la risposta che è anche quella di Giobbe messo alla prova da Satana, che non crede si possa amare Dio senza esserne ripagati. La risposta alla logica priva di amore di Satana sono i canti inneggianti a Dio di Giobbe schiacciato dalle sofferenze fisiche e morali. Un atto d’amore che alla domanda “Ma voi chi dite che io sia?” a Pietro e al credente Joseph Ratzinger fa rispondere: “Il Cristo di Dio.”.
Angela M. Piga
L’Avanti, 18 aprile 2007
IL GESU' STORICO DI RATZINGER
Piu' moderno di quello che si pensa
Un grande lavoro di catechesi. Che scorre in quell’alveo di rievangelizzazione tracciato, insieme a Giovanni Paolo II, durante gli anni alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger(Rizzoli Editore), in libreria il giorno del suo compleanno, è la testimonianza di quanta modernità e di quanta giovinezza interiore alberghino in questo raffinato teologo di 80 anni. Da sempre indicato come un tenace e gentile conservatore, tra i più gelosi dell’ortodossia ecclesiastica.
Forse perché cominciato da cardinale e terminato dopo essere stato prescelto come Pontefice, il libro porta la doppia firma, “non è un atto magisteriale” e sembra voler essere una base di confronto, per tracciare una solido percorso d’incontro, nell’ambito di quel dialogo interreligioso quotidianamente perseguito da Benedetto XVI.
Il professore scende dalla Cattedra e col suo “ognuno sarà libero di contraddirmi”, insistentemente ripetuto sin dalla prima presentazione del testo, pare non voler irritare interlocutori attenti e poco inclini ad accettare l’infallibilità delle dichiarazioni provenienti da Roma.
Recupera e consolida la radice storica di Gesù di Nazaret. L’interprete profetico degli insegnamenti della Torah, messi in pratica con forza, nell’affermazione dell’amore per Dio e per il prossimo come se stesso. Sintetizzati nel duplice comandamento che trae linfa dal Deuteronomio e dal Levitico. Ed esorta, ammonendo, a non trattare con superficialità il patrimonio biblico delle Vecchie scritture a favore delle Nuove.
Radicare la figura del Nazareno nel contesto raccontato dai Vangeli, significa salvaguardarne l’autenticità e la spinta devozionale. Altrimenti resa evanescente dall’impressione di “sapere poco di certo su di Lui e che solo nel tempo la fede, nella sua divinità, avrebbe plasmato la sua immagine”. Dal che si deduce che lo stesso Papa non potrebbe essere il vicario di una costruzione tardiva, sebbene frutto di un intenso percorso di fede.
Da tempo il lavoro certosino di Joseph Ratzinger è quello di dar forza alla fede, curandone gli occhi della storia e della ragione, per dare radici solide al suo credo, che se cieco diventa fragile, integralista e pericoloso. La ricerca storica, allora, non è in contrasto con la fede. Al contrario, alla fine può confermarla. Il metodo storico-critico, alla base della sua formazione universitaria in Germania e struttura portante delle lezioni impartite da docente, in quelle stesse università, “è una delle dimensioni fondamentali dell’esegesi”.
Ma è nel riconoscerne i limiti, che la prospettiva di Benedetto XVI assume i caratteri moderni dell’innovazione metodologica. “Per sua natura”, afferma, “il metodo storico-critico non deve soltanto cercare la parola come qualcosa che appartiene al passato, ma deve anche lasciarla nel passato”. Perché, aggiunge: “Non possiamo recuperare il passato nel presente” e soltanto alla luce di una fede certa e ritrovata sarà possibile elevare lo spirito.
“Ho voluto fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il Gesù storico, in senso vero e proprio”, sottolinea il Pontefice. “Solo se era successo qualcosa di straordinario, se la figura e le parole di Gesù avevano superato radicalmente tutte le speranze e le aspettative dell’epoca, si spega la sua crocifissione e si spiega la sua efficacia”. E conclude, evitando il plurale majestatis, “Io spero che il lettore comprenda che questo libro non è stato scritto contro la moderna esegesi, ma con grande riconoscenza per il molto che ci ha dato e che continua a darci”. Come dire, che nel tempo di internet l’aramaico non può che conservare la sua suggestione storica.
di Antonio V. Gelormini
Capitanata.it
Il libro del Papa e la nuova "Resurrezione" della Chiesa
di Nicola Bux
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“I vangeli narrano che il Gesù sigillato nella tomba dai farisei è risorto. La storia narra che il Gesù ucciso in seguito mille volte si è dimostrato ogni volta più vivo di prima. Ora, trattandosi della stessa tattica, v’è ogni motivo di credere che lo stesso avverrà al Gesù rimesso in croce dalla critica storica”. Così scrive Giuseppe Ricciotti, l’autore della più celebre Vita di Gesù Cristo, scritta nel 1941 e più volte rieditata e ristampata fino ad oggi. Egli ha avuto ragione, ma non poteva immaginare che un papa – sebbene pensatore d’eccezione – sarebbe stato tra gli artefici della nuova ‘risurrezione’, con la pubblicazione del libro Gesù di Nazaret. Poi, rimarrà nel ricordo sia dei credenti sia dei laici, favorevoli e contrari, legata singolarmente al di lui ottantesimo compleanno. Che dire?
L’esegesi storico-critica della Sacra Scrittura, che ha i suoi meriti, ha finito per prendere come criterio la storia in qualità di scienza rivolta quasi unicamente verso il passato dei tempi biblici trascurando il futuro, cioè il portato della tradizione; per evitarlo, il concilio insiste sull’unità dei due Testamenti. Invece quel metodo è stato assolutizzato sino a ridurre i vangeli a schemi mitici. Si è parlato del “Gesù pasquale”, diverso da quello dei racconti pre-pasquali e risultato della fede dei discepoli. E’ un classico pensiero non cattolico. Il grande esegeta protestante diventato cattolico, Heinrich Schlier, ben consapevole che la risurrezione di Gesù dai morti esorbita dal piano della storia documentaria (historisch) mentre si impone in modo storicamente (geschichtlich) convincente, invita conseguentemente a star lontani dal ridurla ad un prodotto della psicologia dei discepoli e quindi a non scivolare nello psicologico allo stesso modo in cui va evitato il miracolismo. Dunque, un cattolico, in specie se teologo, non può rimanere in bilico tra una idea di storia per la quale è accaduto solo ciò che sempre accade e l’irruzione di Dio in un momento del tempo, una volta per sempre (efapax), che si manifesta all’uomo in modo inatteso, al punto da risultare incomprensibile e dover balbettare il racconto con categorie umanamente assurde come “entrare a porte chiuse” ma non meno chiare nel descrivere il fatto accaduto, ben oltre la logica e la volontà. Un teologo non può non confrontarsi ragionevolmente col mistero della fede e decidersi, lasciarsi afferrare dal Signore facendone esperienza nella fede della Chiesa che nella liturgia afferma: Il Signore è veramente risorto!
Tuttavia rimango stupito dell’abilità di alcuni teologi e divulgatori che riescono a scrivere e sostenere l’esatto contrario della dottrina della Chiesa, presentandolo come il significato vero di questo o quel documento del magistero con abili artifici dialettici. Paolo VI lo descriveva al negativo come “pensiero non cattolico”; gli antichi padri al positivo, lo chiamavano errore o eresia, cioè una scelta delle verità, o come dice il Codice di Diritto canonico l’ostinata negazione di qualche verità o il dubbio ostinato su di essa, pur avendo ricevuto il battesimo nella fede della Chiesa cattolica.
Ma, tornando al libro di Joseph Ratzinger, Vittorio Messori, l’unico a meritarsi la citazione nel corpo del libro papale a p 64, ha ragione di osservare : “Questo libro, dunque, vuole essere uno strumento per “ricominciare da capo” per procedere a quella rievangelizzazione già auspicata pressantemente da Giovanni Paolo II”(Chi ha paura del vero Gesù?, Corriere della Sera , 15 aprile 2007,35). Per questo c’è da ritenere che l’ottantesimo compleanno di Benedetto XVI sarà ricordato anche in futuro.
L'occidentale
IL NUOVO LIBRO DEL PAPA, QUASI UN CATECHISMO ESSENZIALE
RATZINGER E LO SCANDALO DI PARLARE DI GESÙ
Il Papa parla di Gesù. E sorprende. Non perché lo fa, ma per il modo in cui lo fa. Il libro Gesù di Nazaret, di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI, non è un saggio di alto magistero, ma l’opera di un credente che ha molto studiato, un testo scritto con grande umiltà e semplicità. Potrebbe essere un catechismo essenziale.
E il fatto che lo abbia scritto chi, tra due miliardi di cristiani, è stato scelto come successore di Pietro, indica a tutti che la questione essenziale, l’argomento degli argomenti, è il ragionamento attorno alla persona di Gesù. Il libro procede con una scrittura distesa, facile, avvincente. Coinvolge e appassiona perché evoca contesti e simboli del Vangelo. Non intrappola mai il lettore nella difficoltà di comprensione.
Ratzinger è un intellettuale vero, abilissimo a usare le parole, esperto nel narrare la vicenda e la figura di Gesù, capace di giustificare ogni affermazione sulla base della sua sterminata conoscenza dei testi sacri e della letteratura critica, e soprattutto in grado di dare ragione del suo assoluto rigore teologico.
È stato lui a fare un regalo alla Chiesa e al mondo intero nei giorni in cui ha compiuto ottant’anni e due anni di Pontificato. Conduce per mano il lettore lungo la strada della predicazione pubblica di Gesù dal Battesimo alla Trasfigurazione. Lo porta dentro il cuore della fede cristiana, con uno stile agli antipodi della letteratura devozionale.
Il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn, allievo tanti anni fa del professor Ratzinger, ha spiegato, presentando il volume in Vaticano, la scorsa settimana, che essa non sta nelle corde del cuore del Papa, perché è un tipo di letteratura in cui il teologo diventato Papa non si è mai riconosciuto.
Nel libro, secondo il cardinale di Vienna, stanno «in primo piano l’instancabile confronto intellettuale, la fatica del concetto, la forza degli argomenti, la passione della ricerca oggettiva della verità, lo sforzo di dare una risposta a tutti coloro che chiedono e che cercano il motivo della propria speranza».
Naturalmente questo libro serve anche per spazzar via dalla scena molta merce contraffatta sulla figura di Gesù e sui Vangeli, a cui negli ultimi tempi ci hanno abituato romanzieri e intellettuali precari della teologia e dell’esegesi, per i quali – ha rilevato il cardinale Schoenborn – la figura di Gesù è «una truffa da preti e un imbroglio della Chiesa» e la sua predicazione sempre soffocata da «oscuri cospiratori, localizzati in prevalenza in Vaticano».
È un catechismo essenziale perché torna alla Parola, quella vera, che non fa pasticci con Gesù, non lo racconta come un fantasma che di volta in volta assume le sembianze del rivoluzionario alla Che Guevara, del mite riformatore sociale o addirittura dell’amante segreto di Maria Maddalena.
Ma questo libro, che Joseph Ratzinger ha cominciato a scrivere quando era ancora cardinale e a cui da Papa ha dedicato ogni momento libero, conferma anche l’intento del Pontificato, che il 19 aprile compie due anni e attesta la sua principale preoccupazione: parlare al mondo di Gesù.
Il settimanale americano Newsweek la scorsa settimana, commentando i due anni di Pontificato, segnalava che il papato di Joseph Ratzinger è sparito dalla scena geopolitica mondiale. L’analisi marca la difficoltà di osservare senza pregiudizi un Pontificato complesso.
Finché il Papa interviene sulle radici cristiane dell’Europa, finché parla della famiglia ci si accanisce con le accuse di interventismo. Finché parla della pace lo si promuove nel dibattito pubblico. Ma quando il Papa si mette a parlare di Dio e della Verità annunciata dall’uomo della Galilea non lo si capisce più.
Eppure è proprio questo lo "scandalo" con il quale ogni cultura e ogni lingua da duemila anni devono confrontarsi. Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, celebrando la Messa in ringraziamento per i suoi ottant’anni, lo ha detto con forza, ricordando la frase di papa Leone Magno che trent’anni fa volle nell’immagine ricordo della sua ordinazione episcopale: «Pregate il nostro buon Dio, affinché voglia nei nostri giorni rafforzare la fede, moltiplicare l’amore e aumentare la pace».
Famiglia Cristiana, n.16
Libro del Papa subito esaurito
BOOM NELLE LIBRERIE
È nelle librerie da lunedì, eppure in molti punti vendita è già introvabile. L'autore' Joseph Ratzinger, ovvero Papa Benedetto XVI, che risponde così, con copie su copie vendute, all'attacco alla religione cattolica portato di recente da molti libri che spopolano nelle librerie. O, meglio, spopolavano, perché da ieri in cima alle classifiche c'è proprio 'Gesù di Nazaret', la prima opera di Ratzinger da quando è stato eletto alla Cattedra di Pietro.
Il libro - si legge nella prefazione - «è il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come il 'Gesù storico' in senso vero e proprio». E il lavoro sembra portare i suoi frutti fin dall'inizio, con i negozi della provincia che in poche ore hanno visto ridursi le scorte ordinate.
«In effetti non mi aspettavo un simile esordio - dicono a La Strada di Cantù - L'abbiamo esaurito. Abbiamo subito riordinato il triplo delle copie».
Anche a Como il discorso non cambia. «Senza dubbio è il libro più richiesto della giornata - dicono alla Mondadori - In un giorno e mezzo abbiamo venduto circa 50 copie. Un numero notevole che conferma un grande interesse per l'opera del Papa».
Indice in controtendenza alla Voltiana. «Sì, fino ad ora abbiamo venduto otto libri del Pontefice ma sono dati nella media, anche se l'interesse c'è».
Il dato più eclatante arriva però da Lario Libri di Lipomo, grossista e fornitore di librerie. «C'è moltissima domanda - dicono - È andato esaurito in poco più di un giorno. Abbiamo venuto in un attimo 550 copie». Dati impressionanti anche alle Paoline, dove, si potrebbe dire, Papa Ratzinger gioca in casa.
«L'interesse c'è ed è notevole - fanno sapere nella libreria di viale Battisti, che proprio ieri ha festeggiato l'inaugurazione dei locali rimessi a nuovo - I volumi venduti di 'Gesù di Nazaret' sono oltre 400».
Curiosità per l'opera del Papa anche alla libreria Noseda, in centro storico. «L'abbiamo ricevuto solo oggi (ieri, ndr) nel pomeriggio - commentano - Ma avevamo già una decina di prenotazioni. Siamo convinti che il libro avrà un grande successo, che crescerà settimana dopo settimana, anche perché in questi giorni ne hanno parlato tutti i più grandi quotidiani. E poi ultimamente si discute molto del Papa, nel bene e nel male, quindi l'interesse è notevole». Non rimane che chiudere il giro in provincia, chiedendo a Eurolibri di Cadorago. Ma pure qui la risposta è analoga: «Non abbiamo i numeri precisi, ma le copie vendute sono tante. Intorno a quest'opera insomma non manca certo l'interesse».
Mauro Peverelli
Il Corriere di Como, 18 aprile 2007
IL PONTEFICE
Vendite record per il libro su Gesù
MILANO — In un solo giorno ha venduto 50mila copie «Gesù di Nazaret», il libro di Joseph Ratzinger pubblicato dalla Rizzoli. «Il libro di Benedetto XVI, uscito nelle librerie il 16 aprile, giorno dell'ottantesimo compleanno del Pontefice — spiega un comunicato della casa editrice — è già uno straordinario successo editoriale». L'editore che ha curato in tutto il mondo la vendita dei diritti del libro del Papa, ha già deciso una ristampa che porta la tiratura complessiva, tra prima e seconda edizione, a 420mila copie.
Corriere della sera, 18 aprile 2007
Libro del Papa: 50mila copie in un giorno
La casa editrice Rizzoli ieri ha comunicato che «Gesù di Nazaret», il libro di Benedetto XVI, uscito nelle librerie italiane il 16 aprile 2007, giorno dell'ottantesimo compleanno del Papa, è già uno straordinario successo editoriale. I dati raccolti dopo un solo giorno indicano una vendita di oltre 50mila copie sulle 350 mila stampate. L'editore, che per incarico della Libreria editrice vaticana ha curato in tutto il mondo la vendita dei diritti del libro del Papa, ha già deciso una ristampa che porta la tiratura complessiva, tra prima e seconda edizione, a 420mila copie. Anche in Germania il libro ha avuto uno straordinario successo, surclassando i libri di Harry Potter, primi nelle vendite da mesi. Questo libro del Papa, frutto di un personale cammino interiore alla ricerca del volto del Signore, è anche un commento ai Vangeli e un'introduzione al cristianesimo.
Avvenire, 18 aprile 2007
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