10 aprile 2008

Presentato al Santo Padre il volume di De Carli “Benedictus XVI. Servus servorum Dei”


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Città del Vaticano

Festosa presentazione ieri al termine dell’Udienza generale a Papa Benedetto XVI del volume: Benedictus. Servus servorum Dei pubblicato da tre case editrici, Rai-Eri, Velar e Ldc e con un’ampia presentazione di monsignor Rino Fisichella. L’autore, il lodigiano Giuseppe De Carli, responsabile della struttura Rai Vaticano, ha illustrato al Papa le caratteristiche del grande volume (248 pagine e 250 foto) che si presenta non solo come una biografia di Joseph Ratzinger ma anche come la sintesi del pensiero di questo grande teologo, la Summa ratzingeriana, una cattedrale di pensiero, un’opera che delinea la curvatura intellettuale di un Papa che sa insegnare.
Alla consegna, oltre a Giuseppe De Carli, erano presenti Guido Paglia, direttore delle relazioni esterne della Rai e responsabile di Rai-Eri, Efisio Walter Serra, amministratore delegato della Velar con Enrico Congedo Sottocasa e Cosimo Anastasi; don Mario Filippi, direttore generale Ldc.

Papa Benedetto XVI si è ritrovato nella definizione, contenuta nel volume, del suo ex prefetto di studi teologici Alfred Lapple: «Papa Benedetto è un intellettuale col cuore». «Nostri temporis stupor et miraculum», ha aggiunto Giuseppe De Carli, e Papa Ratzinger ha subito riconosciuto la citazione, stupendo tutti: «È quella di Ulrico di Strasburgo, che così si riferiva al suo maestro Alberto Magno».

La piccola delegazione ha fatto gli auguri per l’imminente viaggio negli Stati Uniti e per il 16 aprile, giorno in cui il Papa compirà 81 anni.

Sfogliando il libro il Pontefice si è soffermato soprattutto sui capitoli che riguardano “Cultura e la vocazione” e “Fede e ragione. Cristo nostro contemporaneo”. E ha apprezzato il “Grand Tour in Baviera”, ovvero cinque giorni sulle orme di Papa Benedetto XVI. “Da Marktl am Inn a Ratisbona”.

© Copyright Il Cittadino, 10 aprile 2008


Una sintesi fra tradizione e post-moderno

Nel panorama , ormai vasto ed articolato, della editoria religiosa e, più in particolare, delle pubblicazioni dedicate al Santo Padre, spicca per originalità e sintesi propositiva il libro Benedictus. Servus servorum Dei, scritto dal giornalista Giuseppe De Carli, pubblicato presso i tipi dell’Editrice Velar di Bergamo. La prefazione porta la firma prestigiosa di monsignor Rino Fisichella, Rettore Magnifico della Pontificia Università del Laterano, uno dei teologi più conosciuti a livello internazionale e stretto collaboratore dell’attuale pontefice. E la prefazione si presenta come un vero e proprio “saggio breve” condensato attorno ai due elementi fondamentali del pensiero di Joseph Ratzinger: l’analisi del fenomeno culturale con la crisi delle fede che , in misura crescente, incalza la cristianità; il tema della fede, punto cardine e chiave ermeneutica di tutta la sua produzione teologica. «La fede-come ricorda Bendetto XVI nella sua seconda enciclica Spe salvi - è sostanza delle cose che si sperano; prova delle cose che non si vedono».
Raccontare Joseph Ratzinger-Papa Benedetto XVI è tutt’altro che semplice. È una biografia che non ha nulla di agiografico, perché è quella di un bambino intelligente e vispo che sin da piccolo voleva fare il cardinale; si trovò suo malgrado nel gorgo della guerra; combatté il nazismo a suo modo (scrivendo versi di protesta in esametri greci); ebbe l’indicazione dai suoi superiori di fare il teologo di professione; dovette dire sì a Papa Paolo VI che lo strappò dagli studi prediletti per diventare cardinale e arcivescovo di Monaco; si arrese a Giovanni Paolo II che lo volle vicino a sé a Roma alla Congregazione per la Dottrina della Fede. A 78 anni l’ultima resa, lo strappo imprevisto, quello più impegnativo.
Il fatto inaudito della chiamata al pontificato, alla successione dell’apostolo Pietro. È un Papa, Benedetto XVI, che “non buca lo schermo” come Papa Wojtyla, che non ha un’ansia apostolica divorante; che non viaggia molto, ma che fa pensare molto.

In Joseph Ratzinger rimane un senso di levità e di spirituale leggerezza, di antico e nuovo. Un Papa che è una sintesi perfetta di tradizione e post-moderno. Non grida ma dialoga, non inveisce ma sussurra, non impone ma cerca di convincere.

È un Papa dei media, pur riuscendo a sfuggire completamente al loro abbraccio mortale.

Il Papa dell’amicizia con Dio, dell’amore, della fede illuminata dalla ragione, della ragione illuminata dalla fede. Tutto ciò con le parole di un giornalista e con una persuasiva carrellata di immagini che sono quelle della vita di un uomo e di un intellettuale che stanno segnando profondamente la vita della Chiesa cattolica e dell’umanità. Il libro è immaginato come una sorta di “numero unico” di un giornale, un numero monografico che apre squarci di riflessione, approfondisce argomenti apparentemente laterali, si avventura su terreni inesplorati. Il volume, infatti, ha un apparato iconografico d’eccellenza, per la qualità estetica delle immagini - provenienti dagli Archivi della Velar, dell’«Osservatore Romano» e del fotografo Siciliani - e per la ricchezza documentaristica. Accanto alla Velar compagni di viaggio come Ldc e Rai-Eri.
Un’opera che, per il suo taglio particolare, è una sfida per l’autore e per l’editore. È il racconto della “felicità” di un uomo che ha avuto la ventura di diventare il principe degli Apostoli. E la felicità si può imprigionare in una armatura di parole? La sfida temeraria del libro sta tutta qui.

© Copyright Il Cittadino, 10 aprile 2008

Siamo sicuri che il Papa non buchi lo schermo?
Attenzione agli schemi cui Benedetto XVI sfugge in continuazione ed e' questo il "dramma" dei media. Mi piace molto la frase "abbraccio mortale :-)

R.

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