10 aprile 2008

Il Papa darà speranza ai cattolici statunitensi. Mons. Wenski (Orlando): "Benedetto sfiderà i politici" (Zenit)


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Il Papa darà speranza ai cattolici statunitensi

Dopo gli anni difficili attraversati dalla Chiesa di questo Paese

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 8 aprile 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI andrà negli Stati Uniti dal 15 al 20 aprile per dare speranza al Paese e soprattutto ai cattolici locali, secondo quanto ha annunciato egli stesso in un videomessaggio diffuso questo martedì.

“Insieme con i vostri Vescovi, ho scelto come tema del mio viaggio tre semplici ma essenziali parole: 'Cristo nostra speranza'”, rivela il Pontefice, che visiterà le città di Washington e New York.
La visita ha luogo dopo che la Chiesa nel Paese ha attraversato anni difficili, soprattutto a causa degli scandali attribuiti ad abusi da parte di sacerdoti.

“Sulle orme dei miei venerati predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II, per la prima volta verrò da Pontefice negli Stati Uniti d’America, portando con me questa grande verità: Gesù Cristo è la speranza per gli uomini e le donne di ogni lingua, razza, cultura e condizione sociale”, spiega il Papa.

“Sì, Cristo è il volto di Dio apparso tra noi – conferma –. Grazie a Lui la nostra vita trova la sua pienezza ed insieme possiamo formare una famiglia di persone e di popoli che vivono in fraternità, secondo il perenne disegno di Dio Padre. So bene quanto nel vostro Paese questo messaggio evangelico sia radicato!”.

“Porterò il messaggio della speranza cristiana anche nella grande Assemblea delle Nazioni Unite, ai Rappresentanti dei popoli del mondo”, ha detto riferendosi alla visita al Palazzo di Vetro in programma per il 18 aprile.

“Il mondo infatti ha più che mai bisogno di speranza: speranza di pace, di giustizia, di libertà, ma non potrà realizzare questa speranza senza obbedire alla legge di Dio, che Cristo ha portato a compimento nel comandamento di amarci gli uni gli altri”, sottolinea.

“Fate agli altri ciò che volete facciano a voi, non fate ciò che non volete che essi vi facciano. Questa 'regola d’oro' si trova nella Bibbia ma vale per tutti, anche per i non credenti”.

“E’ la legge scritta nella coscienza umana, e su questa possiamo tutti ritrovarci, così che l’incontro delle differenze sia positivo e costruttivo per l’intera comunità umana”.
Dei quasi 300 milioni di abitanti degli Stati Uniti, i cattolici sono 67,5 milioni.

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Vescovo USA: il Papa sfiderà i politici

Sottolinea lo status unico di leader mondiale del Pontefice

ORLANDO (Florida), mercoledì, 9 aprile 2008 (ZENIT.org).- Quando lo Shepherd One atterrerà all'Andrew's Air Force Base, Benedetto XVI sbarcherà con un messaggio per rafforzare la fede, la speranza e l'amore dei cattolici statunitensi, ha affermato uno dei presuli di questa nazione.

Il Vescovo Thomas Wenski di Orlando, presidente del Comitato dei Vescovi statunitensi per la Politica Internazionale, lo ha affermato questo martedì in una rubrica sull'Orlando Sentinel, sostenendo che l'obiettivo principale della visita del Papa sarà di natura pastorale.

“Anche se si fermerà solo a Washington, D.C., e a New York City, i cattolici di tutti gli Stati Uniti saranno felici della sua visita”, ha scritto. “Sentiamo che ha qualcosa da dirci”.

“Non è uno dei vari partecipanti al gioco globale della politica di potere”, ha aggiunto il Vescovo Wenski. “Non è un politico, ma il Vescovo di Roma e il pastore universale della Chiesa cattolica. Ciò non vuol dire che non abbia il polso del mondo”.

“Benedetto XVI si rivolgerà all'ONU come leader religioso, come leader morale – ma come un leader dotato di una preparazione unica. E come avrà qualcosa da dire ai cattolici, avrà qualcosa da dire alle Nazioni Unite e al mondo”, ha commentato.

Il Vescovo ha detto di aspettarsi che il Papa “sfidi anche i leader politici”.

“Gran parte dell'agitazione nella politica mondiale di oggi deriva dal distacco della fede dalla ragione e dalla perdita della fede nella ragione”, ha osservato. “Come ha già fatto Giovanni Paolo II prima di lui, userà la fede per difendere la ragione. Nel farlo, il Papa che ha iniziato la sua carriera come professore riporterà senza dubbio i leader mondiali alla legge morale universale”.
“Questa legge scritta nel cuore umano e quindi conoscibile dalla ragione umana rappresenta quella 'grammatica' di dialogo necessaria perché gli uomini e le Nazioni costruiscano insieme un futuro di speranza”.

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