9 aprile 2008

La speranza evangelica e i diritti dell’uomo al centro del viaggio di Benedetto XVI negli USA e la visita all’ONU: lo sottolinea il cardinale Bertone


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La speranza evangelica e i diritti dell’uomo al centro del viaggio di Benedetto XVI negli USA e la visita all’ONU: lo sottolinea il cardinale Bertone in un’intervista alla FOX News

Cresce tra gli americani l’attesa per il viaggio apostolico di Benedetto XVI negli Stati Uniti, che prenderà il via martedì prossimo.
Ieri, il Papa - in un videomessaggio ai cattolici statunitensi - ha sottolineato che sarà la speranza cristiana il cuore del suo ottavo viaggio internazionale. Il Pontefice ha inoltre affermato di essere consapevole che il messaggio evangelico è “radicato” nel popolo americano. Proprio sulla realtà della Chiesa americana e il diverso ruolo della religione negli Stati Uniti e in Europa, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha rilasciato un’intervista alla tv americana FOX News:


R. – Per gli Stati Uniti - considerando la grande storia religiosa degli Stati Uniti e la storia e il ruolo che ha svolto la Chiesa cattolica degli Stati Uniti - io credo che il Papa veda un futuro sicuro per la Chiesa degli Stati Uniti, anche se la Chiesa, così come le altre religioni, può essere messa in crisi dalla secolarizzazione e dalle tante sfide del mondo moderno, come - per esempio - la sfida della scienza, che il Papa stesso analizza proprio nella sua Enciclica Spe salvi”. Gli Stati Uniti si presentano sulla scena del mondo anche per il grande progresso scientifico, che ha fatto - soprattutto nel secolo scorso - un grande balzo in avanti. Di fronte a queste sfide, però, il Papa vede la funzione e il ruolo della fede e il ruolo dell’etica.

Negli Stati Uniti ci sono due elementi importanti, insieme agli altri e insieme alla grande forza manifestata e realizzata per la società civile degli Stati Uniti da parte della Chiesa cattolica: c’è il valore della religione che è un valore recepito ed accettato comunemente negli Stati Uniti, nonostante l’evoluzione del mondo moderno; e c’è il valore dell’etica, il valore dei fondamenti etici.

Mi sembra che proprio su questa base, che è una base stabile, che rappresenta le radici cristiane della società della grande nazione così multiforme degli Stati Uniti d’America, il Papa vede un futuro – che proprio su questa base – può svilupparsi coerentemente. Naturalmente questo è più difficile in Europa, perchè in Europa c’è proprio il problema del fondamento delle radici cristiane dell’Europa, che sembra essere obliterato, che sembra essere quasi rifiutato dall’Europa. Il Papa ha lanciato un grande allarme all’Europa del nostro tempo, dicendo che staccandosi dalla sue radici rischia il declino. Un’Europa senza Dio e senza il Dio di Gesù Cristo, che ha fondato e costruito la società europea e l’humus stesso della civiltà europea, che è stata così efficace e così generosa in tutto il mondo, soprattutto negli altri continenti (basti pensare all’America Latina, all’Africa così come all’Asia) l’Europa rischia il suo declino, direi quasi il suo affondamento. Allora il Papa vede questa differenza tra Stati Uniti ed Europa, ma anche all’Europa lancia i suoi messaggi di impegno e di speranza.

D. – Eminenza, la Chiesa degli Stati Uniti sta ancora riassorbendo lo shock per lo scandalo degli abusi sessuali. Il Papa ne parlerà nel suo viaggio?

R. – E’ vero e questo è stato un fatto doloroso che ha colpito la Chiesa e non solo la Chiesa, ma direi tutte le istituzioni. Vorrei solo sottolineare, al di là della grande afflizione che questo problema specifico ha portato ai Papi – ricordo gli incontri con Papa Giovanni Paolo II e il Papa Benedetto – che la grandissima maggioranza dei sacerdoti, dei pastori, degli educatori cattolici degli Stati Uniti sono rimasti fedeli e con una integrità ineccepibile. E questo dobbiamo tenerlo presente. Ma anche se fossero solo pochi, comunque, il fatto sarebbe gravissimo, perchè rappresenterebbe una contraddizione aperta con la vocazione e la missione soprattutto dei sacerdoti. Questo ha ferito la Chiesa cattolica negli Stati Uniti così come la Chiesa cattolica in tutto il mondo. Il Papa ne parlerà in modo specifico nella cattedrale di San Patrizio, nel suo discorso ai sacerdoti, sabato 19 aprile. Naturalmente il Papa cerca, insieme con i pastori della Chiesa, le vie della guarigione e della riconciliazione. E’ con questa intenzione che il Papa esorterà tutti a partecipare in modo deciso e con una purificazione, una purificazione della vita, per costruire una cultura di integrità morale, di giustizia, di fiducia reciproca, soprattutto nel campo educativo. E questo perchè davanti a questi problemi e a questi rischi, che incombono purtroppo sempre sulla vita di ogni persona - vediamo quante persone, di ogni estrazione sociale, possono essere colpite da questa tentazione e da questo degrado umano – tutti noi dobbiamo sempre lavorare nel campo educativo. Non dobbiamo rinunciare all’azione educativa, non dobbiamo rinunciare alle scuole, non dobbiamo rinunciare ai centri giovanili, ma anzi farne un forum di confronto per una formazione integrale, farne un cenacolo, che sia un cenacolo dell’amicizia in Cristo, che sia un cenacolo dell’educazione alla fede, dell’educazione all’amore. Il Papa ha chiarito bene anche quali siano le vie o i pericoli nell’educazione all’amore nella sua prima Enciclica Dio è Amore.

D. – Quale sarà il messaggio di Benedetto XVI alle Nazioni Unite?

R. – Il messaggio del Papa alle Nazioni Unite sarà anzitutto sulla scia dei Papi precedenti e quindi sarà un messaggio di riconoscimento del valore del ruolo delle Nazioni Unite e della bontà delle relazioni che hanno caratterizzato i rapporti tra la Santa Sede e le Nazioni Unite fin dal loro sorgere, fin dal loro inizio. Quest’anno, poi, ricorre il 60.mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e quindi il discorso del Papa sarà centrato proprio su questo tema e soprattutto sull’unità e sull’indivisibilità dei diritti umani fondamentali, che affondano le loro radici nella natura dell’uomo creato ad immagine di Dio. Direi che la teologia della creazione – e lo dico anche ad una grande nazione come quella degli Stati Uniti, che è una nazione che crede nel Dio della creazione – è a fondamento dei diritti, i diritti sono fondati sull’uomo, creato ad immagine di Dio e, quindi, fondati nella giustizia e nell’etica. Troppo spesso e con troppa superficialità si considerano i diritti umani e magari i nuovi diritti come atti puramente legali, che derivano dalla volontà di un legislatore o di una autorità umana, dimenticando che le Nazioni Unite sono nate proprio come organizzazione mondiale dopo la triste esperienza della onnipotenza di dittatori e, quindi, proprio per cercare di stroncare la frammentazione dei diritti e la debolezza dei diritti, facendoli quasi derivare soltanto da chi comanda o da chi con assoluta discrezionalità decide quali sono i diritti e quali i doveri e soprattutto quali non sono i diritti. I diritti hanno, invece, un fondamento più remoto, un fondamento proprio nella natura umana. Naturalmente anche gli obblighi della comunità internazionale per la tutela dei diritti sono imprescindibili e il Papa toccherà gli obblighi della Comunità internazionale a tutelare i diritti dei più deboli e non i diritti dei più forti, perchè questo sarebbe certo facile, visto che i più forti se li tutelano da soli. La Comunità internazionale e quindi il concerto delle Nazioni Unite, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, deve tutelare i diritti dei più deboli. Questo è in linea proprio con la sussidiarietà, con la solidarietà e con la vicinanza ai popoli che soffrono per la fame, per l’ignoranza, per le malattie endemiche… Questo è un problema in cui la Chiesa è impegnata in prima linea con tutte le sue organizzazioni umanitarie.

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