21 maggio 2008

In udienza dal Papa, un gruppo di presuli albanesi in visita ad Limina. Intervista con mons. Lucjan Augustini, vescovo di Sapë (Radio Vaticana)


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In udienza dal Papa, un gruppo di presuli albanesi in visita ad Limina. Intervista con mons. Lucjan Augustini, vescovo di Sapë

Prosegue in Vaticano la visita ad Limina dei vescovi albanesi. Stamani, un gruppo di presuli è stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI. Tra loro anche mons. Lucjan Augustini, vescovo di Sapë che, intervistato da don Davide Gjugja - responsabile della nostra redazione albanese - si sofferma sulla situazione della Chiesa locale, rifiorita dopo gli anni della dittatura comunista:

R. - Dopo tutto quello che ha vissuto la Chiesa in Albania - cioè la distruzione materiale e spirituale, durante il periodo ateo-comunista - possiamo dire che oggi abbiamo una viva comunità di credenti. Abbiamo una Chiesa che è in cammino e in crescita e questo è stato visibile soprattutto in questi ultimi 17 anni. E’ stato fatto tanto a livello spirituale, educativo, culturale, sociale...

D. - Eccellenza, la Chiesa in Albania è stata aiutata dalla Santa Sede, dalla Chiesa italiana, dalla Chiesa tedesca, per riprendere il proprio cammino...

R. - Sì, siamo veramente riconoscenti a tutti quelli che ci hanno aiutato e ci aiutano tuttora. Siamo riconoscenti per quello che vive oggi la Chiesa in Albania: non solo per l’opera spirituale, ma anche per quella sociale ed educativa, senza distinzioni di religione o di altro tipo, che svolgono i missionari presenti in Albania.

D. - Quali sono le sfide più urgenti per la Chiesa albanese, secondo lei?

R. - Stiamo attraversando un periodo di transizione verso una stabilizzazione della situazione del Paese e la Chiesa non è rimasta a guardare, ma ha fatto tanto. In primo piano, c’è la continua formazione spirituale, ma certamente non si può trascurare neppure la formazione intellettuale e sociale, per la quale la Chiesa cattolica in Albania si è impegnata e continuerà a farlo. La Chiesa sta dando un grande contributo per l’educazione e la guarigione delle ferite sociali: per esempio, la povertà, i giovani, l’immigrazione. Lo sviluppo ed il progresso morale della società sono alla base di un futuro migliore, più sicuro e più felice. La Chiesa in Albania è consapevole di questo e perciò lavora in questa direzione con tutte le sue forze.

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