20 maggio 2008

Benny Lai: "I Rapporti del card. Siri con Roncalli e Montini, la difesa di Padre Pio, l’alleanza con Ratzinger al Concilio" (Galeazzi)


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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

Intervista a Benny Lai, biografo ufficiale del Cardinale Siri: “I suoi rapporti con Roncalli e Montini, la difesa di Padre Pio, l’alleanza con Ratzinger al Concilio per proteggere la tradizione”

di Giacomo Galeazzi*

CITTA’ DEL VATICANO - “Il vero scontro non fu tra Siri e Roncalli, ma tra Siri e Montini. Il Cardinale Siri ebbe verso il Concilio Vaticano II lo stesso atteggiamento del giovanissimo perito conciliare Joseph Ratzinger, che, di fronte alle fughe in avanti di chi voleva sganciare completamente la Chiesa dalla tradizione, in un attimo da progressista divenne conservatore”. Benny Lai, decano dei vaticanisti (la sua prima tessera di accreditamento presso la Santa Sede è del 1951, rossa con lo stemma di Pio XII e firmata da Monsignor Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI), ha appena terminato l’«Autobiografia», edita da De Ferrari, che Giuseppe Siri gli ha affidato in decine di incontri e apre il personalissimo libro dei ricordi relativi all’indimenticabile Arcivescovo di Genova, primo Presidente della Cei e papabile in ben quattro Conclavi.

Perché tutto questo interesse per Siri?

“La preghiera di Benedetto XVI nella cattedrale di Genova sulla tomba del Cardinale e il significativo, toccante ricordo del suo apostolato hanno posto nella giusta luce uno dei maggiori protagonisti della storia ecclesiastica del XX secolo. Nell’ottobre 1958, Siri partecipò al Conclave da cui uscì eletto Papa Giovanni XXIII, che gli riserverà grande stima e lo nominerà suo legato (ad esempio, per il matrimonio di Re Baldovino del Belgio) e poi membro della Commissione preparatoria del Concilio Vaticano II, e ancora membro del Consiglio di Presidenza del Concilio. Siri mi raccontò che quand’erano entrambi Cardinali tolse d’impaccio l’allora patriarca di Venezia”.

Cioè?

“Da buon genovese, Siri era abile nella gestione economica e corse in aiuto del confratello Patriarca di Venezia alle prese con gravi problemi finanziari. Poi un giorno Giovanni XXIII condusse Siri nei Giardini Vaticani fino alla statua della “genovese” Madonna della Guardia e gli chiese un parere sulla opportunità di ricevere in udienza Aleksei Adjubei, il genero di Kruscev, con la moglie, come altri gli consigliavano, e come di fatto avvenne il 7 marzo 1963. Come ha ricordato recentemente il Cardinale Bertone, forse Papa Roncalli si aspettava che il Cardinal Siri gli desse una risposta sfavorevole. E invece lui replicò subito: «Ma lo riceva, Santità. Lei sa che, quando cercano noi preti, è segno che sentono avvicinarsi la fine...». Giovanni XXIII scoppià in una bella risata: si sentiva incoraggiato e soddisfatto di quella lungimirante risposta. E fu Siri a difendere Padre Pio con Papa Roncalli. Mi raccontò che dopo aver preso una decisione molto importante per la vita della sua Arcidiocesi, Padre Pio gli apparve in sogno per convalidare la scelta”.

E come fu il rapporto di Siri con Paolo VI?

"Nel Giugno 1963, Siri partecipò al Conclave dal quale uscì eletto Montini, con cui sino ad allora era stato molto in contrapposizione. Fatto sta che Paolo VI lo cercava, soprattutto nei momenti più difficili. Lo considerò sempre "fedele e sincero amico" (altri non erano tali). Il Cardinale Siri glielo dimostrò, ad esempio, quando uscì l’Enciclica “Popolorum Progressio”, che egli non condivideva (il Papa gli aveva inviato preventivamente le bozze). Quando fu pubblicata, nonostante tutto, il Cardinale Siri corse a Roma per commentarla e difenderla alla Radio Vaticana. «Meno male che c’è lei», gli disse una volta Paolo VI, e lui rispose: «Resto, finché resta Lei, Santità». Il Cardinal Siri fu accanto a Paolo VI in certi momenti cruciali, e si sentì dire da lui: “Quando c’è lei mi sento sicuro: lei chiarisce le questioni”.

Un rapporto forte, quindi…

“Sì. Il Cardinale Siri confidò che Paolo VI aveva stracciato sotto i suoi occhi un documento sulla composizione del Collegio Cardinalizio già pronto per essere pubblicato e che, a giudizio di Siri, avrebbe portato scompiglio nella struttura della Chiesa. Comunque, Siri visse la stagione del post-Concilio come una lotta, e dalla sua parte ebbe un giovane teologo di talento”.

Chi?

“L’attuale Pontefice Benedetto XVI. Lo scontro era tra chi (come Siri e Ratzinger) voleva rinnovare la Chiesa, ma sempre aderendo alla tradizione, e chi voleva rinnovare del tutto la Chiesa, adattandosi alla situazione contingente e ai cambiamenti nel modo di sentire della gente. Al Concilio Vaticano II, raccontava Siri, ci fu uno scontro tra Orazi e Curiazi. Con Siri si erano schierati soprattutto Ottaviani e Ruffini. Insomma - era il ragionamento di Siri -, va bene la collegialità, ma sotto il Papa, senza fughe in avanti per adattarsi al mondo nuovo. Il momento fondamentale è il 1968”.

Perché?

“E’ l’anno del “Credo” che separa in due il pontificato di Montini, un modo per tornare indietro. Il ‘68 studentesco nasce da quanto accadde all’inizio del Concilio Vaticano II, quando i vescovi e Cardinali diocesani interrompono i lavori per dire che le liste preparate dalla Curia non andavano bene e che le avrebbero preparate loro. Il Concilio fu sospeso per due giorni: un evento fondamentale, una specie di rivolta dei vescovi nei confronti del centralismo della Curia romana. Da lì hanno iniziato a ribellarsi i preti, poi i giovani. Il movimento studentesco è scaturito da questa clamorosa rivolta nei confronti del centro. Poi le cose degenerarono nel post-Concilio, e tra quelli che lottarono accanto a Siri per rimettere le cose a posto ci fu il teologo di fiducia dal Cardinale Frings: Joseph Ratzinger, appunto”.

*Vaticanista del Quotidiano ‘La Stampa’

Obbedienza al Papa anche quando non si e' d'accordo: un grande esempio di fedelta' e di lealta' da parte del cardinale Siri.
R.

1 commento:

brustef1 ha detto...

Siri fu un grande, ebbe sempre chiaro il significato del sacerdozio cattolico e non a caso i migliori vescovi e preti dei nostri tempi provengono dal suo "vivaio". A quando il processo di beatificazione? Io, comunque, lo venero come un santo