20 maggio 2008
Vincenzi sindaco-"teologa" per calcolo politico: il commento di Gianni Baget Bozzo
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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
Vincenzi sindaco-"teologa" per calcolo politico
Gianni Baget Bozzo
Un sindaco teologo, anzi "una sindaco" teologa: Marta Vincenzi ha deciso di esporre cattedra contro cattedra e citare dinnanzi al Papa un teologo protestante di grande significato, Dietrich Bonhoeffer per affermare che situazioni eccezionali chiedono risposte eccezionali. Fu il nazismo come circostanza eccezionale che spinse Bonhoeffer, esponente della Chiesa confessante, un gruppo teologico antitotalitario fondato da Karl Barth, a entrare in contatto con coloro che cospiravano contro la vita di Hitler. Si dà il caso che questi fossero in gran parte cattolici, anche perché la dottrina cattolica non aveva mai respinto completamente la liceità del tirannicidio. Mentre la Chiesa luterana non aveva mai riconosciuto le possibilità offerte ai cristiani dalla legge naturale. Furono tutti cristiani i cospiratori contro la vita di Hitler, salvo forse l'ammiraglio Canaris: ma fu un cattolico, Leopold von Stauffenberg a premere il pulsante che doveva uccidere il führer.
Quei teologi che hanno consigliato la Vincenzi di citare Bonhoeffer l'hanno indotta in errore, perché l'aborto non si può considerare una circostanza eccezionale e imprevedibile nella vita di una donna. Se si dovesse pensare che ogni scelta, per la vita o la morte del bambino, è una circostanza eccezionale, dovremmo dire che la morale è fatta di frammenti e che ognuno ha una morale a sé. Ma non è questo ciò che dice il mondo di oggi? Non ha esso abolito di fatto la legge morale per fare di ogni decisione una sorta di etica fai da te?
L'etica è una legge universale o non è. Pensando la morale come una frammentazione di casi singoli, cade ogni base pubblica di discussione perché ogni scelta, divenuta puramente individuale nella sua stessa moralità, rende impossibile lo stesso consenso pubblico.
Caro sindaco, come fa a chiedere ai suoi cittadini di pagare le tasse che lei impietosamente aumenta, senza fare appello alla coscienza dei cittadini in nome della legge morale che impone di rispettare l'autorità e di far vivere la comunità? La sua dichiarazione della morale caso per caso vorrebbe dire che l'evasore fiscale obbedisce alla sua moralità. Caduto ogni valore universale della legge, ed è questo che oggi avviene, cade la base della morale pubblica. Lei non può rinunciare come sindaco a doveri insopprimibili e quindi a questioni morali non negoziabili, fa parte della sua funzione di sindaco.
Ma così lei si è fatta la bella parte: lei come sindaco teologo ha ricordato al Papa che vi sono casi eccezionali, come se il Papa non lo sapesse. Ha voluto cioè alzare il suo profilo, dire alle sue elettrici: io come la sindaco ho difeso l'aborto innanzi al Papa. Bravissima, ne aveva bisogno.
Un giornale di parte la indica come "sindaco coraggioso e forte". Lei ha soltanto cercato consensi andando oltre quello che è proprio del discorso da sindaco. Ha dato il suo appoggio alla religiosità popolare, ha ricordato, bontà sua, che gli antichi vollero Maria come regina di Genova, cioè come fondamento dell'autorità della Repubblica. E poi dà un buffetto alla Curia dicendo che lei collabora con Piazza Matteotti con grande facilità e questo giova al suo prestigio.
Tutto è buono per cercare consensi quando la mano della giustizia e la voce della stampa scendono sul Comune di Genova e le rapiscono assessori, consiglieri e collaboratori. Capisco che il personale è di Claudio Burlando e di Giuseppe Pericu e che lei si dice diversa, ma la storia continua e la responsabilitàè comune. Che diranno i cattolici che collaborano con lei sentendo che lei fa per l'occasione la teologa del dissenso? Ma lei sa già che i cattolici taceranno e che le donne della val Polcevera saranno solidali con lei. Nel duello interno al Partito democratico che segue la sconfitta elettorale, lei vuole muovere subito la regina. Ha detto al Papa quello che gli andava detto. Che donna, la sindaco!
© Copyright Il Secolo XIX, 20 maggio 2008
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3 commenti:
Concordo con l'articolo in pieno. Devo dire che questa faccenda mi ha irritato molto: in primis perché vorrei che in Italia si cominciasse ad avere il coraggio e l'educazione per tenere un comportamento rispettoso davanti al Papa indipendentemente dal proprio orientamento di pensiero. Questa è la base per uno Stato laico civile. In secondo luogo perché non sopporto le persone che citano senza contestualizzare e senza conoscere solo per inzeppare un discorso che da solo non sta in piedi, per di più cercando di insegnare teologia al Papa (?!?) e al Professore (?!?). Direi che la signora sindaco ha fatto veramente una pessima figura, con l'aggravante dell'ipocrisia.
Di fronte alla presuntuosa signora sindaco, il nostro Papa ha una volta di più dato prova di stile e intelligenza inarrivabili. La sig.ra Vincenzi ha ben poco di cui andare fiera.
Alessia
Eh, ma io sono sicura che prima di quanto immaginiamo una replica (certo indiretta) da "Oltretevere" arriverà, non potrà non arrivare, per le inconsistenti affermazioni della suddetta "teologa della domenica".....Forse non ha realizzato proprio con Chi aveva a che fare.....
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