23 maggio 2008

Santa Messa e Processione del Corpus Domini: il bel commento di Salvatore Izzo (Agi)


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Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

PAPA: A S. GIOVANNI NIENTE COMUNIONE NELLE MANI DEI FEDELI

(AGI) - CdV, 22 mag. - Benedetto XVI ha comunicato questa sera i fedeli, che erano inginocchiati davanti a lui, seguendo la tradizione e cioe' non consegnando la particola consacrata nelle mani ma mettendola direttamente nella bocca. Entrambe le modalita' sono consentite dalle attuali norme liturgiche, ma questo modo sottolinea maggiormente il signifcato dell'Eucaristia come rinnovato sacrificio di Gesu', mentre l'altro e' piu' in linea con la concezione protestante che sottolinea di piu' la dimensione della mensa.
La Chiesa di Papa Ratzinger e' preoccupata dal mancato rispetto dell'Eucarestia testimoniato dal numero sempre piu' elevato di abusi liturgici che si commettono nel corso delle celebrazioni. Recentemente l'Osservatore Romano ha dedicato un'intera pagina a questo problema, ospitando uno studio del teologo Inos Biffi, che denunciava una crisi di fede nel mistero della ''transustanziazione'', cioe' della presenza reale di Cristo nell'ostia consacrata, come causa di questo fenomeno. In un'intervista a ''papanews.it'', mons. Albert Malcom Ranjith, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, aveva poi condannato le ''stravaganze inspiegabili'' commesse da alcuni sacerdoti nella liturgia sottolinenando che essa ''non e' di loro proprieta' ma della Chiesa''. ''La Messa - aveva affermato - non e' uno spettacolo, ma sacrificio, dono e mistero''. Quanto alla comunione nelle mani, ''credo semplicemente - affermava l'arcovescovo - che bisogni rivedere questa pratica: parlo a titolo personale, ma sono convinto dell'urgenza di tornare a dare la particola ai fedeli direttamente in bocca, senza che essi la tocchino, ribadendo in questo modo che nell'Eucarestia c'e' realmente Gesu' e che tutti lo devono accogliere con devozione, amore e rispetto''. Per mons. Ranijth, inoltre ''sarebbe il caso di tornare anche a genuflettersi nel momento in cui ci si comunica'' come ''atto di rispetto verso il dono e il mistero dell'Eucarestia''. ''Al di la' del ruolo che ricopro in Vaticano, come cattolico - concludeva - mi domando e chiedo: perche' vergognarsi di Dio? La genuflessione al momento della Comunione sarebbe un atto di umilta' e di riconoscimento della nostra natura di figli di Dio''. (AGI)

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PAPA: EUCARISTIA E' UN CULTO PUBBLICO NON ESOTERICO

''L'Eucaristia non puo' mai essere un fatto privato, riservato a persone che si sono scelte per affinita' o amicizia: e' un culto pubblico, che non ha nulla di esoterico, di esclusivo''.
Lo ha ricordato Benedetto XVI nella messa celebrata a San Giovanni in Laterano in occasione del ''Corpus Domini'', ribadendo che ''adorare il Dio di Gesu' Cristo, fattosi pane spezzato per amore, e' il rimedio piu' valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi''.
''Stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico corpo condividendo l'unico Pane che e' Cristo'', ha rilevato il Papa teologo sottolineando che ''siamo uniti al di la' delle nostre differenze di nazionalita', di professione, di ceto sociale, di idee politiche''. Proprio questa apertura, ha osservato, ''e' stata una caratteristica del cristianesimo realizzata visibilmente intorno all'Eucaristia, e occorre sempre vigilare perche' le ricorrenti tentazioni di particolarismo, seppure in buona fede, non vadano di fatto in senso opposto''.

Papa Ratzinger ha poi voluto sottolineare che ''inginocchiarsi davanti all'Eucaristia e' professione di liberta': chi si inchina a Gesu' non puo' e non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte.
Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento, perche' in esso sappiamo e crediamo essere presente l'unico vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito''. ''Adorare il Corpo di Cristo - ha spiegato - vuol dire credere che li', in quel pezzo di pane, c'e' realmente Cristo, che da' vero senso alla vita, all'immenso universo come alla piu' piccola creatura, all'intera storia umana come alla piu' breve esistenza''. In altre parole, ha precisato il Papa, ''Colui al quale ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma''. Per il Pontefice, infatti, l'Eucaristia ''e' il Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione''.

''Non basta andare avanti - ha avvertito - bisogna vedere verso dove si va. Non basta il 'progresso', se non ci sono dei criteri di riferimento. Anzi, se si corre fuori strada, si rischia di finire in un precipizio, o comunque di allontanarsi piu' rapidamente dalla meta. Dio ci ha creati liberi - ha concluso - ma non ci ha lasciati soli: si e' fatto Lui stesso 'via' ed e' venuto a camminare insieme con noi, perche' la nostra liberta' abbia anche il criterio per discernere la strada giusta e percorrerla''.

Hanno partecipato alla messa oltre diecimila fedeli che gremivano il sagrato della Basilica. Il rito e' stato celebrato nel modo piu' solenne consentito dalla riforma liturgica.
In un articolo di qualche anno fa, riproposto oggi dal blog ''paparatzinger'' e' descritto in modo molto efficace il signifcato della festa del Corpus Domini, nella quale - scriveva il futuro Pontefice - si deve osare tutto cio' che si puo'. Sento ancora il profumo che emanava dai tappeti di fiori e dalle betulle verdeggianti; appartengono a questi ricordi anche gli ornamenti presenti in tutte le case, le bandiere, i canti; sento ancora gli strumenti a fiato della banda locale, che in questo giorno osavano talvolta più di quanto potessero; sento lo scoppio dei mortaretti con cui i ragazzi esprimevano la loro prorompente gioia di vivere, ma con cui nelle vie del villaggio proprio in questo modo salutavano Cristo come un capo di Stato, anzi come il capo supremo, come il Signore del mondo.
L'indefettibile presenza di Cristo veniva celebrata in questo giorno come una visita di Stato che non trascura, si potrebbe dire, nemmeno il piu' piccolo villaggio''.
Per l'allora card. Ratzinger, ''il Corpus Domini ci rinvia anche alle questioni sollevate dal rinnovamento liturgico, con le sue prospettive teologiche''. Questa festa, infatti, e' stata in un certo senso mortificata da una lettura sbagliata del Concilio Vaticano II cui ''si aggiunse anche l'allarmata resistenza a tutto cio' che aveva sapore di trionfalismo, che non sembrava conciliabile con la coscienza cristiana del peccato e con la tragica situazione del mondo. E cosi' la celebrazione del Corpus Domini divenne imbarazzante''. ''Un influente manuale di liturgia, apparso in due volumi negli anni 1963-65, nella sua presentazione dell'anno liturgico - denunciava l'articolo - non menziona nemmeno il Corpus Domini. Timidamente dedica solo una pagina all’argomento in un capitolo dal titolo: “Devozioni eucaristiche”; e tenta di superare il suo imbarazzo con la proposta, piuttosto astrusa, che si dovrebbe concludere la processione del Corpus Domini con la comunione agli infermi, perche' proprio questa sarebbe l’unica circostanza in cui una processione, un percorso con l’Ostia, avrebbe un significato funzionale.
''Il Concilio di Trento - concludeva Ratzinger - era stato in questo molto meno chiuso. Aveva detto che il Corpus Domini aveva lo scopo di suscitare la gratitudine e di tenere desta in tutti la memoria del Signore''.

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PAPA: GUIDA PROCESSIONE RESTANDO IN GINOCCHIO SU UN PICK UP

(AGI) - CdV, 22 mag. - Benedetto XVI ha guidato la processione del Corpus Domini da piazza San Giovanni alla Basilica di Santa Maria Maggiore restando per tutto il tempo in ginocchio sul pianale di un pick up, attrezzato con un altare mobile, sul quale era posto il grande ostensorio d'oro, e un inginocchiatoio. Precedevano il Pontefice gli scouts, le confraternite e i sodalizi della diocesi di Roma, le Associazioni Eucaristiche, i neo-comunicati e ministranti, i cavalieri del Santo Sepolcro, religiose, religiosi, sacerdoti, parroci, cappellani e prelati di Sua Santità, vescovi, arcivescovi, e, infine i cardinali tra i quali il vicario di Roma Camillo Ruini. Una folla di fedeli che cresceva man mano che si percorreva via Merulana, fino certamente a superare le ventimila presenze, seguiva Papa Ratzinger intonando le litanie.
Altri gruppi di fedeli gremivano piazza Santa Maria Maggiore dove Benedetto XVI ha impartito la benedizione eucaristica da un altare posto sul sagrato. Ad accogliere il Papa e' stato il card. Bernard Law l'ex arcivescovo di Bostin oggi arciprete della Basilica Liberiana.
Al termine della messa, i fedeli che hanno ricevuto la comunione dal Papa avevano trovato un inginocchiatoio per ricevere l'eucaristia nel modo piu' rispettoso, secondo la tradizione che e' stata interrotta dopo il Concilio.

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7 commenti:

mariateresa ha detto...

anche qui una citazione del blog.
Raffaella, dove andremo a finire?
Ehehehehe...
Beh

Anonimo ha detto...

Raffaella ricordati di me appena diventerai famosa, magari Segretario di Stato, vabbè no, forse è troppo, maestro delle Celebrazioni liturgiche. :)

Raffaella ha detto...

Ehm...meglio di no...potrei creare incidenti diplomatici a ripetizione :-))

euge ha detto...

Cari mariateresa e Don Marco, qui la cosa si fa seria..........chissà davero dove andremo a finire :-)))))))))) Io per ora mi limito a ringraziare Raffaella per tutto il lavoro che svolge quotidianamente e non lo dico per retorica anzi sarei veramente felice per lei se avesse anche un piccolo riconoscimento e poi continuo senza riserve e lo faccio con tutto il cuore a testimoniare la mia vicinanza, rispetto e gratitudine a Benedetto XVI.
- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -
GRAZIE RAFFAELLA

mariateresa ha detto...

A parte lo scherzo, cara amica, grazie. Abbiamo un posto sereno dove ragionare in pace e dove dare il nostro contributo,se possiamo.
Qui, per scelta iniziale, non ci si scanna e non ci si offende. Si sta insieme, per fare anche una piccola cosa, ma una piccola cosa in cui crediamo.
Questo per quello che riguarda noi.
Ma il tuo lavoro non è affatto una piccola cosa e te ne siamo grate.
E stiamo insieme per affetto verso una persona che per noi non è una persona comune, a cui vogliamo bene e che molto ci dà in ogni giorno del suo magistero.
Beh, fine del discorso,in cui non sono molto brava.

Raffaella ha detto...

Che dire?
Grazie, carissima amica e grazie a tutti gli amici del blog :-)
Buona serata
Raffaella

Gianpaolo1951 ha detto...

Lo sa, Don Marco, che mi è sempre più simpatico?!?