28 maggio 2008

Sapienza: "Intolleranza travestita" (Cervi e Fontana)


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INTOLLERANZA TRAVESTITA

di Mario Cervi

Degli incidenti che si sono svolti davanti all’università romana La Sapienza - con la solita successiva manfrina del «visto da destra» e «visto da sinistra» - leggerete a parte. Io mi limito a qualche considerazione.
Se un gruppo di studenti non vuole che Benedetto XVI sia accolto alla Sapienza, Benedetto XVI deve rinunciare alla visita. Se un gruppo di studenti non vuole che alla Sapienza sia consentito un dibattito sulle foibe con l'intervento di Roberto Fiore, esponente di Forza nuova ed europarlamentare, il dibattito viene cancellato. I due episodi, sia chiaro, hanno diversissima valenza.

Lo sgarbo al Papa è stato ed è di gran lunga più grave del rifiuto opposto ad un molto discusso personaggio della politica minore. Ma se si ragiona sui principi, bisogna pur dire che il caso Fiore, sommandosi al caso Ratzinger indica il persistere, in settori (universitari o no) della sinistra antagonista, d’una stagionata tendenza alla sopraffazione.

Ragazzotti presuntuosi che sanno poco e blaterano molto rivendicano il diritto di distribuire patenti di democrazia, e autorizzazioni d'accesso all'ateneo.

Il preside della facoltà di lettere e filosofia Guido Pescosolido, autorevole docente dell’età moderna, aveva autorizzato per domani giovedì il convegno chiesto da due universitari e perorato da Fiore. Ma i collettivi antifascisti sono partiti al contrattacco. In un momento in cui spirano «venti di destra» e in cui si scatenano le violenze del quartiere Pigneto l’iniziativa rappresentava, si è detto, una provocazione. Non si poteva ammettere che in una «facoltà antifascista per memoria storica, attitudine e composizione» fossero riesumati «falsi teoremi sugli opposti estremismi».

Era dunque dovere dei collettivi, detentori della verità, di decidere tabù, veti, anatemi. Non aveva avuto libertà di parola Ratzinger, figurarsi se poteva essere concessa a Fiore, portavoce di «un'organizzazione anticostituzionale».

In realtà Forza nuova, sgradevole quanto si vuole, è un'etichetta legale, e Fiore siede per volontà di elettori italiani nell'europarlamento, che non è la birreria hitleriana di Monaco.

Per impedire che il dibattito si svolgesse i contestatori hanno occupato la presidenza della facoltà, e se ne sono andati - promettendo tuttavia vigilanza arcigna, e mantenendo la promessa - solo dopo che il prorettore Luigi Frati - essendo in viaggio a Mosca il rettore Renato Guarini - ha comunicato l’annullamento del convegno «per il timore che disordini prendano il posto di un libero dibattito». In effetti il dibattito non c’è stato, ci sono stati i disordini.

Di solito, in queste circostanze, l’intolleranza riveste per essere accettata, i panni nobili dell’antifascismo. E, secondo schemi tanto vecchi quanto astuti, sono evocati ideali nobili - come la ribellione al razzismo - per far passare divieti e censure ideologici.
È uno stratagemma d’annata. Nel 1960 il Pci volle impedire - avendo come obiettivo la caduta del governo Tambroni - che il Msi tenesse a Genova il suo congresso: che era il quarto del Msi, e i precedenti si erano svolti senza incidenti. Si affermò che Genova era una città medaglia d’oro della Resistenza, che il congresso si sarebbe tenuto in un teatro distante solo una cinquantina di metri da una lapide partigiana, che tutto questo rappresentava la classica «provocazione». Genova fu messa a soqquadro, il congresso non si tenne, Tambroni cadde.
Eventi del massimo rilievo, quelli di quasi mezzo secolo fa; innescati per un disegno politico importante da un fortissimo partito comunista. Oggi abbiamo parodie lillipuziane delle tecniche agitatorie d’un tempo: oggi tutto volge al bonsai e al grottesco, i residui piazzaioli e studenteschi d’una sinistra allo sbando fanno la voce grossa con gli epigoni di un’estrema destra irrilevante. Purtroppo si è arrivati ai pugni, ai randelli, ai coltelli. Qualcuno ci è voluto arrivare, a tutti i costi.

© Copyright Il Giornale, 28 maggio 2008 consultabile online anche qui.

Studiate, ragazzini!
R.

Vietato parlare di foibe all’Università di Roma Rissa con quattro feriti

di Emanuela Fontana

In parlamento sono andati via gli estremismi, ma la guerra tra destra e sinistra, fascismo e antifascismo, quegli scontri che alle Camere sembrano ormai anacronistici, si combattono fuori, per le strade, e all’università. Ieri all’esterno della Sapienza studenti dei collettivi di sinistra e un gruppo di Forza nuova si sono presi a botte per uno spazio sul muro. I feriti non sono gravi, gli arrestati sei, ma la politica, senza distinzione di parte, ha condannato con preoccupazione «la violenza» estremista di questi fatti.
Secondo la ricostruzione della questura di Roma, alcuni giovani di sinistra stavano appendendo dei volantini «contro il fascismo» per coprire manifesti attaccati da Forza nuova il giorno prima.

Fanno parte di quei Collettivi che quattro mesi fa occuparono il rettorato contro l’invito del Papa alla Sapienza.

Un auto con a bordo cinque militanti di destra si è fermata in via de Lollis ed è partita la rissa. «Un’aggressione» l’hanno definita i Collettivi. Nella sinistra estrema si è parlato di «raid». Ma non è spedizione punitiva dei «neri» secondo le indagini della Digos, confermate dalla fotografia di un passante: dai militanti di destra sarebbe partita un’aggressione verbale, ma subito dopo, scrive la questura, «si sarebbero avvicinati altri ragazzi provenienti dall’università, per poi scontrarsi fisicamente con gli elementi di destra». L’auto degli attivisti di Forza nuova è stata distrutta. All’ospedale sono finiti in quattro: due di destra e due studenti di sinistra. Ma non ci sono stati coltelli, non ci sono state «teste spaccate», come avevano riferito i ragazzi dei Collettivi: il più grave ha una prognosi di venti giorni per una spalla lussata. Il bilancio finale della polizia colpisce entrambe le parti: in serata sono state arrestate sei persone, quattro militanti di destra e due di sinistra. Saranno processati oggi con rito direttissimo.
La tensione covava da giorni, e in realtà era dall’inizio dell’anno che il clima nell’ateneo romano si era fatto caldo: da quando i Collettivi di sinistra contestarono l’invito a parlare all’università a Papa Benedetto XVI. Negli ultimi giorni però la Sapienza era in fermento per un’altra questione: Forza nuova aveva chiesto spazi per un convegno sulle foibe, con l’europarlamentare Roberto Fiore. Il rettore Renato Guarini aveva detto sì. I Collettivi per risposta avevano occupato la Facoltà di lettere. Lunedì il rettore aveva vietato l’iniziativa sulle Foibe. L’ingresso di Forza nuova alla Sapienza in realtà è una novità recentissima che non piace a nessuno. La condanna per i fatti di ieri è arrivata anche da Azione universitaria, gli studenti di An. Ma alla Sapienza raccontano che la retromarcia del rettore, la sua cessione alle pretese dei Collettivi, avrebbe infiammato la sfida.
Eppure, commenta Francesco Pasquali, responsabile di Forza Italia giovani, «queste battaglie tra atteggiamenti estremi sono cose lontane dai ragazzi che qui studiano. A prescindere da chi ha scagliato al prima pietra, sono teppisti»
L’aggressione sfociata in rissa è un fatto da «condannare senza alcun attenuante», ha dichiarato subito il sindaco di Roma Gianni Alemanno: in giro ci sono «imbecilli pericolosi che vanno isolati». Walter Veltroni non ha condiviso: «È sbagliato minimizzare, come sta facendo la destra». Alla Camera, Roberto Giachetti del Pd ha chiesto che il governo riferisca. Ma ancora non conoscevano l’ultima versione della Digos: l’aggressione è partita da sinistra.
La condanna è comunque arrivata da tutti i partiti politici, anche se dal governo si sottolinea, come ha detto il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che «occorre evitare di dare a tutto una lettura puramente politica». Il ministro per le Politiche giovanili Giorgia Meloni ha fatto appello agli studenti, perché «rifiutino la logica degli opposti estremismi». Ma ha invitato anche la politica a «rifiutare la logica della strumentalizzazione» per «interesse di parte». Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha chiesto al rettore una relazione sui disordini. Quanto avvenuto è un campanello d’allarme. Cosa sta accadendo alla Sapienza?
Il rettore Guarini ha sottolineato che l’ateneo eviterà «l’esasperazione delle tensioni già esistenti e garantirà «che l’università resti un luogo di confronto delle idee libero e civile».

© Copyright Il Giornale, 28 maggio 2008 consultabile online anche qui.

Detto fra noi, il rettore avrebbe dovuto trarre le sue conseguenze gia' a gennaio...
Alcuni giornalini e giornaloni, stamattina, si strappano le pagine gridando all'emergenza democratica.
Cari signori, perche' avete taciuto a gennaio? Perche' non si e' fatto nulla dopo i vergognosi fatti che hanno portato alla rinuncia del Papa ad andare alla Sapienza?
Il problema non nasce oggi, ma quattro mesi fa...

R.

5 commenti:

Luisa ha detto...

Così in un`analisi frettolosa, quello che a me stupisce è che non leggo reazioni da parte di professori della Sapienza, ogni tanto vengo a sapere che tale o tale personaggio conosciuto mediaticamente, è professore alla Sapienza, ma dove sono questi illustri quando succedono queste cose intollerabili? Silenzio ! Come per il Papa!
Il rettorato della Sapienza è un luogo che si occupa facilmente, o meglio che questi agitatori occupano quando e come vogliono, sono loro a decidere quando entrare e quando uscire dal rettorato. Vi sembra normale?
Il rettore è debole, e con lui mi sembra che tutta la Sapienza sia l`ostaggio di questi quattro gatti agitatori che hanno preso l`Università per un bunker, proprietà loro, sono loro a decidere chi entra e chi no!
Ma vi pare normale ?

Anonimo ha detto...

Buon giorno a voi. Il Rettore secondo me, non ha fatto una bella figura, prima ha accordato l'autorizzazione al Convegno organizzato su forza Nuova, poi sotto la pressione dei collettivi (e di qualche altro "suggeritore") ha fatto marcia indietro. Quindi, ha ingenerato nei collettivi la sensazione di essere "invincibili" (figuriamoci, già erano riusciti a impedire la visita di Papa Benedetto!). Così non si governa un'Università. Quanto alla versione "ufficiale" dei fatti di ieri, non illudiamoci. Tutti i GR e TG Rai, e l'80% della stampa parla con enfasi di aggressione fascista contro poveri studenti "antifascisti" (sic) che stavano pacificamente attaccando manifesti. E Veltroni (mi meraviglio di lui, dopo quello che disse alla Sapienza, sul fatto che a nessuno deve essere impedito di parlare) sta cavalcando la polemica per convenienza politica.

Anonimo ha detto...

L'articolo sul sito di Repubblica di Conchita di
Gregorio "La nuova aria che si respira" sui fatti di ieri alla "Sapienza" mi ha riportato indietro di trent'anni. La fotocopia delle cronache di "Lotta continua!". E' inquietante che su un quotidiano a diffusione nazionale che è fondamentalmente espressione della più grande forza politica dell'opposizione parlamentare compaia un articolo "a senso unico" ma soprattutto, nei toni usati, suscettibile di istigare di ulteriori violenze da parte di soggetti irreponsabili. Dall'articolo: "No, morti no (ciò dispiace?)....Solo una spalla rotta, teste spaccate, ferite di coltello alle braccia". Non manca "un bastone chiazzato di rosso". Alla fine, vera ciliegina, si riporta lo slogan dei pacifici giovani studenti "aggrediti": "Alemanno, sono i tuoi amici, li conosci bene". Bene, gli irresponsabili di cui sopra che non lo sapevano possono stare tranquilli: c'è pronto il prossimo bersaglio.....Altro che "stagione chiusa" con "anni di piombo" e "sonno della ragione", ci eravamo sbagliati.

Anonimo ha detto...

Luisa vuoi sapere dove sono i grandi luminari, beh guarda se non erro da un sondaggio presentato alla TV, pare che il Ministro Brunetta abbia scoperto che i peggiori fannulloni e latitanti son proprio loro..... e questo la dice lunga.

Anonimo ha detto...

Caro don Marco è vero ho sentito anch'io del risultato di questa indagine.......... la solita bella figura!
Per questo vorrei, che gli studenti tornassero a fare gli studenti non gli agitatori ideologici ed i professori a fare il loro lavoro, senza inquinamenti di stampo politico sovversivo; perchè purtroppo, anche i professori soprattutto se dell'epoca del 68 in quanto a ribellione e purtroppo a poca preparazione, la sanno lunga!!!!!!!