28 maggio 2008

Cardinale Dias: "segni di speranza" per la Chiesa in Cina (Zenit)


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Cardinale Dias: "segni di speranza" per la Chiesa in Cina (Zenit)

ROMA, martedì, 27 maggio 2008 (ZENIT.org).

La situazione della Chiesa in Cina è ricca di "segni di speranza", sostiene il Cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione vaticana per l'Evangelizzazione dei Popoli.

Il porporato lo ha affermato sabato 24 maggio nell'omelia della concelebrazione eucaristica presieduta nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, indetta da Benedetto XVI nella sua Lettera ai cattolici cinesi del 27 maggio 2007.

"In passato ci sono state sofferenze per i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cina", ha rivelato il Cardinale secondo quanto riporta "L'Osservatore Romano", ma ora è giunto il momento "di perdonare, guardare avanti e pregare per una Chiesa di nuovo in fratellanza e in pace. Oggi ci sono segni di speranza per il futuro della Chiesa in Cina".

La Messa nella Basilica, durante la quale si è pregato in italiano e in cinese, "può essere considerata il primo raduno nazionale della comunità cinese in Italia", sottolinea il quotidiano vaticano, ricordando che la comunità secondo le stime del dossier Caritas-Migrantes è composta da tremila fedeli (su un totale di 180.000 immigrati).

Nella celebrazione, alla quale hanno assistito circa 500 persone, il Cardinale Dias è stato affiancato da una decina di sacerdoti cinesi.

Secondo il porporato indiano, segni di speranza perché si "ricostituisca una Chiesa in Cina" sono stati "il bel gesto del concerto dell'Orchestra filarmonica cinese offerto al Papa qualche settimana fa" e il "pensiero affettuoso di Benedetto XVI per tutto il popolo cinese", così come l'augurio fatto per le prossime Olimpiadi.

Di fronte alla catastrofe del sisma che ha devastato la regione del Sichuan provocando almeno 60.000 morti, il Cardinale ha osservato che in Paradiso "non vi saranno cattolici ufficiali e sotterranei, perché saremo tutti figli di Dio. Il Papa vuole che questa unità si veda anche su questa terra".
"Ci sono due dimensioni nella vita di noi cristiani - ha aggiunto -: non dobbiamo soltanto vivere la nostra fede ma fare anche in modo che gli altri possano vedere la nostra fede".

Dopo la Messa, i fedeli hanno pronunciato la preghiera che Benedetto XVI ha scritto appositamente per il 24 maggio, giorno in cui i cinesi festeggiano Nostra Signora Aiuto dei Cristiani, venerata nel santuario di Sheshan, nei pressi di Shanghai.

Commentando la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, Vescovo di Hong Kong, ha affermato che la Chiesa è per sua natura apostolica e che deve essere guidata dai Vescovi, con a capo il successore di San Pietro.

"Purtroppo in Cina non è ancora possibile realizzare questo ideale della Chiesa - ha lamentato ai microfoni della "Radio Vaticana" -, ma noi abbiamo avuto segni di avvicinamento, anche con la recente esibizione musicale in Vaticano alla presenza del Santo Padre".

"Speriamo siano segni che porteranno a cose molto più importanti, che anche in Cina si possa vivere questa fede in pace, con gioia, come dice il Santo Padre - ha confessato -. Così si vivrà fruttuosamente, la nostra fede darà frutto, anche per il bene della società".

Il Cardinale ha riconosciuto che la Lettera del Papa ai cattolici cinesi mostra "grande affetto" e "grande stima per tutta la Nazione cinese".

Circa la tragedia del terremoto, ha affermato che "la parola del Santo Padre incoraggia tutti a continuare ad interessarsi a questo disastro. Dobbiamo interessarci a lungo, non per un attimo di compassione, perché sono ferite che necessitano di tempo per sanarle, specialmente nella ricostruzione".
"Speriamo che queste parole del Papa rimangano nella mente e nel cuore di tanti cattolici e che si continui a pregare, come anche a dare aiuti concreti".

Definendo la Giornata di preghiera "un'iniziativa senza precedenti", il porporato ha concluso sostenendo che "questa abbondanza di preghiera certamente darà i suoi frutti. Perché noi crediamo veramente che molte cose che umanamente sono difficili o quasi impossibili, con la preghiera riescono".

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